Logo ASEE

ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI

Guida archivistica alle carte e alle corrispondenze degli economisti italiani


ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI





Nessun documento disponibile per questa tipologia



Nessun documento disponibile per questa tipologia


Documento Pubblicazione su Antonio Salandra

Giustino Fortunato accetta di curare la stampa del volume "Politica e legislazione" (vedi nota bibliografica) che raccoglie i discorsi del "nostro Salandra".

Scheda del documento  

Documento Sulla scelta di scritti di Antonio Salandra

Giustino Fortunato informa l'editore Laterza che il figlio di Antonio Salandra, Vittorio, gli ha inviato a Napoli libri ed opuscoli scritti dal padre tra cui scegliere quelli destinati alla pubblicazione [Politica e legislazione. Saggi]. Si sofferma, inoltre, a commentare con l'editore Laterza la notizia della pubblicazione di un volume di Ferruccio Boffi intitolato "Il pensiero politico di Antonio Salandra", vedi nota bibliografica.

Scheda del documento  

Documento Sulla raccolta di saggi di Salandra curata da G.Fortunato

Mario Pensuti ringrazia l'editore Laterza per l'invio del volume su Salandra curato da Giustino Fortunato e lancia l'idea di preparare un volume simile per l'onorevole Sonnino. A tal proposito sostiene di avere già pronto "molto materiale che dovrebbe servire per una serie di 'profili' molto seri e di uomini politici contemporanei". In particolare il profilo di Sonnino potrebbe essere curato personalmente da lui in 4 o 5 capitoli. Pensuti non ha dubbi sulla riuscita della pubblicazione e precisa che "se domani poi l'onorevole Sonnino dovesse condurre l'Italia ad una vittoria diplomatica o guerresca, il libro (...) andrebbe a ruba". Come argomentazione persuasiva a sostegno dell'iniziativa Pensuti sottolinea come Sonnino sia "uno dei più grandi studiosi della questione meridionale".

Scheda del documento  

Documento Sull'invio del volume "Politica e legislazione. Saggi"

Antonio Salandra ringrazia l'editore Laterza per l'invio di due copie del volume "Politica e legislazione. Saggi", raccolta di suoi scritti e discorsi selezionati e curati da Giustino Fortunato.

Scheda del documento  

Documento Rifiuto dell'invito a tenere il suo discorso "Sulla guerra e la pace" a Bari

Nitti rifiuta l'invito di Giovanni Laterza a tenere il suo discorso "Sulla guerra e la pace" a Bari, "perché avrei l'aria di fare un contraltare a Salandra, ciò che ora non desidero. Per un uomo politico bisogna tener conto sopra tutto delle apparenze".

Scheda del documento  

Documento Invio elenco nominativi per distribuzione copie del volume "Dal protezionismo al sindacalismo"

Ricci invia a Giovanni Laterza l'elenco dei nominativi cui inviare la copia gratuita del suo volume "Dal protezionismo al sindacalismo". Tra i nominativi figurano: a Roma il professor Riccardo Bachi, il marchese Antonio De Viti De Marco, il professor Carlo Grilli, il professor Felice Guarneri della Confindustria, il dottor Giuseppe Fuselli, Antonio Salandra, Carlo Spinelli; a Siena Angelo Bertolini; a Pisa il professor Gino Borgatta; a Torino Luigi Einaudi; a Napoli il professor Augusto Graziani.

Scheda del documento  

Documento Dichiarazione di sostegno al nuovo presidente del Consiglio Salandra

Stringher informa Salandra di aver ricevuto la visita dell'onorevole Rubini, il quale gli avrebbe espresso alcuni dubbi, cui non si fa alcuna esplicita mensione nel testo della lettera. Stringher fa, invece, esplicito riferimento alle esortazioni che avrebbe ricevuto da Rubini a sostenere Salandra nel "difficile compito" di Presidente del Consiglio cui è stato chiamato e ad offrirgli la sua "opera illuminata". Stringher informa inoltre Salandra di aver incontrato l'onorevole Emilio Morpurgo, il quale avrebbe elogiato la cortesia mostratagli dallo stesso Salandra in circostanze non esplicitate nella lettera.

Scheda del documento  

Documento Lettera di congratulazioni

Lettera di congratulazioni rivolta dall'onorevole Francesco Saverio Nitti ad Antonio Salandra per l'incarico ricevuto di presidente del Consiglio.

Scheda del documento  

Documento Lettera di scuse

Lettera di scuse dell'onorevole Luzzatti indirizzata al presidente del Consiglio Salandra per l'assenza non preavvisata ad una riunione del Consiglio.

Scheda del documento  

Documento Scambio di pareri sull'entrata in guerra dell'Italia

Sidney Sonnino esprime tutte le sue perplessità sull'eventuale entrata in guerra dell'Italia. A suo avviso è troppo debole sia militarmente sia economicamente per far fronte ad un impegno così oneroso. Pertanto insiste a più riprese nel corpo della lettera sulla necessità che l'Italia conservi la sua neutralità.

Scheda del documento  

Documento Consulenza tecnica dei rappresentanti dei principali istituti di credito italiani

Il documento si compone di un biglietto d'accompagnamento e di una lettera in allegato. Entrambi i documenti sono stati spediti da Stringher a Salandra. Nel biglietto Stringher si limita ad accennare all'oggetto della lettera spedita in allegato. Si tratta, in particolare, di una missiva che lo stesso Stringher avrebbe indirizzato ad Otto Joel (1) per comunicargli l'ordine ricevuto dal Presidente del Consiglio dei ministri (Salandra) di convocare una riunione per l'11 corrente mese aperta a tutti i rappresentanti dei maggiori istituti di credito italiani. Finalità della riunione era uno scambio di notizie e di suggerimenti su eventuali provvedimenti da prendere prima del giorno 19, in considerazione delle direzioni verso cui stava evolvendo la situazione del mercato finanziario e monetario. Nella stessa lettera Stringher aveva, inoltre, invitato Otto Joel ad informare della riunione i colleghi di Milano, per coinvolgerli nello scambio di idee sia sulla situazione finanziaria, sia sulle disposizioni legislative più strettamente necessarie da prendere nell'immediato. (1) Otto Joel era in quel periodo uno dei fondatori della Banca Commerciale Italiana.

Scheda del documento  

Documento Lettera ai dirigenti delle filiali della Banca d'Italia

Il direttore generale della Banca d'Italia Stringher informa il presidente del Consiglio Salandra di aver contattato personalmente i direttori delle filiali della Banca d'Italia della riunione prossima. Per darne dimostrazione gira per conoscenza la missiva informativa in questione allo stesso Salandra. Stringher informa Salandra di aver inviato l'avviso della riunione alle filiali della Banca cui fanno capo grossi stabilimenti industriali e di aver esteso l'invito ai dirigenti delle maggiori banche italiane.

Scheda del documento  

Documento Problemi pratici nelle operazioni di restituzione dei depositi in conto corrente

Stringher informa che "le disposizioni del Regio Decreto del 4 corrente, relativo alla restituzione dei depositi in Conto Corrente, presso gli Istituti di Credito creano qualche grave difficoltà agli stabilimenti industriali, i quali devono provvedere alle paghe agli operai e ad altre indilazionabili occorrenze delle industrie". Prega, pertanto, Salandra di mediare presso gli istituti locali, affinché essi soddisfino l'obbligo generale della restituzione del minimo di 5 e vogliano attentamente esaminare caso per caso la convenienza di fornire agli stabilimenti industriali acconti sul loro conto corrente in attesa di nuovi provvedimenti. Informa, inoltre, Salandra d'aver già scritto alle Direzioni Centrali dei maggiori istituti di credito nazionali.

Scheda del documento  

Documento Sulla pratica del cambio valuta per gli immigrati in Italia

ll ministro del Tesoro, l'onorevole Rubini, scambia alcune opinioni con il presidente del Consiglio Salandra su alcune questioni relative alla circolazione dei "biglietti di Stato" ed al "cambio valuta degli immigranti". A proposito di quest'ultima questione Ruini informa Salandra che le operazioni sono state limitate a tre istituti operanti nelle province di confine. Su obiezione del prefetto di Como, tuttavia, le operazioni sarebbero state estese anche agli uffici delle province interne. Secondo Rubini bisognerebbe trovare il modo di garantirsi contro eventuali frodi mediante presentazione di certificati dei sindaci o di persone note e probe.

Scheda del documento  

Documento Sull'importanza del libero commercio europeo di carbon fossile

Il ministro del Tesoro, l'onorevole Rubini, informa Salandra della disponibilità di carbon fossile per le industrie e per il bisogno dell'Amministrazione di Guerra non messa in forse dalle nuove misure limitative sull'esportazione imposte dall'Inghilterra, sia perché tali limiti riguardano il carbone di primissima qualità, mentre tutte le altre sono lasciate al libero scambio, sia perché l'Italia si rifornisce anche dall'America del Nord, nel quale Stato l'esportazione è ancora del tutto libera. Suggerisce, inoltre, la possibilità di servirsi dei piroscafi e delle navi utilizzate per il trasporto degli emigranti verso l'America per caricare il carbone nei viaggi di ritorno. Incentivando il trasporto marittimo sarà inoltre possibile e necessario ridurre il numero dei treni per ottenere "una non spregevole economia di carbone".

Scheda del documento  

Documento Corrispondenza: Rubini Giulio a Salandra Antonio (1914)

Rubini discute con Salandra della pratica abusiva e dannosa perpetuata dall'Amministrazione di Guerra d'acquistare grano a prezzi superiori alla norma, dando così la spinta "al bagarinaggio senza alcun ragionevole motivo", dal momento che il grano nazionale è sempre e comunque a disposizione della detta amministrazione nel momento del bisogno.

Scheda del documento  

Documento Nuove misure doganali

Si discute dell'applicazione delle nuove, severe misure doganali e della necessità di rispettarle lungo la costa adriatica, in particolare nell'area marittima di Ravenna.

Scheda del documento  

Documento Commesse statali per la Fiat

Rava discute dei camion e delle auto Fiat che potrebbero essere acquistate per gli eserciti dal ministro della Guerra e ne chiede parere a Salandra.

Scheda del documento  

Documento Scambi d'opinione con Salandra

Otto Joel ringrazia Salandra per averlo ricevuto e per aver ascoltato le idee e le impressioni che si è permesso di sottoporre all'attenzione del presidente del Consiglio. Comunica a Salandra d'essersi tenuto in costante contatto con il commendatore Bonaldo Stringher che gli ha trasmesso il desiderio di Salandra stesso che i rappresentanti dei maggiori istituti di credito si riunissero presso di lui per conoscerne notizie, manifestazioni, suggerimenti in ordine ad eventuali provvedimenti da prendere prima del 19 corrente mese in vista della presente situazione del mercato finanziario e monetario. Joel informa inoltre Salandra che il 12 corrente è la data fissata dal commendatore Stringher per la prossima riunione da tenersi a Roma per raccogliere tutti quei "dati" che, riuniti con tutti gli altri di cui può disporre il Regio Governo e sottoposti al vaglio critico dai colleghi, consentano al Governo di varare nuovi, opportuni provvedimenti.

Scheda del documento  

Documento Resoconto dello scambio d'opinione con i ministri Rubini e Cavasola

Nella lettera Bonaldo Stringher rende conto dello scambio d'opinioni avuto coi ministri Rubini e Cavasola. Con essi "in un punto fondamentale", su cui ricerca l'opinione personale di Salandra "per liberarmi - scrive - da responsabilità". A tale scopo invia in allegato la lettera che aveva indirizzato al ministro del Tesoro, l'ingegnere Giulio Rubini (vedi documento C=1=2.78bis).

Scheda del documento  

Documento Resoconto a Giulio Rubini sui 'desiderata' dei principali istituti di credito italiani

La lettera è allegata ad altra indirizzata da Bonaldo Stringher, direttore della Banca d'Italia, al presidente del Consiglio dei ministri Antonio Salandra. Stringher comunica a Rubini i "desiderata" dei grandi istituti di credito italiani ed in appendice elenca due articoli discussi e rimasti in sospeso perché controversi. Stringher informa Rubini d'aver a lungo discusso con il rappresentante della Cassa di Risparmio delle Province Lombarde, con il marchese Ferrero di Cambiano, presidente dell'Associazione Casse di Risparmio e con il presidente della Federazione delle Banche popolari. Tutti e tre questi autorevoli rappresentanti, sentiti ciascuno separatamente, gli avrebbero dichiarato che: 1) "occorre non fermarsi al 20 del mese, ma procedere fino al 30 per dare un maggiore periodo di sicurezza e di tranquillità ai clienti e agli Istituti, essendo l'incertezza il peggiore danno per tutti; 2) si può chiedere il rimborso al 10 ma diviso in due tempi, in modo che sino a metà settembre si avrebbe un rimborso complessivo del 15; 3) il decreto per le cambiali va bene nella misura del 20 anche in presenza delle misure su accennate per i rimborsi dei depositi tanto più che la questione dei depositari fa riscontro vero e proprio con quella dei debiti cambiari e che la maggior parte dei commercianti riscuote in contanti e paga a scadenza oggi col beneficio della moratoria allungata. Nella parte conclusiva della lettera Stringher si lascia andare ad alcune considerazioni personali sulla questione: "purtroppo oggi dobbiamo lavorare coi puntelli nella speranza che poi alla fine l'edificio scosso dalle fondamenta possa reggere".

Scheda del documento  

Documento Necessità di attuare nell'immediato le misure tributarie

Rubini ritiene indispensabile mettere in atto i provvedimenti tributari recentemente varati o, quantomeno, i "principali": "I tempi sono calamitosi, è vero, ma è appunto quando l'estremo bisogno è chiaro a tutti che s'incontra maggiore rassegnazione e persuasione nel pubblico della necessità dei sacrifici. Siamo su di una china pericolosa (...). Ogni giorno che passa dimostra che Luzzatti [Luigi] aveva ragione, quando a tempo invitava il precedente Governo a mettere i tributi di guerra. Se allora occorrevano per uno, ora occorrono per due poiché, anche se i tempi non ingrossano maggiormente, le circostanze attuali lasceranno un carico permanente in misura considerevole".

Scheda del documento  

Documento Considerazioni sul mercato finanziario internazionale

Stringher prega Salandra di leggere "la memorietta" da lui acclusa alla lettera (vedi documento C=1=3.95) riguardante l'andamento del mercato di Milano nelle ultime due giornate: il "diritto di Sconto" è stato esercitato su iniziativa della Banca Commerciale, che il giorno precedente era stata fortemente attaccata. La speranza di Stringher è che "la lezione" le sia giovata. Quanto ad una non ben precisata "intesa collettiva" di cui Stringher e Salandra sembra avessero già precedentemente discusso, ritiene, "date le condizioni presenti del mercato internazionale", che "sia prudente non fare, piuttosto che fare". La stessa considerazione ha già espresso a Della Torre.

Scheda del documento  

Documento Economia nel foggiano

Rubini si lascia andare con Salandra ad alcune considerazioni generali sulla precaria situazione economica degli inizi del Novecento della provincia comune di provenienza, ovvero del foggiano: "Nella nostra provincia, la cui vita economica è in gran parte dipendente dall'industria, specialmente la serica, e dall'emigrazione temporanea, la crisi e la disoccupazione battono il loro pieno".

Scheda del documento  

Documento Riunione di uomini d'affari sulla politica finanziaria del governo

L'onorevole Bossi fa riferimento ad una numerosa riunione di uomini d'affari svoltasi in casa Pacelli la sera prima per discutere sulla situazione finanziaria. Alla riunione era presente anche suo nipote, che lo ha potuto, così, informare dettagliatamente sulle conclusioni a cui giunsero gli intervenuti: approvate all'unanimità tutte le disposizioni emanate dal governo, alle quali si è riconosciuto il merito d'aver "scongiurato il disastro economico, a cui si sarebbe fatalmente andati incontro"; ammessa la necessità e l'urgenza di nuovi provvedimenti "per allargare la stretta che minaccia di soffocare tutto il movimento industriale della Nazione". In questo senso sono avanzate cinque proposte: 1. abolire ogni limitazione sui rimborsi dei conti correnti; 2. elevare ad un quarto il rimborso sull'importo delle somme depositarie; 3. abolire ogni ulteriore moratoria; 4. costituire sotto l'egida e garanzia del governo un consorzio che prenda a reparto i titoli di indiscutibile valore; 5. sollecitare la riapertura delle Borse.

Scheda del documento  

Documento Problema della disoccupazione

Rava, ministro delle finanze, riflette sul problema dilagante della disoccupazione ed invita il presidente del Consiglio a supportare una politica di lavori pubblici, in particolare di bonifica, che permetterebbe di ottenere contemporaneamente due vantaggi: dare lavoro sicuro e mettere a disposizione nuove terre coltivabili.

Scheda del documento  

Documento Situazione economica in Veneto

In questa lettera Pietro Bertolini denuncia l'imminente chiusura dell'opificio veneto che dà lavoro a più di 1500 operai, sebbene sia egli stesso consapevole dell'inutilità del suo appello. Insiste, inoltre, sull'opportunità di realizzare un raccordo ferroviario Montebelluna-Lugano che permetta di dare lavoro pubblico a chi ne ha bisogno(1). (1)Di Pietro Bertolini si conserva nel fascicolo anche una seconda lettera indirizzata al commendatore Nicola D'Atri, di carattere privato (Ivi, C=1=3.121, 1 c., Montebelluna, 8 settembre 1914).

Scheda del documento  

Documento Contributi statali sulle opere di pubblica utilità

Rubini discute con Salandra sull'estensione del contributo statale, concesso alle opere generali finalizzate all'utilizzazione delle acque mediante l'articolo 20, a tutte le regioni italiane. La discussione nasce dalle richieste avanzate da alcune regioni di usufruire del suddetto contributo statale concesso in via straordinaria alla sola Sardegna per la traduzione delle acque potabili.

Scheda del documento  

Documento Fallito tentativo d'accordo finanziario con la piazza americana

Rubini informa Salandra d'essere venuto a conoscenza la sera prima del telegramma del console italiano a New York circa l'insuccesso delle pratiche per concludere un prestito sulla piazza americana. "La situazione non sembra, ed è assai grave - osserva Rubini - poiché si dovrà ricorrere ad un prestito interno, non potendosi e dovendosi ricorrere a continue emissioni per conto del Tesoro in così nuova e larga copia come necessità esige, mentre sono ancora all'inizio e non ancora incominciate le emissioni per conto delle Casse di Risparmio (mil. 300), per conto delle Casse Depositi e Prestiti (mil. 200), per prestiti di favore degli Enti locali (mil. 100), le quali due ultime operazioni interamente serviranno anche poi il tesoro. (...) un prestito interno (volontario o forzoso) sosterrà l'alimento ai bisogni del pubblico, proprio nel momento in cui, scardinate le risorse del credito, essi trovano soddisfatti i contanti. Dissi, purtroppo, volontario o forzoso perché si deve emettere a interesse basso per non rovinare la rendita e rotta l'organizzazione finanziaria si manca dello strumento bancario sul quale in tempi normali s'imperniano le operazioni delle spese". Rubini comunica d'aver, comunque, provveduto nel frattempo ad elevare l'interesse dei Buoni Oro, sebbene per altro verso il rifiuto di New York avrebbe posto il governo italiano "in dura strettezza nei riguardi dei cambi" ed avrebbe ostacolato "quel poco di operazioni commerciali che ancora rimangono in vita, aggiungendo (e aggravando) le difficoltà economiche alle deficienze del Tesoro." Il ministro Rubini conclude la lettera con alcune considerazioni d'ordine generale sulla situazione economica dell'Italia: "Nessun Paese neutrale si trova tanto male come il nostro, perché con una grettissima, misera costituzione abbiamo voluto fare grandezze in politica estera e, insieme, sociale, di lavori pubblici, di elevazione di esigenze, di tenore di vita, d'impegni d'ogni genere in pensione e maturandi in futuro e siamo giunti ai casi presenti già estenuati con un tenor di tributi favoloso, con un fardello di 3 miliardi di debito fatto in nove anni per le ferrovie e la Libia, debito infruttifero e che prosegue con qualche centinaio di milioni di aggiunta ogni anno. I nodi vengono sempre al pettine. Ciò malgrado il prestito interno s'impone sia pure insieme a qualche maggiore inflazione di biglietti, ma fare capo soltanto a questi potrebbe essere pericoloso" In allegato vi è il telegramma, dattiloscritto, che il console italiano a New York ha inviato al ministro per informarlo della risposta negativa ricevuta dalle principali banche americane e locali interpellate per concedere un prestito al governo italiano. Nel telegramma si precisa anche che la risposta è stata data a nome di tutti gli istituti di credito dal gruppo bancario Morgan: "Date le situazioni finanziarie internazionali, considerati i bisogni urgenti locali, queste banche sono attualmente nell'impossibilità di prendere in considerazione vostra domanda". Il telegramma, datato New York, 9 ottobre 1914 è conservato Ivi, C=1=4.12bis, 1 c. dattiloscritta.

Scheda del documento  

Documento Provvedimenti governativi sui conti correnti

Stringher esprime alcune sue personali considerazioni sui nuovi provvedimenti governativi relativi ai conti correnti: "Il provvedimento per i conti correnti forse farà arricciare il naso ai signori di Milano, ma parmi che ormai abbiamo piena giustificazione per quanto risponde l'articolo 36. Rispetto all'articolo 37 parmi che sarebbe opportuno di stabilire che l'applicazione di un saggio d'interesse superiore a quello previsto dallo stesso articolo 37 dovrebbe essere subordinata all'approvazione del ministro del Tesoro. Così ci sarebbero garanzie per tutti (...)".

Scheda del documento  

Documento Pratica del prestito cambiario al Comune di Trieste

Stringher comunica a Salandra di aver parlato al commendatore Balzarotti del Credito Italiano per la questione del Comune di Trieste. Si era riservata una risposta solo dopo aver interrogato le altre banche creditrici, dubitando non della potenzialità economica di quel Comune, ma delle possibili conseguenze della guerra.

Scheda del documento  

Documento Debito pubblico in crescita

Rubini esprime le sue perplessità sulla preoccupante crescita progressiva delle spese di guerra previste dal ministro della Guerra, nonostante quest'ultimo sia a conoscenza delle condizioni del bilancio del 1915-1916, presentatogli dallo stesso Rubini con un deficit di quasi 400 milioni di lire.

Scheda del documento  

Documento Pratica per il prestito cambiario al Comune di Trieste

Stringher annuncia a Salandra che la risposta per il prestito di Trieste è ormai prossima e preme affinché sia il podestà in persona ad occuparsi della questione, evitando "di mandare in giro" il signor Morpurgo, "che ha quasi l'aria di un intermediario".

Scheda del documento  

Documento Rapporti tra Ministero del Tesoro e Banca d'Italia

Rubini informa Salandra d'aver chiesto a Stringher di telegrafare a due altri direttori generali della Banca d'Italia "per intendersi su di un assorbimento da parte dei tre istituti di una metà dei Buoni quinquennali, del valore complessivo di 30 milioni", e sulla "graduale assunzione anche del soldo, a meno che vengono smaltiti. Ma occorrerà accontentarsi del 98, forse del 97, più una lieve provvigione". Rubini sa che l'operazione avrebbe comportato "un sacrificio rispetto all'emissione precedente, ma sempre nelle presenti circostanze un bel prezzo".

Scheda del documento  

Documento Aggiornamenti sulla pratica del prestito cambiario al Comune di Trieste

Per telegramma Stringher ha avuto finalmente conferma che le Banche di Milano si sono accordate col podestà di Trieste per la concessione del noto credito.

Scheda del documento  

Documento Scambio d'opinioni politiche

Si tratta della minuta di una lettera indirizzata da Antonio Salandra a Sidney Sonnino sulla critica situazione in Medio Oriente. Si tratta di considerazioni di natura politica.

Scheda del documento  

Documento Pratica del prestito cambiario al Comune di Trieste

Minuta di una lettera che Salandra scrive in risposta ad altra ricevuta il 10 dicembre da Stringher (C=1=4.76.3). Salandra così rispondeva all'appello lanciatogli da Stringher d'intervenire direttamente nella questione di Trieste: "Il Governo non può intervenire direttamente per aver ragione, se non per mezzo di esperti, ma se interpello le banche, nella forma che tu reputerai opportuna, ritengo che sarà opera buona e senza dubbio a me gradita".

Scheda del documento  

Documento Prestiti con l'estero

Bonaldo Stringher rende conto ad Antonio Salandra, presidente del Consiglio dei Ministri, dello stato attuale dei prestiti contratti dall'Italia con Stati stranieri.

Scheda del documento  

Documento Tabella dei prestiti

Si tratta di una tabella che esemplifica lo stato dei prestiti contratti dal governo italiano rispettivamente con l'Austria, la Francia, la Germania, l'Inghilterra, la Svizzera, l'Olanda e la Russia. La tabella si articola in varie voci: Stato emittente, Data d'emissione, Ammontare del prestito, Saggio d'interesse, Prezzo d'emissione, Durata del prestito.

Scheda del documento  

Documento Scambio d'opinioni

Nella lettera Sonnino scambia opinioni sulla guerra con Salandra, con particolare riferimento alle capacità dell'Italia d'intessere relazioni con l'estero.

Scheda del documento  

Documento Ancora sul prestito cambiario al Comune di Trieste

Oggetto della lettera sono ancora scambi d'informazioni tra Stringher e Salandra sull'operazione di credito eseguita tra il Comune di Trieste e la banca Credito Italiano di Milano.

Scheda del documento  

Documento Costituzione di un ente bancario anglo-italiano

Stringher discute della costituzione di un ente bancario anglo-italiano, di cui ha già parlato con Salandra. In particolare gli consiglia vivamente di proporlo al Consiglio dei ministri, come oggetto d'analisi e di discussione.

Scheda del documento  

Documento Affare anglo-italiano

Si tratta di una breve memoria inviata da Stringher a Salandra con la lettera del 14 gennaio, per illustrargli meglio i termini del progetto bancario anglo-italiano. Il 2 febbraio 1915 sir Everard Hambro avrebbe sottoscritto il Prestito Nazionale. Convinto di dover fare della pubblicità per facilitarne la sottoscrizione da parte dei clienti della banca, ha ritenuto necessario ottenere il permesso del Governo inglese. Lo stesso Sir Everard avrebbe poi contattato Stringher per proporgli la costituzione di una Banca o meglio di "un trust anglo-italiano" sotto gli auspici del Credito Italiano. L'iniziativa sarebbe stata favorita dal Board of Trade, soprattutto grazie alle pressioni dell'ambasciatore britannico in Roma, sir Rennell Rodd. All'incontro avrebbe presenziato anche Everard Hambro, delegato dalla London County Westminster Bank. In occasione di quell'incontro si sarebbero poste le basi dell'accordo, ossia sarebbe stato fissato il capitale, pari a 800mila sterline, di cui 600mila inglesi e 200mila garantite dal Credito Italiano. Scopo principale dell'iniziativa è finanziare sotto gli auspici della Casa Westinghouse l'elettrificazione della rete ferroviaria del Nord Italia, operazione per la quale sarebbe stata prevista una spesa di 8 milioni di sterline. Le difficoltà da superare riguardano soprattutto la scelta del personale direttivo, la necessità di una sovvenzione da parte del Governo inglese, per la quale si attendono ancora le decisioni del Board of Trade, interessato all'iniziativa, ma non disposto a dare una sovvenzione a fondo perduto. Esso sembrerebbe più propenso a costituire una società, una Trade Company, a capitale molto più limitato e ripartito in parti uguali, con cui studiare prima e operare poi in base agli studi effettuati. Il 4 febbraio Stringher si sarebbe poi recato presso Hambro per avere informazioni supplementari sul progetto della nuova Banca. Per quella data ancora il Board of Trade non ha comunicato, tuttavia, alcuna decisione circa la sovvenzione governativa, ancora piuttosto problematica e senza la quale il capitale inglese sarebbe venuto in buona parte a mancare: "oggi il pubblico non si interessa che di iniziative governative". La situazione aggiornata al 14 febbraio è, dunque, di attesa. In particolare si attende a giorni l'arrivo a Londra del commendatore Balzarotti, "anima della casa e spirito dell'ambasciata britannica a Roma".

Scheda del documento  

Documento Giudizi sugli scritti di Salandra

Stringher commenta positivamente le opere di Salandra da lui lette. In particolare esprime giudizi favorevoli sullo "scritto su la progressione dei bilanci negli Stati moderni", che gli ricorda la prolusione accademica pronunciata da Salandra in seduta di laurea nel 1879, alla quale Stringher aveva assistito con Bodio Luigi.

Scheda del documento  

Documento Rinvio sessione d'esami

De Viti De Marco prega il prof. Salandra di rinviare la sessione straordinaria degli esami a nome di tutti gli studenti. Sono gli anni in cui il De Viti De Marco è collega del Salandra presso l'università di Roma.

Scheda del documento  

Documento Lamentele sul veto di riunione

Oggetto di discussione è la libertà di riunione privata, limitata dal recente veto imposto sulle riunioni che abbiano per oggetto il problema internazionale della guerra. A parere di Pantaleoni il veto si estenderebbe nella pratica anche alle riunioni che hanno "per oggetto una giustizia di valori o altro interesse economico". Nella stessa lettera Pantaleoni avvisa Salandra delle minacce di tumulto da parte dei socialisti. La lettera si conclude con un giudizio poco lusinghiero espresso dal prof. Pantaleoni sul Parlamento italiano: "La Camera è vile assai e occupata di avversari suoi [di Salandra] in prevalenza. Più la Camera resta convocata e più lei si logora". Nonostante tutto Pantaleoni offre il suo sostegno politico a Salandra.

Scheda del documento  

Documento Progetto di fusione delle Società per Azioni

Stringher si apre con Salandra ad alcune riflessioni ed osservazioni sul disegno di legge riguardante l'aumento del capitale e la fusione delle Società per Azioni. A suo avviso è conveniente sollecitarne l'approvazione, perché nel corso di quello stesso mese avrebbero avuto luogo importanti assemblee generali dell'Istituto di Credito.

Scheda del documento  

Documento Appunti di Sonnino

Appunti dell'onorevole Sonnino circa una comunicazione di Rodd, ambasciatore dell'Inghilterra a Roma su navi tedesche e austriache presenti nei porti italiani.

Scheda del documento  

Documento Offerte austriache

Sonnino comunica a Salandra alcune "offerte austriache" di cui ha avuto a sua volta notizia tramite lettera indirizzatagli dal senatore Frassati(1). L'importanza della lettera è da rinviare al momento storico in cui è scritta, ovvero la vigilia dell'entrata in guerra dell'Italia al fianco dell'Inghilterra e della Francia e contro Germania ed Austria. (1) La lettera del senatore Frassati, datata Trieste, 5 maggio 1915, è allegata alla presente lettera di Sonnino.

Scheda del documento  

Documento Appunti di Salandra

Si tratta di una serie di appunti dell'onorevole Salandra "da servire per l'onorevole Sonnino". Sugli stessi fogli sono riportati a margine appunti dell'onorevole Sonnino. Oggetto degli appunti sono le "offerte austriache" di cui i due avevano già avuto modo di discutere.

Scheda del documento  

Documento Lettera agli elettori di Muro Lucano

Nitti invia a Salandra una copia della lettera scritta agli elettori di Muro Lucano "per sostenere in quest'ora, com'è dovere di tutti, l'azione del Governo e lo spirito di solidarietà".

Scheda del documento  

Documento Dichiarazione di guerra alla Turchia

Si tratta della minuta di una lettera indirizzata da Salandra a Sonnino relativa alla dichiarazione di guerra dell'Italia alla Turchia.

Scheda del documento  

Documento Attestato di stima e di solidarietà

Boselli esprime tutta la sua stima per Salandra con queste parole: "il tuo pensiero e l'opera recano continuamente in essa un alto valore e ordinamenti di mirabile efficacia".

Scheda del documento  

Documento Copia del telegramma indirizzato al ministro dell'Agricoltura, Industria e Commercio

Nella lettera sono riportati in sintesi i termini di una questione in relazione alla quale Sonnino ha prima telegrafato al ministro dell'Agricoltura, Industria e Commercio, e poi ha inviato copia del telegramma a Salandra. Dalle carte emerge come il ministro degli Affari Esteri abbia richiamato l'attenzione del Regio Ambasciatore in Londra circa il decreto emanato dal Governo britannico il 24 giugno. Nell'art. 5 del decreto era prevista l'eccezione al divieto d'esportazione per alcune merci in favore soltanto di Francia, Russia, Spagna e Portogallo. Il regio ambasciatore aveva risposto che secondo il governo non trovandosi l'Italia in stato di guerra colla Germania e con la Turchia non poteva in un documento ufficiale essere considerata alla stregua della Francia e della Russia in guerra con tutti i nemici dell'Inghilterra. La disposizione presa non aveva però alcuna pratica conseguenza a danno dell'Italia, in quanto essa avrebbe, ad ogni modo, ottenuto il permesso d'esportazione di tutti gli articoli concessi a Francia e Russia.

Scheda del documento  

Documento Dichiarazione ufficiale di guerra alla Germania e alla Turchia

Minuta di una lettera in cui Salandra informa Sonnino che l'Italia ha ufficialmente dichiarato guerra alla Germania ed alla Turchia. La comunicazione è da leggersi in risposta alla lettera inviata da Sonnino a Salandra il 10 luglio (C=1=8.28).

Scheda del documento  

Documento Sottoscrizioni al prestito nazionale

Stringher aveva fatto intestare un vaglia di lire 6000 al prof. Luigi Einaudi che aveva a sua volta dato conferma dell'avvenuta ricezione con lettera raccomandata. Stringher invita ora Salandra a prestare attenzione alle cifre "interessanti e significative" raccolte in un foglio allegato alla lettera ed intitolato "Riepilogo delle sottoscrizioni al prestito nazionale 4,50". Emissione gennaio ed emissioni di luglio dei seguenti istituti di credito: Banca d'Italia, Banco di Napoli, Banca di Sicilia, Banca Commerciale Italiana, Credito Italiano, Banco di Roma, Società Bancaria Italiana, Società Italiana di Credito Provinciale, Associazione Casse di Risparmio, Federazione Banche Popolari, altri Consorziati di prima Categoria, Consorziati di seconda categoria, Agenzie Istituto Nazionale Assicurazione, Esattori Imposte, Consorzio di Cassa Risparmio Province Lombarde ed Altri Consorziati per un totale a gennaio di 1.000.000.000 e a luglio di 1.121.900.000".

Scheda del documento  

Documento Richiesta di parere a Salandra e Sonnino

Luzzatti invia a Salandra ed a Sonnino la bozza della sua risposta ad una questione non ben precisata nella lettera, affinché entrambi gli comunichino tempestivamente il loro parere. Se necessario accetterà qualunque censura 'in silenzio'.

Scheda del documento  

Documento Giudizio di Sonnino e Salandra sulla risposta di Luzzatti

Sonnino commenta con Salandra la bozza della risposta che Luzzatti ha inviato ad entrambi. Non ha obiezioni da muovere, sebbene come Salandra abbia la stessa "grave preoccupazione delle conseguenze di uno sforzo riuscito vano". Fa riferimento ad alcune comunicazioni del Luzzatti sulla Corte dei Conti.

Scheda del documento  

Documento Complotto contro il ministero Salandra-Sonnino

Il prof. Bossi informa Sonnino sui complotti interni al Parlamento per far cadere il ministero Salandra-Sonnino, puntando soprattutto sul disagio economico e sull'entità delle tasse come causa del malumore serpeggiante negli ambienti politici italiani: "Le tasse e le economie sugli impiegati costituiranno un terribile pericolo se subito non siano seguiti da tasse sui fornitori e industriali anche retroattive". In sintesi il consiglio che il prof. Bossi rivolgeva a Sonnino e che questi avrebbe comunicato a Salandra era di colpire finanziariamente i fornitori dello Stato.

Scheda del documento  

Documento Operazioni finanziarie

Nella lettera Einaudi informa Salandra dell'invio di due pagine con alcune considerazioni per una possibile operazione finanziaria sulla rendita posseduta dalle amministrazioni pubbliche e sul prestito nazionale. Alla lettera è allegato un memoriale dello stesso Einaudi sull'argomento.

Scheda del documento  

Documento Memoriale in allegato alla lettera datata Torino, 19 novembre 1915

Alla pagina 267 della relazione della Direzione Generale della Cassa Depositi e Prestiti per l'anno 1914 risultava che al 31 dicembre 1914 la Cassa possedeva una rendita consolidata al 3,50 per cento dal 1906 per un capitale complessivo di L.452.613.000 e dal 1902 per un capitale complessivo di L.219.099.300. Da queste cifre Einaudi deduceva la possibilità di realizzare una proficua operazione finanziaria nell'interesse dello Stato. Il prezzo attuale della rendita era notevolmente superiore rispetto a quello vigente per il prestito nazionale. Il Governo avrebbe potuto promettere l'emissione di titoli del futuro prestito nazionale alla Cassa Depositi e Prestiti ritirandone in cambio altrettanta quantità di rendita consolidata, ad un corso da valutarsi di comune accordo in relazione ai prezzi che avrebbero potuto essere realizzati sul mercato. La cassa Depositi e prestiti si sarebbe notevolmente avvantaggiata secondo Einaudi da questo cambio in quanto, invece di una rendita perpetua, avrebbe ricevuto un titolo avente una scadenza fissa con un capitale certo di rimborso. Avrebbe tratto maggiori vantaggi anche rispetto all'interesse annuo e avrebbe ricevuto maggior interesse in un periodo relativamente breve, colmando le perdite che avrebbe probabilmente subito in confronto al prezzo di compera. Lo Stato, a sua volta, se avesse venduto i 450milioni di rendite ad un prezzo non troppo diverso da 86, avrebbe ottenuto in sostanza un prestito ad un interesse in quei tempi assai conveniente. Esso avrebbe avuto i seguenti vantaggi: 1) la vendita sarebbe stata effettuata prima dell'emissione del nuovo prestito a venire, senza che il mercato ne risentisse in modo sensibile. A questo proposito Einaudi commentava: "esiste una massa notevole di scoperto, il quale non desidera altro che ricoprirsi. Lo Stato sembra che abbia tutto l'interesse a vendere allo scoperto della rendita vecchia già emessa ad un prezzo conveniente più per lo Stato che per il compratore. Dato che il mercato speculativo è orientato in modo da assorbire facilmente la rendita vecchia, non si capisce perché lo Stato non gliela voglia dare" 2) questo prestito nuovo di più di 400 milioni di lire sarebbe stato emesso senza intaccare la capacità d'assorbimento rispetto ad un futuro prestito. Infatti coloro che avessero acquistato la rendita al 3,50 per cento, spettante alla Cassa Depositi e Prestito, o erano speculatori, dai quali era difficile sperare aiuto per la sottoscrizione di futuri prestiti nazionali, oppure era parte di un pubblico "speciale", il quale era affezionato particolarmente alla rendita e che "non vuol sentire parlare di nient'altro" 3) l'impressione sul pubblico sarebbe stata assai favorevole. Certamente queste operazione doveva essere fatta prima dell'emissione del nuovo prestito, per non confondere le due cose insieme. Era possibile, inoltre, che non solo la Cassa Depositi e Prestiti, "che è l'amministrazione più importante", ma anche altre amministrazioni dello Stato possedessero una rendita consolidata al 3,50 per cento per cifre rilevanti. Se la stessa operazione fosse stata estesa anche ad esse, il bilancio dello Stato - secondo Einaudi - ne avrebbe ricavato notevole vantaggio. Alla possibile obiezione che un effetto provocato da quest'operazione finanziaria potrebbe essere il rilassamento del prezzo della rendita, Einaudi risponde con un'osservazione: "se è davvero nell'interesse dello Stato e dei suoi prestiti futuri il livello attuale rispettivo dei prezzi della rendita e dei prezzi del Prestito Nazionale al 4,50 per cento. I due prezzi sembrano fatti apposta per invogliare i risparmiatori piuttosto a comprare rendita vecchia che a sottoscrivere prestiti nuovi". Conclude: "Alcune persone pratiche della psicologia e delle abitudini dei risparmiatori arrivano persino a dire che sarà inutile e pericoloso la prossima volta tornare ad offrire obbligazioni del prestito nazionale, tanto il pubblico si è ormai persuaso che conviene esclusivamente comprare rendite".

Scheda del documento  

Documento Regolamentazione del commercio estero

Stringher sollecita Salandra a comporre una "buona" commissione per dirigere economicamente gli acquisti all'estero nell'interesse generale. Stringher evidenzia il bisogno che il Tesoro abbia forze e che non gli si creino difficoltà, se si vuole sfruttare efficacemente l'acconto di Londra. Conferma la sua disponibilità e quella del suo istituto a sostenere il Governo ed ogni sua iniziativa.

Scheda del documento  

Documento Programma di soggiorno a Torino di Salandra

In occasione della visita a Torino di Salandra, Boselli rinnova la commissione appositamente formata e prospetta al collega il programma del suo soggiorno. Esso sarà inaugurato dalla visita alle maggiori industrie che lavorano per la guerra, seguita dalla visita ad una o due istituzioni di preparazione civile. Seguirà la visita al Municipio e l'incontro con le autorità pubbliche locali, la visita alla Società Monarchica, l'improvvisata visita all'università e la presenza alla cerimonia d'inaugurazione del Palazzo delle Finanze di Torino.

Scheda del documento  

Documento Confronto politico

Stringher si confronta con Salandra su questioni di politica interna ed estera dell'Italia nel difficile periodo dell'entrata in guerra contro l'impero austro-ungarico, la Germania e la Turchia.

Scheda del documento  

Documento Corrispondenza relativa al Prestito Nazionale tra Salandra e il Direttore del "Corriere della Sera" Luigi Albertini

Il documento comprende un gruppo di nove lettere (a-i) in cui Salandra, Luigi Albertini, Luigi Einaudi e l'editore Ferdinando Bideri si confrontano sul tema scottante del necessario Prestito Nazionale. In particolare le lettere sono: a) Milano, 24 dicembre, lettera di Luigi Alberini con allegate 4 cartelle di una lettera in data 24 dicembre del prof. Luigi Einaudi al senatore Luigi Albertini; b) Milano, 24 dicembre Lettera del senatore Luigi Albertini; c) Napoli, 27 dicembre, Lettera dell'editore Ferdinando Bideri a Luigi Einaudi; d) Milano, 27 dicembre Lettera del senatore Albertini; e) Torino, 28 dicembre Lettera del senatore Einaudi al senatore Albertini; f) Milano, 29 dicembre, Lettera di Luigi Albertini; g) Milano, 30 dicembre Articolo di Luigi Einaudi nelle 2 pagine del Corriere della Sera sul prestito nazionale; h) 31 dicembre, minuta indirizzata al Direttore del Corriere della Sera Albertini; i) Milano, 5 gennaio 1916: lettera di Luigi Albertini.

Scheda del documento  

Documento Considerazioni sul Prestito Nazionale

Stringher dà conferma a Salandra che l'articolo di Luigi Einaudi, pubblicato nelle due edizioni del giorno prima del Corriere della Sera, avrebbe diffuso ed accentuato il malcontento "che già serpeggiava latente tra i sottoscrittori del Prestito Nazionale, emissione gennaio c.a., poiché esclusi dal beneficio dei vantaggi che godranno i sottoscrittori dello stesso prestito emissione luglio. Malcontento che dal lato del diritto è ingiustificato, ma che adesso, dopo di essere stato così autorevolmente e palesemente rilevato e proclamato, merita attenzione perché non mancherà di danneggiare l'esito della sottoscrizione".

Scheda del documento  

Documento Considerazioni sul prestito nazionale ed apologia di Luigi Einaudi

Il direttore del Corriere della Sera torna a riflettere sugli errori del prestito nazionale. Esprime la sua amarezza per la reazione avuta da Salandra alla lettura dell'articolo di Luigi Einaudi sul suo giornale. Egli, infatti, aveva riversato la colpa di aver reso difficile la correzione degli errori strutturali del prestito alla pubblicazione dell'articolo, "quasi che fosse disonorevole per un governo raccogliere una voce dei sottoscrittori di un prestito della quale si è reso interprete in un giornale rispettabile un economista insigne [il prof. Luigi Einaudi]". Alberti sostiene moralmente Einaudi, pronunciatosi sulla questione "non come se si trattasse di un'omissione voluta ma di una concessione sottaciuta, offrendo così il destro al governo d'intervenire a chiarimenti non a correzione delle condizioni del prestito". Einaudi, secondo Alberti, non avrebbe potuto dimostrarsi "più riguardoso". D'altronde non si poteva continuare a tacere dinanzi alle pressanti richieste di chiarimenti e delucidazioni provenienti da più parti su due punti in particolare. Non si poteva non rispondere a quanti "rinfacciavano" le argomentazioni con le quali lo stesso Einaudi e lo stesso giornale avevano promosso la campagna delle sottoscrizioni del prestito nel luglio scorso, argomentazioni svuotate del loro valore o comunque contraddette dalle condizioni della nuova emissione. Alberti rivolge, pertanto, a Salandra l'ennesimo invito ad intervenire per dare ai sottoscrittori le soddisfazioni che essi "legittimamente" reclamano, per evitare così l'insuccesso clamoroso del prestito. Non manca, infine, di sciogliere "un nodo in gola": il potere assoluto assunto dal ministero dall'inizio della guerra, reso necessario dalla peculiare condizione bellica, ma non tale da dover essere esercitato senza consigliarsi "coi suoi amici", senza mai informarli di nulla, se non "a fatto compiuto". "In nessuno dei paesi belligeranti dell'uno e dell'altro campo avviene ciò che si constata in Italia, dove Parlamento, stampa, opinione pubblica, industria, commercio, banca hanno rinunciato ad ogni controllo, ad ogni critica, ad ogni manifestazione anche privata", affidandosi a due soli uomini: il Capo del Governo ed il ministro degli Esteri. Si lamenta del fatto che né banchieri né economisti siano stati interpellati su modalità, tempi e condizioni dell'emissione del nuovo prestito.

Scheda del documento  

Documento Consigli sul prestito nazionale

L'onorevole Nitti invita Salandra a leggere un suo articolo, intitolato "L'ora presente" che sarebbe stato pubblicato il giorno successivo sul giornale "La finanza italiana". L'articolo si propone soprattutto "di giovare ad un nuovo prestito e suggerisce alcuni provvedimenti che sembrano così necessari".

Scheda del documento  

Documento Bozza di una memoria sul prestito nazionale

E' la bozza di una memoria riassuntiva di tutto ciò che interessa il prestito nazionale al 5 per cento. Coglie l'occasione per invitare Salandra a tenere una conferenza sull'esecuzione dei patti di Londra. Adombra i suoi dubbi sulle gravi ripercussioni sul corso dei cambi con l'estero che si verificheranno in seguito ad una non corretta esecuzione dei suddetti patti.

Scheda del documento  

Documento Questioni politiche

Biglietto dell'onorevole Sonnino all'onorevole Salandra con omessi appunti dattiloscritti sulla questione di Salonicco, dell'Albania e dell'Adriatico.

Scheda del documento  

Documento Ricadute economiche della guerra

Si tratta di una lettera del prof. A. De Viti De Marco, con acclusa la lettera datata Roma, 9 febbraio in cui alcuni suoi amici politici, delegati di vari partiti, esprimevano al Ministro del Consiglio Salandra considerazioni sulla guerra. Il giudizio sull'intervento dell'Italia in guerra è in generale positivo, ma viene evidenziata qualche lacuna: "nonostante le difficoltà il Governo ha fatto sforzi importanti per superarle. Ci sono stati molti e gravi errori. Nel preparare armi e munizioni si poteva fare di più coi vantaggi per l'economia. [Omissis...] Nella preparazione economica si potevano evitare parecchi danni, che il Paese ha dovuto subire, se vi fosse stata maggiore previdenza e migliore organizzazione: quel che riguarda il grano, il carbone, i noli, la funzione portuale, i cambi, ne è prova eloquente. Nell'azione diplomatica una più intima e completa intesa tra gli alleati avrebbe potuto stabilire una collaborazione economica e finanziaria, che è stata invece minor del bisogno, e avrebbe dovuto porre a propria base e cemento un piano unitario e metodico di attività politica e militare che è invece mancata".

Scheda del documento  

Documento Risposta

Salandra nella lettera si limita a dare conferma dell'avvenuta ricezione della lettera del prof. De Viti De Marco e s'impegna a prestare la massima attenzione al "documento" accluso.

Scheda del documento  

Documento Appunti del prof.Maffeo Pantaleoni

Stringher invia a Salandra una lettera con alcuni appunti dattiloscritti di Maffeo Pantaleoni in allegato (Note del prof. Pantaleoni). Essi sono articolati nei seguenti punti di discussione: 1) Il concorso di capitale estero nelle industrie - quello esistente e quello che sarebbe possibile e desiderabile; 2) E' assai più utile agli italiani che non s'investa direttamente nelle singole industrie, nella navigazione, nell'elettro-tecnica, nei cotonifici, ecc., bensì si prendano compartecipazioni nelle banche di credito mobiliari e attraverso queste gli stranieri s'interessino alle industrie: il riparto del capitale tra le varie domande riuscirà allora più conforme alle produttività marginali, avverrà in modo più disseminato e così da non fare 'blocco' in certi rami d'industria; avrà caratteri più agili, liberi, sostituibili. E' assai più facile ottenere il concorso a banche anziché venti concorsi in venti industrie, perché il primo metodo richiede risposta ad un solo quesito, anziché a venti; e risposta a quesito di cui gli elementi sono facilmente riuniti, anziché a quesiti di cui gli elementi sono molti gruppi eterogenei; 3) Una combinazione è ora presente, domani non lo sarà più; e un'altra sarà resa difficile dall'inconsiderato rifiuto dell'attuale. Assumerà perciò una grave responsabilità chiunque: a) la esaminasse superficialmente; b) la lasciasse tramontare per tardività nel decidersi. La combinazione che si offre è adeguata per la forma e per le persone alle esigenze del patto di Londra (...); 4) Il patto di Londra non acconsente più l'equivoco della formale pace con la Germania e dell'effettiva lotta contro questo solo e vero nemico nostro. Ci priva pure, l'equivoco detto, di pegni utili per il giorno della pace; 5) La combinazione proposta, perché è anglo-belga-francese, esclude il dominio di un'unica forza straniera in Italia. E' stato questo punto antitetico al regime precedente che è ancora l'attuale; 6) La combinazione proposta riunisce forze capitalistiche così ingenti, quale nessun'altra combinazione può riunire maggiori e perciò tali da essere di grande giovamento per l'Italia nel regime post-bellico; 7) Le banche e gli industriali disposti a far parte di una combinazione con la Commerciale: a) a patto che questa si liberi dai tedeschi e dagli italo-tedeschi, b) a patto che il governo gradisca il loro intervento (...).

Scheda del documento  

Documento Accordi finanziari con l'estero

Stringher fa riferimento ad una conversazione avuta con Salandra sulle "progettate combinazioni francesi ed inglesi con le banche italiane" . Stringher, inoltre, comunica all'amico di aver scritto al delegato della Banca d'Italia a Londra, Joe Nathan, per informarlo, innanzitutto, che in Italia si vedrebbe favorevolmente la partecipazione del capitale italiano nel progetto della combinazione anglo-italiana, meno sproporzionato rispetto all'inglese, per il momento stabilito in un rapporto di 6 a 2. Inoltre lo informa che il governo italiano è favorevole alla partecipazione diretta del Board of Trade o, comunque, alla sua garanzia sull'affare, per evidenti considerazioni di principio e di opportunità. Su quest'ultimo punto "delicato", per il quale Salandra aveva richiesto maggiori informazioni, ha pregato Nathan di assumerne a Londra e di riferirne a Stringher con qualche sollecitudine. Sicché Stringher è in attesa di risposte importanti da Nathan, che comunicherà prontamente a Salandra.

Scheda del documento  

Documento Trust anglo-italiano

Stringher invia le informazioni ricevute da Nathan a Salandra. Si tratta d'informazioni relative alle riunioni svoltesi a Londra tra i rappresentanti del Consorzio anglo-italiano alla presenza del commendatore Balzarotti, amministratore del Credito Italiano, del commendatore Bianchi, già direttore generale delle Ferrovie dello Stato. Pare siasi convenuta la costituzione di un trust di carattere esclusivamente finanziario costituito dai due gruppi: l'uno inglese (400mila sterline di capitale), l'altro italiano, con capitale di 10 milioni di lire, di cui per l'equivalenza di 200mila sterline, garantito dal Credito Italiano e il resto (200000 sterline) sottoscritto dal gruppo inglese. La direttiva generale del trust dovrebbe essere comune. Il Cancelliere McKenna su istanza del Board of Trade ha aderito alla proposta di garantire al gruppo inglese l'interesse del 5 per cento annuo per un capitale massimo di 600mila sterline. Ha ritenuto conveniente far conoscere a sir Everard Hambro che il governo italiano non era al corrente della cosa e di autorizzarlo a suggerire che il governo inglese per la buona regola informi quello italiano prima di decidere. Sembra che l'iniziativa dell'affare sia dovuta principalmente alla casa Westinghouse e che il trust abbia come primo scopo la trasformazione in trazione elettrica delle ferrovie dell'Italia settentrionale, alla quale trasformazione la Westinghouse s'interessa specialmente".

Scheda del documento  

Documento Ancora sulla costituzione del trust anglo-italiano

Stringher informa Salandra della partenza di Balzarotti e dell'ingegnere Bianchi da Londra a Roma per la fondazione del trust anglo-italiano. La costituzione era subordinata all'approvazione del governo italiano, e ciò per merito dell'intelligente mediazione di sir Everard Hambro.

Scheda del documento  

Documento Dimissioni di Sonnino

Pantaleoni si confronta con Salandra sulla crisi ministeriale del 1916, aggravata dagli insuccessi bellici. Secondo Pantaleoni Sonnino non dovrebbe dimettersi, per non aggravare la situazione già critica.

Scheda del documento  

Documento Risposta di Salandra sulle dimissioni di Sonnino

Salandra risponde a Pantaleoni di essere perfettamente d'accordo con lui sulla necessità che Sonnino rimanga ad occupare il ministero.

Scheda del documento  

Documento Segnalazione personale

Lettera di segnalazione per la nomina a sottosegretario di Maury Eugenio.

Scheda del documento  

Documento Su un prestito ricevuto

Boselli ringrazia Salandra per avergli prestato una somma di denaro di cui necessitava per ragioni non esplicitate nella lettera.

Scheda del documento  

Documento Rapporto del Regio Console di Melbourne

Nella lettera Sonnino si confronta con Salandra su un rapporto del Regio Console di Melbourne, A.B. Piddington, presidente dell'InterState Commision, che allega alla stessa lettera. Il rapporto riguarda questioni d'interesse politico.

Scheda del documento  

Documento Incontro con il barone Sakatani

Nella lettera si parla del barone Sakatani, delegato alla conferenza di Parigi e già suo collega nell'Istituto Carnegie, il quale vorrebbe conoscere Salandra prima di lasciare l'Italia. Pantaleoni sperava che Sonnino glielo presentasse. Il barone è, secondo Pantaleoni, un personaggio molto importante per le numerose relazioni che intesse col mondo universitario europeo e americano. Se Salandra, dunque, interrompesse il suo riposo per conferire qualche ora con il barone renderebbe un nuovo servizio alla causa patria.

Scheda del documento  

Documento Presentazione del barone Sakatani e discorso sulla guerra di Luzzatti

Pantaleoni traccia un breve profilo professionale del finanziere Sakatani a Salandra. Da quanto scrive Pantaleoni emerge come Sakatani si fosse distinto nel trattare la pace russo-giapponese con DeWitt. Pantaleoni lo conobbe qualche anno prima a Berna nel penultimo congresso della Carnegie. Arrivò in quell'occasione qualche giorno prima per discorrere con J.B.Clark della Columbia University. C'era anche già Sakatani che aveva per segretario un suo ex-studente di Ginevra. C'era anche Teodoro Schiemann, il professore di storia orientale dell'università di Berlino, capo redattore della Kreuz Zeitung. Due giorni dopo sarebbe arrivato Luzzatti, il quale avrebbe annunciato a Pantaleoni che si sarebbe personalmente occupato del discorso da pronunciare per l'Italia in occasione dell'inaugurazione. In quell'occasione Pantaleoni si sarebbe mostrato alquanto dubbioso e titubante: di sicuro Luzzatti avrebbe inneggiato alla pace, e in tal modo si sarebbe giocato la conferma alla carica ministeriale. Si riportano le parole esatte pronunciate da Pantaleoni nel dialogo con Luzzatti così com'è stato riportato nella lettera: "Lo sai, me ne frego di quello che fai, ma affinché non si dica che dei due italiani che c'erano qui uno era un coglione, ti dico di almeno fare riserve, e ancora riserve". Luzzatti aveva effettivamente preparato "un grandioso discorso pacifista" ed era intimorito dalle parole di Pantaleoni, a tal punto da chiedergli di dargli dei suggerimenti sulle correzioni da apportare. Pantaleoni gli avrebbe, così, consegnato un suo "memorialino" liquidandolo con queste parole: "Senti, non credere a me. Strofinati un po' a Sakatani come ho fatto io e vedrai che luce viene dall'Oriente. Poi strofinati a quell'accidente d'un prussiano e vedrai cosa pensa un amico intimo del Kaiser (Schiemann era stato nominato professore dal Kaiser contro il parere della facoltà)". Luzzatti avrebbe di fatto parlato all' ouverture "come un Dio contro la pace!". Tre mesi dopo il pronunciamento di quel discorso sarebbe iniziata la guerra turca. Pantaleoni preannuncia poi a Salandra una nuova crisi ministeriale per dicembre. I giolittiani avrebbero dato, a suo avviso, "una nuova spallata al sistema: sistema d'altronde debole, pieno di contrasti e di insidie". La speranza di Pantaleoni è che per quella data Salandra "si sia rimesso in gamba".

Scheda del documento  

Documento Scambio d'informazioni politiche

Nella lettera Pantaleoni si apre ad alcune considerazioni di natura politica: "Caro professore, sono assai numerosi i problemi politici, ma proprio per questo non è indifferente a noi italiani avere gli uni o gli altri al governo. Tra le condizioni, assai numerose, vi è pur quello della qualità o dei caratteri degli uomini che sono al governo! Pericle, nel suo testamento, scongiurò gli ateniesi di non volersi rovinare con spedizioni lontane. Morto lui, prevalse l'avviso della spedizione a Siracusa e Atene cadde". E continua con alcune considerazioni sulla disastrata situazione economico-finanziaria del Mezzogiorno: "non è solo Troia che è nella miseria, ma gran parte del Mezzogiorno. La gente vi muore di fame e in silenzio! E la vera guerra, il vero travaglio della guerra è in larga misura fatto dal Mezzogiorno! Ma come aiutarli! Non capiscono e seguono e amano coloro che li ingannano. Al policlinico ci sono molti cani operati e molti sono contadini della Puglia e Calabria. Attualmente impera una camorra ligure-piemontese-lombarda delle più avide, grette, crudeli ed intellettualmente mediocri. Concordia? Si! Ma secundum quid, e non secundum aliud. Peccato non abbia potuto abbracciarmi con Sakatani (?). Gli Stati Uniti sono presi da un pericoloso senso d'imperialismo militarista anti-inglese ed anti-giapponese. Questo li butterà nelle braccia della Germania. I giapponesi pararono bene la domanda d'internazionalizzazione delle ferrovie mauriziane con l'ultimo trattato. Ma la lotta è ancora aperta. Può riuscire utile a noi".

Scheda del documento  

Documento Richiesta di sostegno morale

Minuta della lettera in cui Salandra si apre con l'amico Sonnino sulle "miserie" che pubblicano contro di lui "Il Mattino" e "l'Avanti!". Chiede il sostegno di Sonnino per rispondere a tante calunnie.

Scheda del documento  

Documento Pubblicazione della nota di risposta di Salandra alle critiche dei quotidiani

Lettera dell'onorevole Sonnino concernente una nota scritta da Salandra in risposta alle critiche pubblicate contro di lui da quotidiani del tempo. Nella lettera sono allegati dei ritagli di giornale. Sonnino conferma a Salandra di non avere alcuna obiezione a pubblicare la nota suddetta. Coglie l'occasione per rivolgere a Salandra qualche consiglio: "potresti anche dire (in risposta al Secolo) che la denuncia del trattato di commercio era già stata approvata anche da te come di fatto fu. Ma forse è meglio non entrare nei dettagli". Allegati: 1) da Il Secolo, 28 agosto. Sono sottolineati in rosso i punti cruciali dell'articolo: "soltanto in questi ultimi due mesi la politica italiana è diventata apertamente antigermanica" e "Ma rimanevano inalterati i nostri vincoli economici con la Germania ed i nostri alleati che li conoscevano non si fidavano di noi" e "Infatti il trattato di commercio italo-tedesco fu denunciato dal Ministero Nazionale nella prima quindicina di luglio" e "La dichiarazione di guerra fatta ora è la conseguenza logica della denuncia del trattato di commercio". 2) L'Idea Nazionale: trafiletto.

Scheda del documento  

Documento Sulla Massoneria italo-francese e sulla sua penetrazione in Parlamento contro Salandra

Lettera in cui Pantaleoni parla di gruppi politici coinvolti nell'associazione segreta massonica europea ed italiana. A livello europeo fa riferimento in particolare alla Massoneria francese ed ai suoi motivi di ostilità. Ponte tra la massoneria italiana e massoneria francese è il gruppo di politici che gravita intorno alla società editoriale dei giornali "Il Secolo", "Il Messaggero" ed il "Petit parisien", che si vende molto a Roma. A questo punto Pantaleoni entra più nel dettaglio e nomina i politici direttamente coinvolti nella rete massonica italo-francese: "il Della Torre (senatore, Banco Intesa, Commerciale, ex giolittiano) sussidia pure "l'Avanti" e sta a cavallo tra radicali, socialisti e giolittiani. fa sempre l'ultra-democratico. Fera è radicale, giolittiano, massone, amico del piccolo Ciccotti, direttore della "Polemica Socialista". (...) e pensare che lei è combattuto perchè antidemocratico, perchè sostenuto dal "Corriere della Sera", perchè antimassone, reazionario, sospetto cattolico, e questa nomina o reputazione la stanno facendo gli anticlericali e massoni francesi. Nell'attuale gabinetto sono massoni Fera, Bonomi, Bianchi, Scialoja."

Scheda del documento  

Documento Lettera in codice

Lettera in codice con una serie di numeri decodificati di pugno da Salandra relativi ad informazioni ministeriali sulla presunta caduta del ministero vociferata da Orlando in favore di Salandra.

Scheda del documento  

Documento Incontro con Ruffini

Boselli organizza un incontro tra Salandra ed il senatore Ruffini.

Scheda del documento  

Documento Scambi d'informazioni politiche

Lettera in cui Pantaleoni presenta a Salandra il caso di un articolo di Preziosi sul Tittoni censurato: "L'articolo mi sembra assai modesto è vero, modesto nella forma, vero nella sostanza. Mi sembrava anche opportuno. Il Tittoni è pericolosissimo. I dissensi del Tittoni in politica sono della stessa natura dei dissensi scientifici o di questioni di belle arti. Sono analoghi ai dissensi in affari. Si è avversari scientifici, si è nemici politici. Un nemico politico io lo voglio e debbo volerlo morto, così un avversario in affari lo voglio fallito, se non lo volessi, vorrei la mia morte, il mio fallimento - e allora è impensato fare della politica, fare degli affari, è ragionevole smetterla di fare il Pitagora. La censura che protegge Tittoni lo crede un amico politico. Allora c'è un errore di giudizio, di diagnosi, basato su inadeguate informazioni. Ma questo è grave. Innanzitutto occorre vedere giusto per agire opportunamente. Ma possibile che Sonnino si illude su Tittoni?". Pantaleoni fa poi riferimento ad un giornalista francese che avrebbe avuto la "sfacciataggine" di indicare "quali siano i nostri giusti uomini". Scrive a proposito Pantaleoni: "è un colmo che perfino un Luzzatti ha il tatto di non commettere nei riguardi dei francesi!!".

Scheda del documento  

Documento Informazioni private

Tornato dalla Basilicata, Nitti è stato a Rionero in Vulture, ospite di Giustino Fortunato. Manderà presto a Salandra il testo del suo discorso appena sarà pubblicato dalla Casa editrice Laterza.

Scheda del documento  

Documento Congratulazioni

Lettera in cui Boselli si congratula con Salandra.

Scheda del documento  

Documento Onorificenze

Stringher commenta con Salandra le pubbliche onorificenze di cui sono stati resi oggetto entrambi.

Scheda del documento  

Documento Sulle misure restrittive del consumo del pane e della farina

Minuta in cui Salandra rende note a Boselli alcune personali osservazioni da lui giudicate di "grave ragione d'interesse pubblico". Le osservazioni riguardano le voci a Roma e in provincia circa provvedimenti di restrizione del consumo del pane e della farina: "che se invece il governo non sia sicuro di evitare quelle che meglio chiamerei le "carte del pane" o provvedimenti analoghi, io ti prego, prima di rassegnarti a tale eventualità di considerare le probabili conseguenze di qualsiasi misura restrittiva del consumo del pane e della farina. Io non so come tali misure potrebbero attuarsi senza una compressione amministrativa, per la quale non credo che abbiamo organi sufficienti". Nel caso si superassero tali ostacoli teme comunque ripercussioni sociali e pubbliche e serie perturbazioni dell'ordine pubblico. "Tutto il Mezzogiorno e le isole, (...) i contadini e operai delle città vivono di pane e di farina e non d'altro o l'altro è un equiparante e non conta. Ma il pane quanto ne occorra è considerato come un diritto naturale a cui non v'è autorità al mondo che possa imporre limite. Se si formasse l'opinione che a causa della guerra manca il pane, la guerra diventerebbe odiosa e maledetta, mentre ora è accettata dalle classi più elevate con virile fiducia delle masse (e non si può pretendere di più) con serena rassegnazione". Invita Boselli a considerare il pane importante quanto le munizioni e a tenerne debito conto nella contrattazione con gli alleati perché l'approvvigionamento è diventato un'impresa comune.

Scheda del documento  

Documento Sulla proposta d'introduzione della "carta del pane"

Boselli ringrazia Salandra per la lettera ricevuta. Si riportano alcune delle sue considerazioni espresse nella lettera: "(...) in marzo il paese era alla fame. Non che mancano gli acquisti del grano nelle terre lontane. Ma mancano i mezzi per trasportarlo in Italia. (...). Già deliberammo che ai trasporti del grano fosse data la prima preferenza. Tutto ciò che tu dici è verità, previdenza, saggezza. Se da noi fosse prescritta la "carta" che gli alleati non hanno, il popolo nostro maledirebbe la guerra, la guerra nostra avrebbe all'interno una sconfitta dolorosa sommamente e forse minacciosa. Della "carta del pane" non si ventilò finora la proposta, né credo si avrà a discuterla: di certo deve essere usata solo nel caso in cui fossimo al giorno della fame, né fosse possibile trasportare grano a nessun costo, bisognerebbe scegliere tra i guai della carestia spaventosa e i guai della "carta"! (...) Così stanno oggi le cose. Avrò sempre presenti le tue osservazioni (...)".

Scheda del documento  

Documento Scambio d'informazioni politiche sulla Massoneria in Italia, ostacolo di un ritorno di Salandra al governo

Lettera d'interesse esclusivamente politico. Pantaleoni chiede a Salandra di procurargli un elenco nominativo esatto di tutti i venerabili della Loggia Italiana chiedendolo alla Direzione Generale della Sicurezza Pubblica. "I nomi non sono che 36mila in Italia e tutto il loro capitale non è che di 15 milioni. (...)Ciò non può tanto dominare gran parte della vita pubblica italiana. Alcune cose fanno bene, molte fanno male. Per costringerli a limitarsi alle prime e chiedere loro la via delle seconde, a mio avviso basta proiettare luci, luci, più luci. Il Sole è il più potente microbicida. Nessuno osa fare porcherie in pubblico, all'infuori di due rarissimi tipi di uomini: certi delinquenti eccezionali e certi altrettanti eccezionali uomini di Stato.(...) Questa pubblicazione sortirebbe il medesimo effetto moderatore che ebbe quello della pubblicazione esatta di tutte le imprese nelle quali era interessata la Commerciale, con l'esatta indicazione dei Capitali da essa impegnata nelle medesime (...)". Pantaleoni conclude il suo intervento precisando che "è la Massoneria, come già le spiegai, il maggiore ostacolo a un suo ritorno e la lega è potente, perchè si estende in Francia".

Scheda del documento  

Documento Lettera del signor Piddington

Sonnino scrive a Salandra per inviargli una lettera del signor Piddington consegnata al console in Melbourne perché fossero rimesse a Salandra.

Scheda del documento  

Documento Ritagli di giornale e informazioni su Caillaux

Il prof.Pantaleoni invia a Salandra due ritagli di giornale, tratti dalla "Idea Nazionale" ed entrambi soppressi dalla censura: 1) "Uno strano camaleonte"; 2) "La giornata dei Renoir". Nella stessa lettera Pantaleoni informa Salandra della presenza a Roma, presso l'Hotel di Russia di Caillaux, sotto uno pseudonimo. Egli avrebbe già avuto contatti con il Papa e con un paio di giolittiani per trattare la pace attraverso pratiche extragovernative.

Scheda del documento  

Documento Speculazioni e sopraprofitti di guerra

Pantaleoni si apre con Salandra ad alcune considerazioni e giudizi su personaggi ed eventi politici italiani. Paragona Caillaux in Francia a Giolitti in Italia: entrambi, a suo avviso, avrebbero "fabbricato" la Camera attuale. Caillaux è il capo del partito socialista, ma, appartenendo a famiglia cattolica clericale e legittimista, ha ancora influenza tra i cattolici. A Napoli ha legato con Scarfoglio, a Roma con Modigliani. "La Casa socialista, avanti a lui, si è rifornita a mezzo delle assicurazioni fatte con Agnelli e Della Torre sul ribasso delle azioni della Fiat. La campagna contro i sopraprofitti di guerra ha servito all'uopo. Io temo che anche Sonnino non abbia una veduta giusta in argomento e vada rosso in argomento di sopraprofitti. (...) Spiegarle la speculazione è troppo lungo. L'equivalente di Caillaux in Italia è il senatore Della Torre. Mediante il fiscalismo demagogico nella cui rete cade Sonnino, si fa la politica neutralista, perché si sabotano le industrie belliche". Allegati: 1 c. dattiloscritta, datata Napoli, 21 dicembre 1916; lettera dell'avv. Ettore Sacco contro gli articoli pubblicati sul Mattino che affossano il morale già basso del Sud per Calandra (c. 139 bis).

Scheda del documento  

Documento Informazioni su Nitti e Giolitti

Pantaleoni informa Salandra sugli appuntamenti di Caillaux ed invia notizie su Giolitti, che si è risentito con Nitti per averlo fatto apparire in pubblico discorso come favorevole alla guerra quando egli è per la pace. Inoltre Pantaleoni informa Salandra che i massoni di rito scozzese, ufficialmente favorevoli alla guerra, in realtà lavorano per la pace.

Scheda del documento  

Documento Sostegno morale e politico a Salandra

Pantaleoni sostiene moralmente Salandra invitandolo a non abbandonare l'impegno politico: "Lei mi dice che lei non è al governo. Purtroppo! E per colpa sua pure! Ma, l'Italia non è soltanto il governo; è anche la somma degli uomini energici e aventi coltura politica!E nella specie, lei non è il primo venuto, ma il cugino del Re, l'ex presidente e l'uomo che ha osato ciò che non solo altri non hanno osato, ma contrastato e perciò ha attitudini per tornare ad osare!Se la stampa fosse meno veicolata mi batterei anche da solo! Fiducioso che gli italiani sono il più grande popolo del mondo per intelligenza e slancio".

Scheda del documento  

Documento Auguri di buon anno

Stringher invia gli auguri a Salandra "ad inizio di un anno che non sarà meno duro, ma che confidiamo vistosamente risolutivo".

Scheda del documento  

Documento Invio del giornale 'L'Unità'

Nella lettera De Viti De Marco promette a Salandra l'invio del giornale l'Unità in omaggio, anche se si aspetta che il professor Salandra sottoscriva l'abbonamento sostenitore.

Scheda del documento  

Documento Articolo pubblicato su "Libertà Economica"

Nella lettera l'onorevole Salandra invia al prof. Giovannini un suo articolo apparso sulla "Libertà Economica", concernente la concessione della medaglia di bronzo al valore militare al tenente Vittorio Salandra, suo figlio. In tale articolo Salandra è difeso dalle accuse di averlo occultato durante la guerra.

Scheda del documento  

Documento Considerazioni varie di natura politica ed economica

Pantaleoni si lascia andare ad una critica feroce contro la triade Orlando, Vigliani, Corradini che gli ha censurato una serie di articoli. Parla poi di "titoli di emergenza verso il paese", ovvero: il monopolio delle assicurazioni, che avrebbe circa 40 milioni di deficit, dovuti in gran parte alle ruberie che ebbero luogo nell'acquisto delle attività delle compagnie in liquidazione; la distruzione della scuola di foresteria di Vallombrosa; la costruzione del lago di Muro Lucano; la sua consulenza presso il Banco Sconto. Infine fa riferimento a Nitti, pronto ad accettare solo la presidenza parlamentare, o il ministero degli Interni o gli Esteri, mentre rifiuterebbe il Ministero del Tesoro.

Scheda del documento  

Documento Appuntamento tra Boselli e Salandra

Si definiscono i termini dell'incontro tra Boselli e Salandra.

Scheda del documento  

Documento Congratulazioni e sostegno politico

Nella lettera vi sono i saluti e le congratulazioni di Boselli "per ogni gloria del suo ingegno, per ogni letizia del suo cuore". Augura a Salandra di dare all'Italia nuove opere.

Scheda del documento  

Documento Biglietto

Stringher invia a Salandra i suoi complimenti per lo "splendido discorso all'Università". La lettera attesta il rapporto di stima oltre che di affetto che lega Salandra e Stringher.

Scheda del documento  

Documento Congresso interventista

Pantaleoni informa Salandra di una riunione prossima in vista dell'organizzazione di un Congresso interventista.

Scheda del documento  

Documento Dossier Garroni

Sonnino si accorda con Salandra su giorno ed ora dell'incontro in cui discuteranno del "dossier Garroni". L'appuntamento è fissato per sabato 8 alle 2 e mezza del pomeriggio.

Scheda del documento  

Documento Sulla formazione di Comitati di resistenza misti di operai ed impiegati

Pantaleoni scrive a Salandra per rendergli nota una lettera scritta dal direttore delle Officine Ansaldo a un amico di Roma. Dalla lettera, che Pantaleoni allega in copia dattiloscritta, proveniente da Genova in data 19.11.1917, si trae l'informazione della costituzione di un comitato misto di impiegati e di operai per soccorrere i profughi nella speranza di raccogliere qualche centinaio di migliaia di lire. Gli impiegati e gli operai, secondo Pantaleoni, sono "tutti bene animati e forzeranno la mano anche al governo". Pantaleoni chiede che si mettano in prigione i sobillatori, a partire da un certo Lazzari Costantino. Teme che se non faranno loro la rivoluzione, facendo chiudere tutti i Comitati di resistenza, "non caveranno un ragno dal buco". Stanno organizzando una squadra di fidata vigilanza ma, perché funzioni, è necessario l'appoggio ministeriale.

Scheda del documento  

Documento Sonnino interventista

Sonnino esercita pressioni su Salandra per convicerlo della necessità dell'intervento dell'Italia in guerra.

Scheda del documento  

Documento Risposta di Salandra

Risposta di Salandra alla lettera di Sonnino. Salandra condivide le argomentazioni addotte da Sonnino a sostegno dell'entrata in guerra dell'Italia.

Scheda del documento  

Documento Sull'atteggiamento che l'Italia assumerà nel primo conflitto

Salandra sostiene ufficialmente la neutralità dell'Italia, ma avverte la necessità di sentire Giolitti e Sonnino prima di prendere decisioni su quale atteggiamento l'Italia debba assumere rispetto al conflitto mondiale.

Scheda del documento  

Documento Considerazioni su neutralità ed interventismo

Salandra dichiara la sua tendenza, già espressa nella precedente lettera, che "è in genere di armare"; "in ogni modo è tanta disoccupazione di meno e tanto meno pericolo di disordini e di opposizione rispetto a qualunque provvedimento d'urgenza".

Scheda del documento  

Documento Sulle scelte politiche di Salandra

Sonnino ribadisce il consiglio di seguitare ad armare il paese quanto più è possibile, ma di attenersi sempre rigorosamente alla neutralità. Il paese si sta eccitando troppo contro l'Austria e i giornali si sono troppo indirizzati verso questa strada.

Scheda del documento  

Documento Sulla neutralità

Salandra conferma la scelta della neutralità, nonostante le lusinghe da parte di entrambi gli schieramenti in conflitto. La principale preoccupazione avvertita da Salandra è di lasciare il Paese in condizioni peggiori di quelle in cui l'ha trovato. "Adesso il paese è col Governo, specialmente con me. Probabilmente non sarà così tra qualche tempo, perché il paese vorrebbe ottenere grossi risultati con piccoli sforzi, ma al rivolgimento dell'opinione sono preparato".

Scheda del documento  

Documento Strategie di conquista dell'Albania

Sonnino suggerisce a Salandra di procedere all'impresa militare in Albania, puntando principalmente sull'occupazione del Piccolo Promontorio e dell'isola di Saseno, come modo per "fare qualcosa di discretamente serio come difesa dello sbarco dell'Adriatico, nel caso assai probabile che l'Albania vada in mano ai pezzi grossi". Dalle parole di Sonnino emerge chiaramente la motivazione economica (il controllo dell'Adriatico), oltre che politica e militare che induceva l'Italia a procedere con l'occupazione dell'Albania.

Scheda del documento  

Documento Invio lettera del direttore della sezione "Politica Estera" del 'Times'

Sonnino spedisce a Salandra copia della lettera di Steed, direttore della sezione "Politica Estera" del giornale "Times", in costante contatto con il Ministero degli Affari Esteri inglese. La lettera è datata 3 settembre, ma ritiene ugualmente opportuno inviarla a Salandra per sua "maggiore notizia". Scrive Sonnino: "Steed, che tu conosci, è uomo di buona fede e convinto di quello che fa". Salandra, sulla base della situazione attuale, potrà valutare da sé se quanto scritto da Steed abbia ancora una qualche validità.

Scheda del documento  

Documento Informazioni del Ministero di Guerra

Salandra invia a Sonnino informazioni riservatissime del Ministero di Guerra.

Scheda del documento  

Documento Sulle prossime manovre politiche dell'Italia

Sonnino si mostra convinto che l'occupazione di Saseno e della baia di Valona vada fatta subito, senza chiedere permessi a nessuna autorità, prima che si decida la grande battaglia in Francia e che la Russia abbia potuto sbaragliare l'esercito austriaco.

Scheda del documento  

Documento Sul miglioramento della circolazione monetaria in Italia

Sonnino dà prima indicazioni di strategia militare sulla conquista di Valona. Nella seconda parte della lettera, invece, si apre ad alcuni suggerimenti sulle misure finanziarie che Salandra, in qualità di presidente del Consiglio, potrebbe prendere per migliorare la circolazione monetaria in Italia: "Mi pare che Rubini avrebbe dovuto (e potrebbe ancora) profittare dell'occasione delle larghe venatorie concesse alle Banche pei conti correnti per abolire quei limiti (se ben ricordo di non più di 1/3 del tasso dello sconto) che furono dal Giolitti imposti agli interessi dei conti correnti degli Istituti di Commissione (per amore della Banca Commerciale, con appoggio di Luzzatti, legato alla Banca di Credito). Si potrebbe elevare quel limite alla metà dello sconto. Credo che sarebbe un provvedimento molto utile all'igiene della nostra circolazione anche in tempi normali".

Scheda del documento  

Documento Sui conti correnti degli Istituti di emissione

Salandra risponde a Sonnino sulla questione politico-militare della conquista di Valona. Interessante il post scriptum, nel quale Salandra dichiara: "sono in tutto della tua opinione circa i conti correnti degli Istituti di emissione, i quali, in quest'ultimo mese, hanno dato il maggior reflusso che si poteva avere. Ma Stringher ha ridotto l'interesse dal 2 all'1 e mezzo e Rubini risente le influenze milanesi" sulla conquista di Valona.

Scheda del documento  

Documento Sulla conquista di Valona

Sonnino suggerisce a Salandra di conquistare Valona anche senza il consenso degli inglesi.

Scheda del documento  

Documento Sulla conquista di Valona

Nella lettera si discute della delicata questione politico-militare della conquista italiana di Valona in Albania.

Scheda del documento  

Documento Sulla guerra in Albania

Salandra informa Sonnino sugli esiti del suo incontro di due ore con Rubini ed altri ministri.

Scheda del documento  

Documento Consigli di strategie politiche da seguire in Parlamento

"Caro amico, dalla tua lettera rilevo con piacere che per ora Rubini si è acquietato. Sugli altri devi importi. (...) Convieni con me che nel momento attuale conviene che tu vada avanti con l'interim e con il Gabinetto come si trova, perché ogni cambiamento può precipitare gli avvenimenti": il tema centrale intorno a cui ruota questa lettera di Sonnino è l'impresa militare italiana in Albania, con riferimenti più o meno espliciti ai contrasti ed alle divisioni parlamentari che essa implicò.

Scheda del documento  

Documento Sulla questione di Valona

Salandra informa Sonnino d'aver raggiunto l'accordo con Rubini. Il prossimo passo sarà trattare con il ministro della Guerra. Il giorno dopo ci sarebbe stato un Consiglio, nel quale si sarebbe dovuta concludere una deliberazione. In caso di mancato raggiungimento di un accordo, Salandra sarebbe stato costretto a dare le dimissioni dalla Presidenza del Consiglio. Secondo Salandra nessuno vuole l'occupazione di Valona, tranne il gruppo di amici di Sonnino.

Scheda del documento  

Documento Consigli politici

Da quanto appreso sull'ultimo Consiglio dei Ministri, Sonnino giudica opportuno che Giulio Rubini lasci il Ministero, affinché Salandra, dando le dimissioni generali del Gabinetto, possa riformarlo con più libertà di scelta e di movimento. Secondo Sonnino "converrebbe fare un ministero che possa non solo prendere al momento opportuno la decisione della guerra o meno, ma anche tradurla in atto, senza nuove modificazioni. Perciò converrebbe allargarsi un poco verso sinistra". Sonnino suggerisce Orlando per il Ministero di Grazia e Giustizia. Offre anche la sua disponibilità in caso di necessità. Per quanto concerne la politica estera, Sonnino è consapevole, anche in base alle informazioni ricevute dallo stesso Salandra, che la situazione è critica e che l'Italia non potrà prendere ancora molto tempo per esprimere pubblicamente la sua decisione definitiva rispetto al conflitto mondiale. "Ma - si domanda Sonnino - possiamo noi entrare in guerra presto, date le nostre deficienze militari? O queste sono ancora così gravi da sconsigliarlo in modo assoluto per il momento, a meno di essere forzati da un'aggressione esterna?" Sonnino si rende disponibile per un incontro diretto con Salandra, qualora quest'ultimo ne abbia bisogno. In questa, come nelle altre lettere, spicca in modo evidente il ruolo importante svolto da Sonnino come sostenitore e consigliere privato di Antonio Salandra negli anni in cui questi esercitò la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri.

Scheda del documento  

Documento Accordo con Rubini

Salandra informa Sonnino che dopo ore di lunghe discussioni con Rubini ha raggiunto lo sperato accordo. Si recherà dal Re per vedere se sia il caso di dare comunque le dimissioni.

Scheda del documento  

Documento Notizie inopportune

Salandra giudica inopportuna la notizia in prima pagina pubblicata sul Giornale d'Italia relativa alla consulta tra lui e i due Capi di Stato maggiore.

Scheda del documento  

Documento Incontro segreto tra Sonnino e Salandra

Sidney Sonnino fissa una riunione con Antonio Salandra presso il luogo della Consulta o, per sfuggire ai giornalisti, in casa sua.

Scheda del documento  

Documento Amicizia italo-rumena

Sonnino invita Salandra a comunicare ai presidenti del Senato e della Camera dei Deputati l'opportunità di manifestare l'amicizia italo-rumena.

Scheda del documento  

Documento Consigli burocratici

Sonnino elargisce a Salandra consigli sulla forma delle "Comunicazioni di governo".

Scheda del documento  

Documento Occupazione militare di Valona

Nella lettera si fa riferimento all'inizio dell'occupazione di Valona. Sonnino cerca di convincere Salandra ad esercitare pressioni sulla Marina perché invii un reggimento e qualche ufficiale del genio.

Scheda del documento  

Documento Comunicazioni riservatissime

Sonnino comunica a Salandra la lettera ricevuta da Bergamini riguardo ai nominativi dei senatori. Lo invita a bruciare la lettera, spedita al Salandra in allegato, dopo averla letta. Salandra dovette eseguire alla lettera le indicazioni di Sonnino perché di detta carta non v'è traccia nell'archivio.

Scheda del documento  

Documento Ringraziamenti

Salandra esprime tutta la sua gratitudine per il sostegno morale e politico ricevuto da Sonnino "nell'ardua impresa".

Scheda del documento  

Documento Invio di viveri all'ospedale militare di Trieste

Sidney Sonnino consiglia Salandra di far inviare dal Comune di Roma un vagone solo di farine per l'ospedale di Trieste, per non accrescere le enormi difficoltà che si dovranno superare a breve anche nella Capitale.

Scheda del documento  

Documento Consigli politici

Sonnino informa Salandra di aver ricevuto la visita dell'ambasciatore russo, il cavalier Michele Giers. Lo descrive come "uomo intelligente, in fondo duro e di fama insistente ed aggressivo", "evidentemente in sospetto sulla serietà dei nostri propositi". Giers avrebbe chiesto a Sonnino di convincere Salandra a "risolvere la situazione con qualche atto decisivo prima del 20", ovvero prima della riunione parlamentare. Il consiglio che Sonnino rivolge a Salandra è il seguente: "ti consiglio di sollecitare la consultazione degli uomini politici, perché gli avvenimenti precipitano e l'essenziale è che non ne venga un danno alla cosa pubblica".

Scheda del documento  

Documento Amministrazione dei territori occupati oltre il confine

Sonnino invia a Salandra la lettera che scrive a Teodoro Mayer, con altra che vi era allegata. Chiede, inoltre, a Salandra di comunicare il contenuto della lettera al prefetto di Udine affinché pubblichi dei manifesti nei luoghi d'occupazione delle truppe oltre confine per rassicurare da un lato le popolazioni civili ed animarle a favore degli italiani dall'altro. Sonnino conclude la lettera affrontando questioni relative all'amministrazione dei territori occupati.

Scheda del documento  

Documento Un caso di censura violato

Sonnino informa Salandra d'aver appreso che l'Idea Nazionale ha pubblicato un articolo scritto dall'Alberti vietato dalla censura. Sonnino invita Salandra a far rispettare in modo più severo le regole della censura.

Scheda del documento  

Documento Conversione bellica delle industrie

Sonnino conviene con Salandra sulla necessità di ricorrere a misure radicali per accelerare la trasformazione delle fabbriche e permettere la produzione di munizioni necessarie alla guerra.

Scheda del documento  

Documento Rapporti diplomatici con l'Inghilterra

Sonnino rende conto a Salandra dell'azione diplomatica svolta presso gli inglesi e, in particolare, presso Rodd, con il quale Sonnino si è soprattutto lamentato della "durezza del prestito, che non era più un prestito, ma solo un'apertura di credito, e del rifiuto delle mitragliatrici".

Scheda del documento  

Documento Necessità di dichiarare guerra alla Turchia

Sulla necessità di vincere la diffidenza degli alleati scendendo effettivamente in campo, almeno con una dichiarazione di guerra contro la Turchia, laddove si è impossibilitati a partecipare all'impresa dei Dardanelli.

Scheda del documento  

Documento Rapporti diplomatici dell'Italia con la Triplice Intesa

Secondo Sonnino è la crescente diffidenza degli alleati verso l'Italia, che dall'adesione del patto di Settembre "sembra che si stia movendo solo in ciò che le conviene", che ha determinato una serie di misure restrittive: "E così impediscono il commercio nostro nel Mar Rosso con gli arabi; così trattengono le esportazioni di lana in Italia, ammenocché garantiamo di non mandare nulla del genere in Germania e in Turchia, ecc., ecc. Già essi brontolano per il fatto che non vogliamo limitare l'esportazione in Svizzera della seta".

Scheda del documento  

Documento Regolamentazione delle esportazioni italiane

Nella lettera Sonnino motiva a Salandra la necessità, da quel momento in poi, di "essere inesorabili nel non permettere alle nostre fabbriche la fabbricazione e l'esportazione di materiali di guerra nemmeno per gli alleati, anche se si tratta di cose di cui noi non facciamo uso; altrimenti le fabbriche confezionano quelle invece di lavorare per il nostro ornamento". Il riferimento era alla produzione italiana di mitragliatrici di un modello migliore rispetto alle dotazioni dell'esercito italiano e destinate al mercato francese.

Scheda del documento  

Documento Protezione di militari

Sonnino si confronta con Salandra sulla richiesta giuntagli di difendere i tanti soldati irredenti arruolatisi nell'esercito come volontari e fatti prigionieri dagli austriaci.

Scheda del documento  

Documento Esportazioni di grano nel Dodecanneso

Salandra risponde a lettera precedentemente inviatagli da Sonnino esprimendo tutto il suo appoggio: "Sono completamente d'accordo con te. Per assumersi i guai e i rischi di una esportazione di grano nelle attuali condizioni del mercato si dovrebbe almeno trattare di un alleato fido. Dato l'attuale giuoco doppio che fa la Grecia, l'opinione pubblica non scuserebbe una concessione. Nota che dovremo mandare grano nel Dodecanneso, dove cominciano a star male, dacché la Grecia non ne lascia più passare e gli Inglesi non permettono che ne esca dall'Egitto fuorché per una insufficientissima quota mensile".

Scheda del documento  

Documento Commercio illecito di metalli in Germania

Sonnino discute con Salandra sull'informazione riservata giuntagli relativa ad un commercio clandestino di metalli tra Germania ed Italia che passerebbe attraverso la Svizzera. Sonnino suggerisce a Salandra di prendere immediati provvedimenti a riguardo.

Scheda del documento  

Documento Censura violata

Sonnino torna a lamentarsi con Salandra del mancato rispetto della censura su articoli di giornale che vengono ugualmente pubblicati. Fonte delle lamentele è questa volta De Martino.

Scheda del documento  

Documento Richiesta di parere tecnico

Sonnino chiede il parere di Salandra su alcune delicate questioni militari e politiche in qualità di presidente del Consiglio dei Ministri e di "Reggitore della Marina Militare".

Scheda del documento  

Documento Considerazioni sulle limitate risorse finanziarie e militari dell'Italia in guerra

Sonnino discute con Salandra dell'impossibilità finanziaria e militare di intraprendere una nuova missione nell'area balcanica, per quanto ciò avrebbe delle ricadute politiche sul piano internazionale positive. Non è possibile, infatti, secondo Sonnino "sparpagliare le non eccessive nostre risorse", tutte concentrate nel Carso e sulla frontiera austriaca.

Scheda del documento  

Documento Richiesta di un parere tecnico

Sonnino chiede il consenso di A. Salandra in qualità di presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro del Tesoro, se non anche quello del Ministro della Guerra per risolvere una questione onerosa sotto il profilo finanziario e rischioso sotto quello politico: "armare in guerra sette navi con bandiera della Regia Marina, facendole servire al trasporto di truppe francesi in Oriente".

Scheda del documento  

Documento Spedizione franco-inglese nei Balcani

Sonnino informa Salandra che la mancata partecipazione dell'esercito italiano alla spedizione franco-inglese dei Balcani avrà conseguenze sulle relazioni internazionali dell'Italia con le due potenze europee sul piano politico ed economico in tempo di pace oltre che di guerra.

Scheda del documento  

Documento Stanchezza per la situazione italiana

Sonnino comunica a Salandra la stanchezza che ormai avverte per "la situazione" politica dell'Italia e per la fatica che implica la conservazione della segretezza dei termini del patto di Londra. Intanto continua ad essere "indaffaratissimo" ed "impegnatissimo" coi diplomatici.

Scheda del documento  

Documento Notizie dal fronte

Nella lettera Sonnino informa Salandra dello stato delle operazioni militari contro i tedeschi e della situazione bellica internazionale, con particolare riferimento alla Russia.

Scheda del documento  

Documento Lamentele varie

Sonnino lamenta con Salandra il ritardo con cui gli sarebbe giunta la memoria del Ministero della Guerra sulla questione del grano. Lamenta, inoltre, la scarsità di uomini per la difesa di Valona in Albania, minacciata dagli austro-bulgari.

Scheda del documento  

Documento Accordo mancato sull'agricoltura

Sonnino informa Salandra di non essere giunto a nessun accordo con gli inglesi sull'agricoltura e, in particolare, sul grano: "Ho mandato - scrive - uno del mio gabinetto all'agricoltura per pregarli di rinunciare a queste condizioni irraggiungibili contentandosi del mantenimento degli acquisti fatti a tutt'oggi".

Scheda del documento  

Documento Accordo sul grano con l'Inghilterra

Sonnino ha parlato con Mayor des Planches, giunto da Berna, e gli ha prospettato "di che cosa si tratta, abbozzandogli all'ingrosso lo stato della giustizia così dei noli e dei trasporti, come dei grani, dei carboni e dei rottami, come pure l'ultimo stadio a cui sono arrivate le trattative". Egli accetterebbe l'incarico, ma vuole rendersi conto singolarmente dei problemi. Gli inglesi, intanto, sembra stiano facendo proposte positive sia per il grano sia per il carbone. A Sonnino sembrano accettabili.

Scheda del documento  

Documento Rimpatrio negato agli operai italiani

Sonnino denuncia il mancato rispetto da parte dell'impero tedesco degli accordi internazionali del 1915 sul rimpatrio delle categorie di lavoratori. Nella fattispecie il rimpatrio è stato negato agli operai italiani. Sonnino allega alla lettera la copia dattiloscritta della relazione del Ministero degli Affari Esteri Terza Divisione.

Scheda del documento  

Documento Violazione degli accordi internazionali da parte della Germania

Nella lettera si torna a discutere della Germania e della violazione degli accordi internazionali sul rimpatrio degli operai italiani.

Scheda del documento  

Documento Comunicazioni riservate a Salandra

Sonnino fa riferimento all'esecuzione di un compito affidatogli da Salandra circa una "nota tedesca". Non vi sono, però, nella lettera altre indicazioni che permettano di chiarire meglio la questione cui si fa riferimento. Si tratta, a larghe linee, di una questione politico-militare legata alle manovre diplomatiche compiute dall'Italia sul fronte internazionale nel corso del primo conflitto mondiale.

Scheda del documento  

Documento Corrispondenza: Antonio Salandra a Sidney Sonnino (02-10-1914)

Nella lettera Salandra si dilunga sui dettagli militari della spedizione italiana in Albania. In un secondo momento si sofferma sui riflessi problematici provocati dalla diffusione delle mine in mare sull'economia della costa adriatica, causa di disoccupazione per tutta la "gente minuta" che "vive del mare". Salandra si confronta, inoltre, con Sonnino sulle difficoltà che incontrerebbe nel sostituire Rubini al Ministero del Tesoro, qualora quest'ultimo decidesse di andarsene: "con Luzzatti io non ci sto, a nessun patto". Infine, Salandra risponde alle riflessioni di Sonnino sulla questione dei conti correnti degli Istituti di emissione: "Sono in tutto della tua opinione circa i conti correnti degli Istituti di emissione, i quali in quest'ultimo mese hanno dato il solo riflusso sano alla circolazione, che si sia potuto avere. Ma Stringher [direttore generale della Banca d'Italia] ha paura: infatti ha ridotto l'interesse dal 2 al 1 e mezzo. E Rubini risente le influenze milanesi".

Scheda del documento  

Documento Dimissioni di Rubini e proposta d'assunzione del Ministero degli Esteri a Sonnino

Salandra discute con Sonnino delle dimissioni di Rubini dal Ministero del Tesoro nel momento in cui egli, contrario all'armamento, si è accorto che le cose procedevano in direzione inversa a quanto voluto. Anche la situazione finanziaria da lui giudicata (secondo Salandra "a ragione") assai grave e difficile da fronteggiare, avrebbe contribuito ad indirizzare Rubini verso la scelta delle dimissioni. Salandra prega Sonnino d'assumere il Ministero degli Esteri.

Scheda del documento  

Documento Risoluzione della crisi ministeriale

Salandra ha conferito la sera prima per due ore con Rubini e con il ministro della guerra. Sembra si siano poste le basi di un'intesa, completabile in giornata, in virtù della quale Rubini dovrebbe ritirare le dimissioni. "Spero - scrive Salandra - che oggi non ci ripensi e si penta". L'indomani Salandra avrebbe dovuto tenere un consiglio in cui si sarebbe dovuto decidere "se la baracca deve o no saltare. Nel qual caso sarà meglio farla saltare presto".

Scheda del documento  

Documento Proposta di nomina al Ministero degli Esteri per Sonnino

Salandra si confronta con Sonnino su alcune questioni politiche in corso. In particolare accenna alla questione del ministro Giulio Rubini e alla necessità di nominare un titolare per il Ministero degli Esteri, senza attendere la fine di dicembre, data per la quale era prevista la riunione della Camera. Secondo Salandra il Ministero degli Esteri è il più importante del Gabinetto e necessita di un uomo "che non faccia altro, perché si affollano questioni di ogni genere, molte delle quali hanno riflessi politici molto importanti, oltre alle situazioni politiche". Salandra propone a Sonnino la nomina a ministro: "questo non ti obbliga ad aderire al mio desiderio, condiviso dai colleghi a cui ne ho parlato, ma saresti l'uomo perfetto, dato il momento, con il tuo cuore e il tuo intelletto e nessuno tra gli uomini politici potrebbe sostituirti". Fissa l'incontro con Sonnino per lo stesso pomeriggio alle 15.30, aspettandosi che gli comunichi la sua risposta definitiva.

Scheda del documento  

Documento Sul caso Rubini

Così scrive Salandra a Sonnino: "Caro Amico con Rubini spero di essere a posto ma non si può dire e temo che non si potrà mai dire che lo sono". In altri termini, la crisi ministeriale sembrava essere scongiurata ma Salandra conservava le sue perplessità e rimostranze a proposito, che alla resa dei fatti non si sarebbero rivelate infondate.

Scheda del documento  

Documento Pressioni per l'armamento dell'Italia

Salandra informa Sonnino dell'incalzare delle pressioni diplomatiche da parte dell'Inghilterra e della Germania in conseguenza dall'entrata in guerra della Turchia. Entrambe le coalizioni coinvolte nel conflitto premono affinché l'Italia esca dallo stato di neutralità.

Scheda del documento  

Documento Dimissioni di Rubini

I timori di Salandra sulla crisi ministeriale imminente si rivelano fondati: Rubini si dimette e Salandra comunica a Sonnino la decisione di recarsi dal Re per ricevere direttive sul da farsi. Di questa lettera si conserva anche la minuta autografa (C=1=19.15). Sulla questione delle dimissioni di Rubini, inoltre, Salandra scrive anche un'altra lettera, datata 4 novembre 1914 (C=1=19.16, 1-4 cc.).

Scheda del documento  

Documento Augurio per il 1915

Salandra condivide con l'amico Sonnino l'augurio e la speranza che il 1915 permetta ad entrambi di "portare un reale incremento alla Patria" in modo da poter intonare con animo lieto il "nunc dimitte".

Scheda del documento  

Documento Sulla legge per la difesa economica e militare dello Stato italiano del 1915

"(...) è mio intendimento - scrive Salandra a Sonnino, ministro degli Affari Esteri - che, immediatamente dopo la pubblicazione della legge per la difesa economica e militare dello Stato, il cui progetto, com'è noto, trovasi presso il Senato, vengano emanate opportune norme per regolare, secondo la facoltà data, tra le altre, al Governo dall'art. II della legge stessa, il divieto di soggiorno degli stranieri in determinate località interessanti la difesa militare".

Scheda del documento  

Documento Riflessioni sui disagi della guerra

Secondo Salandra la maggiore depressione della volontà e delle energie di guerra non derivano tanto dalla perdita di vite e dai disagi economici, quanto dalla prospettiva di una guerra ancora lunga, a cui non si possa nemmeno in fondata speranza assegnare un termine, mentre il patto dell'Intesa indica una vittoria completa che nessuno sa quando e se sarà possibile conseguire. Altro limite denunciato è il pacifismo sempre più diffuso tra le masse del ceto medio.

Scheda del documento  

Documento Ruolo economico dell'America nella prima guerra mondiale

Pantaleoni si rallegra per l'elezione di Salandra all'Accadémie des Sciences Politiques et morales creata dal Guizot (presidente Henri Welschinger). "Purtroppo attualmente la politica del mondo non-germanico è retta dallo scemo della compagnia. E non può essere diversamente se vogliamo mangiare, aver carbone e ferro, ecc. Egli, a sua volta, è ogni dì maggiormente governato dalla plutocrazia trustaiuola dei cari americani. Il partito democratico americano vinse nel programma della guerra ai trustaiuoli. I trustaiuoli si sono mangiati il partito democratico. Se lo mangiavano anche senza la guerra. Ma con la guerra hanno fatto più presto e più integralmente. Il giorno in cui quei trustaiuoli 'War Traders' crederanno di fare più quattrini con la pace che con la guerra ci imporranno la pace. Per ora vogliono la guerra. Anche la liberazione della Polonia con porto al mare! (...) Vogliono l'exploitation della Russia. Benissimo. Pure d'accordo con loro, se ci liberano dall'aggio, se ci danno grano, ferro, carbone. La loro guerra la fanno con molta pelle italiana e negra. Ci aiutino a fare la nostra. Spero che Sonnino abbia parlato brutalmente. Il contadino italiano, forse sì, forse no, capisce che conviene battersi per i nostri confini e per la Venezia Giulia e per la Dalmazia. Ma se gli si dice che si deve battere perché è giusto che i polacchi abbiano Danzica e gli americani le miniere e le ferrovie russe, il contadino, credo, si farà bolscevico. Lei ha un'occasione unica per fare un nuovo discorso del Campidoglio (...). Io credo che il mondo ancora apprezzi il buon senso; soprattutto in Francia, dove una lunga schiera di grandi uomini politici ha coltivato l'opinione pubblica éclairée".

Scheda del documento  

Documento Sul ribasso dei cambi

Stringher discute con Salandra della situazione del ribasso del cambio. La lettera è seguita da appunti dell'on. Salandra, in particolare da una relazione di una sua visita a Stringher.

Scheda del documento  

Documento Considerazioni sulla vita politica italiana negli anni del primo conflitto mondiale

La lettera è scritta da Pantaleoni al rettore dell'Università di Roma ed inviata in copia ad Antonio Salandra. L'occasione della dodicesima vittoria degli italiani sugli austro-tedeschi lungo la linea di trincea del Piave è per Pantaleoni l'occasione di esprimere alcune considerazioni politiche: "Caporetto fu non già una sconfitta militare, ma un tradimento di italiani internazionalisti e vaticanisti e riuscì in ragione della vita politica, della presidenza del Consiglio di allora e del Ministero dell'Interno di allora, ancora oggi ministro dell'Interno. Se la politica interna è migliorata è merito dei Fasci e dell'energia degli italiani e non già del ministro dell'Interno, che ci lasciò condurre a Caporetto". Per queste ragioni Pantaleoni comunica al rettore dell'Università di Roma che non sarebbe andato a felicitarsi con il presidente del Consiglio, Paolo Boselli.

Scheda del documento  

Documento Considerazioni sull'inefficienza della classe dirigente italiana

Nitti, Orlando ed altri si rivelano "incapaci di affrontare e risolvere i nuovi problemi del dopoguerra quasi altrettanto gravi quanto quelli della guerra. Conviene perciò di liquidare questi uomini e di cessare dal sorreggere e salvare l'uno a ciò che non vinca l'altro".

Scheda del documento  

Documento Congratulazioni per la vittoria del 4 novembre 1918

Stringher invia a Salandra, presidente del Consiglio del 24 maggio 1915, data d'ingresso ufficiale dell'Italia nel primo conflitto mondiale, le congratulazioni per la vittoria finale.

Scheda del documento  

Documento Sul corso legale della moneta italiana

Stringher comunica che a partire dal giorno 10 aprile si sarebbe dato corso legale alla moneta italiana nella province occupate e che nello stesso periodo fino al giorno 19 successivo si sarebbe provveduto al ritiro dei biglietti emessi dalla banca austro-ungarica. Stringher sottolinea la necessità di assicurare benefici nel cambio anche in relazione agli indennizzi che possono essere pretesi a carico dei nemici.

Scheda del documento  

Documento Invito

La Società d'Economia Politica di Parigi invita Salandra ad una riunione. La lettera è in lingua francese.

Scheda del documento  

Documento Invito personale

La Società d'Economia Politica di Parigi invita personalmente Salandra ad una sua riunione organizzata per ascoltare Daniel Zolla, professore della Scuola d'agricoltura di Grignon.

Scheda del documento  

Documento Proposta di stesura di un articolo

Pantaleoni invita Salandra a scrivere una pagina per l'Album curato dal canonico palatino Tanzella, e in quanto artefice della dichiarazione della guerra non può astenersi dallo scrivere qualcosa su quell'album.

Scheda del documento  

Documento Informazioni politiche sulle trattative di pace

Pantaleoni organizza un incontro tra Salandra ed il dottor Gustavo Tosti, console diplomatico. Lo presenta come buon conoscitore di più lingue, viaggiatore esperto, autore di vari articoli firmati come "Frost" nel giornale La Vita Italiana e come "grandissimo ammiratore" dello stesso Salandra. Nella seconda parte della lettera informa Salandra che suo fratello gli ha scritto dagli Stati Uniti in data 15 gennaio, confermandogli che la maggioranza dell'opinione pubblica americana sostiene le rivendicazioni italiane, nonostante le agitazioni jugoslave. Quanto a Wilson, Pantaleoni ha saputo che si limiterà ad opposizioni puramente verbali e che cederà se Sonnino si manterrà fermo sulle sue posizioni.

Scheda del documento  

Documento Accordi per il prossimo incontro

Stringher e Salandra si accordano per un incontro imminente relativo ad alcune importanti questioni cui non si fa cenno nella lettera, compatibilmente con i rispettivi impegni.

Scheda del documento  

Documento Considerazioni sulla crisi politica in Italia e sul ruolo di Salandra per sanarla

Pantaleoni discute con Salandra della raccomandazione di Di Giorgio (?), "uomo intelligentissimo come so dal suo professore (Enrico) Barone, (...) anche originale di pensiero, ma privo di senso morale quando il suo interesse è in giuoco". Ha perso anche la stima di Barone dopo aver avuto un atteggiamento ambiguo rispetto alla questione di Cadorna. Già aveva dato prova della "sua mancanza di carattere allorché alla Camera, avendo dal Nitti la promessa del Ministero, lodò i socialisti, cioè, dichiarò non negare loro patriottismo, mentre in discorsi privati riconosce che contribuirono potentemente al disastro di Caporetto". Pantaleoni esprime poi le sue perplessità sulla nuova Camera di Deputati, composta da "tutti novellini, i quali per nove mesi saranno pulcini nella stoppa", la maggioranza priva di alcuna coltura politica profonda, non avrà un sistema organico in testa, basato su studi storici, su studi di diritto pubblico, su cultura economica, su conoscenza di condizioni di fatto all'estero. Sarà fronteggiata da problemi colossali, che non si risolvono con "i clichés elettorali" . Inoltre "più di prima le organizzazioni fuori Camera influiranno sulla Camera, ossia più di prima saravvi un'opinione pubblica che avrà un peso maggiore di prima. La Camera sarà più debole". Pantaleoni esprime un forte senso di nostalgia per i tempi della sua giovinezza, quando grandi uomini che fecero l'Italia erano alla Camera e al Senato. Nel presente, invece, tutto gli appare in decadenza. "Ora lei ha nel paese 'fuori camera' una base che non va lasciata sgretolarsi, ma va coltivata, ingrandita, rafforzata a ciò che possa gareggiare con la base socialista e la clericale. E questo deve essere opera di coloro che ritengono la sua opera utile al paese! (...) L'attuale regime, con la sua gragnola di decreti, uno più assurdo dell'altro, soprattutto con la sua distruzione dell'industria agricola e con la sua distruzione del commercio se non viene presto un governo sensato, conduce a una rivoluzione-dittatura che sarà o quella dei socialisti o quella degli uomini d'ordine. La sua funzione può essere quella di salvarci da queste necessità. Per la dittatura occorrono uomini nuovi e ve ne sono a josa. Per la conservazione di un regime liberale francamente non vedo che lei. Altri sono troppo incompleti, unilaterali, non hanno reso i servizi che lei ha resi".

Scheda del documento  

Documento Parole d'elogio

In questi termini Pantaleoni commenta la lettera di Salandra agli elettori di Lucera: "Caro Salandra, lei ha reso di nuovo un notevole servizio al Paese con la sua lettera a quelli di Lucera. Sono particolarmente lieto di vederlo dichiarare che ella sente l'obbligo di non abbandonare la lotta. Non solo per la fede nell'Italia, ma anche perché mi sembra di essere in grado di giudicare obiettivamente questo nostro Paese, ritengo che non sia tale da lasciarsi a lungo governare da quella accozzaglia di disonesti e di ignoranti che ora hanno il potere, e meno che mai, da un neo-giolittiano. Il paese tornerà a volere un governo o una successione di governi che di esso sia degno. Perciò...avanti! (...) Nel suo discorso mi sembra errato un solo dato di fatto: i russi concorsero a liberare il Trentino.(...)".

Scheda del documento  

Documento Interessante confronto Don Sturzo-Pantaleoni

Nella lettera Pantaleoni rende conto della sua conversazione con Don Luigi Sturzo sulla situazione politica dell'Italia nel 1920.La lettera si traduce, poi, in uno spazio di riflessione del Pantaleoni su questioni politiche ed economiche del suo tempo in un confronto interessantissimo con Don Luigi Sturzo: "Feci presente a D.Sturzo che la crisi del paese è cosi grave che molti patrioti sono disposti a transigere su molte cose pur di giovare adesso; che se i socialisti avessero ora un solo monco di Stato, sarebbero padroni del paese; che non lo sono, appunto perché non l'hanno e perciò si limitano a sabotarne le istituzioni e il funzionamento; che se il P.P. non usciva ora dal suo quietismo politico e non assumeva delle responsabilità dirette, il partito stesso si sarebbe sgretolato, perché non rispondente a una funzione". Pantaleoni racconta a Salandra che Don Sturzo era convinto che ormai il suo partito non poteva continuare nel suo astensionismo e che "la situazione economica era pure tale da richiedere una linea di condotta del P.P.". Tuttavia, Don Sturzo incontrava grandi difficoltà nella scelta del candidato cui offrire il governo della cosa pubblica. Chiedeva, pertanto, a Pantaleoni un giudizio su Bonomi e questi rispondeva che egli sarebbe stato in un ministero un notevole pegno per anticlericali, democratici, socialisti e riformisti, che aveva lealtà politica e un'apprezzabile competenza in questioni finanziarie. Importanti, secondo Pantaleoni, erano anche gli accordi politici coi cattolici e i liberali, finalizzati ad arrestare l'avanzata dei socialisti e di Nitti."Certo, elezioni comunali, sistema d'elezione, e elezioni generali, erano tra i punti da dibattere, ma erano pacifici altri, come la sicurezza pubblica, il rispetto della legge, il mutamento di politica economica e finanziaria". Quanto al timore di Don Sturzo sul possibile rientro di Giolitti "gli dissi che sapevo del dissidio tra Nitti e Giolitti per le questioni sorte a Torino tra industriali e socialisti. Nitti aveva dato ordine di mollare. Aggiunsi che sapevo pure che Giolitti si era pronunziato contro l'anarchia e il bolscevismo nella burocrazia; che queste erano cose che potevano renderlo simpatico a molti e, data la mancanza completa di carattere e di onestà degli italiani, poteva far scordare ogni sua precedente turpitudine. Dissi ancora che non mi meraviglierei affatto se, giungendo al potere Giolitti, risolvesse il problema internazionale con l'applicazione pura e semplice del Patto di Londra, e ciò in meno di 24 ore". I due si confrontano anche sulla questione del grano e del prezzo del pane. Sturzo si chiede se non sia il caso di aumentare la produzione in vista di un incremento del prezzo politico. Secondo Pantaleoni la questione non va isolata: la quantità di grano che il paese può produrre ha un limite nelle rotazioni agricole. Inoltre "gli impedimenti al commercio ci toglievano la possibilità di pagare grano estero e ogni altro prodotto estero".Don Sturzo era d'accordo con Pantaleoni e iniziò a citare molti casi di esportazione siciliana impedita e di prodotti siciliani andati a male per la politica commerciale del governo: "Se la Sicilia avesse una lira sua, questa starebbe alla pari con la spagnola." "(...)Vedendolo a cavallo su quel tema - continua a raccontare Pantaleoni - gli mostrai allora come potremmo anche sopportare un adeguato monopolio e regime socialista dei grani, se intanto fosse libera l'esportazione per i privati degli altri prodotti e libera l'esportazione della cartaccia nostra; che se un nuovo governo si assestasse su questa via, avrebbe l'appoggio non solo dei siciliani, ma di tutta l'Italia, all'infuori di quello delle cooperative socialiste, ora legate alla Confederazione Generale del Lavoro". Alla domanda di Don Sturzo "se andassero al governo gli uomini nostri in unione con altri, il sabotaggio socialista sarebbe da prevedersi in un primo periodo più violento che mai. Nevvero?" Pantaleoni risponde "Certo, ma di fronte a quanto si avrebbe l'appoggio di tutti coloro che sarebbero liberati dall'incubo e dai vincoli che potrebbero di nuovo lavorare". Inoltre, riprendendo la tesi che la questione del pane non va presa isolatamente, Pantaleoni chiede che sia ridata libertà d'emigrazione: "La domanda di mano d'opera all'estero è enorme e i nostri vogliono partire. Oh lo so, lo so bene...e giù una serie di casi di gente maltrattata e bistrattata dall'ufficio di emigrazione, dal De Michelis in particolare, che riduce manovali e contadini a schiavi della sua politica, politica di uomo del tutto irresponsabile, ma più potente di un ministro. Mi disse di gente che voleva andare in Brasile con ogni garanzia profferta loro, e impedita di partire; di gente che voleva andare agli Stati Uniti e doveva superare due muraglie delle quali una e la peggiore era la nostra". Pantaleoni scrive altre due lettere a Salandra nel 1920 di scarso rilievo. La prima è datata Roma, 2 luglio (C=1=29.44) e la seconda Fiume, 16 ottobre 1920 (C=1=29.80).

Scheda del documento  

Documento Necessità di bloccare il "risorgere" politico di Francesco Saverio Nitti

Dopo aver parlato di alcune questioni relative alla nomina del nuovo titolare della cattedra di Filosofia presso l'Università di Roma, Pantaleoni si apre ad alcune considerazioni su personaggi politici del suo tempo. Scrive, infatti, di Francesco Saverio Nitti, che "si prepara a risorgere", di Giovanni Giolitti, che "cade su una o l'altra questioncella, per sorpresa, per mancanza di disciplina, per gambetto datagli dal Nitti, per sommossa del popolo". Secondo Pantaleoni è necessario liquidare Nitti, non farlo risorgere.

Scheda del documento  

Documento Partenza di Pantaleoni per Fiume e sua sostituzione all'Università di Roma

Pantaleoni invia a Salandra copia della lettera indirizzata al preside di Facoltà dell'Università di Roma nel momento in cui decide di partire per Fiume. Scrive, infatti, che, poiché ha accettato "di servire il campo di Fiume e della Dalmazia, in quel modo come meglio potrò e saprò, contro ogni eventuale decisione dell'attuale governo, e nella speranza che l'ordine, il rispetto del diritto, la difesa della proprietà e la libertà di lavoro non continueranno a essere manomessi dall'attuale governo, come lo furono del governo di Nitti, da Fiume possa venire la parola sanatrice e l'atto riparatore. Non potrò perciò riassumere la mia lezione all'università di Roma per i mesi di novembre, dicembre e gennaio. Da ciò il mio dovere di chiedere alla signoria vostra e alla Facoltà che ella presiede una qualche forma di licenza durante la quale i miei stipendi staranno interamente devoluti a chi mi sostituirà. Se mi è lecita la risposta, della quale la Facoltà e lei faranno quel conto che vorranno, amerei vedermi sostituito, tra i liberi docenti, soltanto dal collega Broglio D'Ajano, o altrimenti dal professor Enrico Barone della Reale Scuola Superiore di Commercio, o altrimenti ancora dal prof. Umberto Ricci dell'Istituto Internazionale d'Agricoltura di Roma. L'erario non soffrirebbe un centesimo di danno e l'impegno sarebbe svolto con coscienza e competenza senza aggravio di lavoro per alcun collega della sua facoltà. Sono dolente di creare questo imbarazzo alla facoltà. Se questo imbarazzo dovesse essere diminuito da una mia domanda d'aspettativa, o da altro mio procedimento, la prego di volermene suggerire ed essere certo che sarà senz'altro accettato".

Scheda del documento  

Documento Invio di un discorso

Luzzatti invia a Salandra un discorso nel quale rivolge l'invito a sopportare il dolore con rassegnazione. A quale dolore facesse riferimento non è dato sapere perché non esplicitato nella lettera.

Scheda del documento  

Documento Parole d'elogio

Boselli rivolge i suoi elogi a Salandra per il suo ultimo discorso: "valga questo saluto come l'ultimo atto che compie con orgoglio di liberale e con affetto d'amico, chi vollero a capo del partito nostro nell'ultima legislatura. Sia splendida la tua vittoria. Io amo le Puglie-rammento sempre Bari ospitale".

Scheda del documento  

Documento Nuova energia politica per Salandra

Pantaleoni si complimenta con Salandra per il successo del suo discorso, dovuto, a suo parere, dal fatto che risulta essere perfettamente corrispondente alla situazione politica. Pantaleoni invita Salandra a prendere un "contatto più intimo con le energie nuove", quale successore di Giolitti. Secondo Pantaleoni Salandra dovrebbe mostrarsi dotato di grande energia politica. In caso contrario, la situazione politica del Paese potrebbe deteriorarsi.

Scheda del documento  

Documento Sul Conto Nitti

Pantaleoni informa Salandra di un presunto conto Nitti esistente presso il Banco Sconto, per "Commissioni" su cambi e partecipazioni che avrebbero fruttato allo stesso Nitti 40 milioni e mezzo. Nitti, all'epoca ministro, avrebbe fornito informazioni e concesso permessi d'importazioni ed esportazioni al Banco. Il Banco lo avrebbe ripagato in moneta. Se nel frattempo il conto fosse stato estinto, Pantaleoni è disposto anche ad indicare il nome dell'impiegato che gestiva il conto. Scrive, ancora, Pantaleoni a Salandra: "Ora, per Preziosi e me la posizione delle cose è questa: Si tratta di un caso di corruzione politica che è tra i maggiori della nostra storia e può rivaleggiare soltanto con quelli delle cooperative rosse e quello della Banca Romana. L'affare della Banca Romana liberò per qualche tempo - poco tempo, purtroppo - l'Italia dal Giolitti. L'affare delle cooperative liberò l'Italia da una gran parte dei balordi che infestano la Camera. (...) L'affare Nitti dovrà liberare l'Italia dai caporioni della Democrazia Sociale. Se i commissari faranno il loro dovere, Preziosi ed io non abbiamo nulla da fare. Se i commissari riterranno non trattarsi di caso che rientri nei loro compiti, Preziosi ed io andremo avanti da soli. Se finora la "Vita Italiana" non ha parlato del Conto Nitti è stato per non compromettere impiegati. Ma adesso o agiscono i commissari o corriamo il rischio che tutto sparisca, anche gli uomini, poichè i più di uomini hanno soltanto la voce!". Scopo della lettera è sondare l'eventuale disponibilità di Salandra a collaborare, contattando senatori che possano esigere l'esibilizione del conto.

Scheda del documento  

Documento Formula migliore per la Costituzione italiana

Ruffini è stato invitato dall'università ginevrina, in occasione dei corsi estivi di argomento politico che si terranno per trattare gli effetti e le ripercussioni che la legge proporzionale ebbe sopra gli ordinamenti costituzionali italiani. Ha accettato il compito dopo qualche esitazione. Ruffini si dichiara amico di Salandra ed affronta nella lettera una disquisizione sulla "tormentosa" ricerca di una formula costituzionale che vada bene per l'Italia.

Scheda del documento  

Documento Parole d'elogio

Giacomo Acerbo, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, professore, ringrazia Salandra in quanto"grande maestro, grande patriota, incorruttibile cittadino".

Scheda del documento  

Documento Ricordi di Minghetti

L'onorevole Belotti chiede a Salandra se abbia ricordi parlamentari dell'onorevole Minghetti, "grande statista bolognese".

Scheda del documento  

Documento Ricordi di Minghetti

Salandra informa Belotti di non avere diretti ricordi parlamentari di Minghetti perché quando egli venne alla Camera nel 1886 era già morto. Lo ha conosciuto come professore nel 1879 quando scrisse il libro "I partiti politici e le ingerenze loro nella giustizia e nell'amministrazione" pubblicato nel 1881. Quante volte gli dette a rivedere le bozze dei suoi discorsi.

Scheda del documento  

Documento Volume su Marco Minghetti

Ringrazia Salandra per "la miniera" di scritti e discorsi parlamentari fornitigli da Salandra stesso, da cui ha potuto attingere molti aneddoti ed informazioni utili alla stesura del volumetto dedicato a Marco Minghetti.

Scheda del documento  

Documento Parole d'elogio

Stringher ha letto il discorso di Chieti "denso di pensiero come sono di solito le cose tue". Porge a Salandra le sue felicitazioni.

Scheda del documento  

Documento Parole d'elogio

Boselli dimostra di essere in piena sintonia d'ideali e d'intenti con Salandra e gli rivolge i suoi "plausi" per il discorso pronunciato.

Scheda del documento  

Documento Dichiarazioni mendaci su Salandra

Pantaleoni informa Salandra che a Gallipoli un certo Codacci ha parlato di lui in questi termini: "A Milano Salandra ha dichiarato di riconoscere in Mussolini il suo capo. Io dichiaro qui di sentirmi onorato di riconoscere in Achille Starace il mio capo". La notizia gli è pervenuta da un suo amico, di cui Pantaleoni non fa il nome ma riporta il commento dato all'episodio: "un professore d'Università e un vecchio parlamentare che sia questo! Almeno avesse premesso: si licet magna componere parvis, poichè egli non è Salandra e Starace non è Mussolini".

Scheda del documento  

Documento Voci sull'orientamento politico fascista di Salandra

L'avvocato Sebastiano Mancino, studente di Salandra, ha dato a Pantaleoni notizie concernenti Codacci, il quale sembra abbia parlato a Gallipoli ed abbia detto che Salandra a Milano avrebbe dichiarato di riconoscere in Mussolini il suo capo. A sua volta il Codacci dichiara di essere onorato di riconoscere in Starace il suo capo. Non gli invia la lettera originale perché la parte principale riguarda "i tabacchi che si coltivano nel leccese e mi deve servire per una inchiesta presso il monopolio, dove appunto il generale Starace si sta creando, sembra un monopolio suo".

Scheda del documento  

Documento Ancora sulle voci dell'orientamento fascista di Salandra

Pantaleoni allega un foglio del giornale pugliese "Nuovo Salento" del 25 marzo, in cui è riportata la chiusa testuale del discorso di Codacci. Spera che in Parlamento Codacci rinsavisca: "a Milano sapeva vendere vino pugliese, ma lo spirito stava tutto nel vino e non nella sua zucca".

Scheda del documento  

Documento Parole di stima reciproche tra Salandra e Benini

Rodolfo Benini, ordinario di Statistica nella Regia Università di Roma, Presidente del Consiglio Superiore di Statistica, avvisa Salandra della sua assenza dal Consiglio di Facoltà. Coglie l'occasione per ringraziarlo delle parole di stima rivoltegli e gliene porge a sua volta, definendolo "un uomo collocato tant'alto nella stima degli italiani".

Scheda del documento  

Documento Scambio di memorie tra Boselli e Salandra

Boselli ringrazia Salandra per l'invio delle sue "Memorie politiche", giudicandole interessanti ed attraenti. Concorda su tanti ricordi riportati da Salandra nelle sue Memorie: "di Pelloux dici con giustizia(...) tratti al vero le esitazioni circa la neutralità e la guerra (...)". In calce alla lettera vi è una nota di Salandra, datata 16 maggio: "Boselli mi ha raccontato come il re Umberto, al tempo delle contestazioni del ministero Zanardelli di cui Boselli doveva far parte, gli abbia fatto capire che era meglio non accettare (...)".

Scheda del documento  

Documento Parole d'elogio

Stringher approfitta del giorno della commemorazione dell'entrata vittoriosa dell'Italia in guerra nel 1915 per rivolgere il suo pensiero "con devozione" all'ex presidente del Consiglio Antonio Salandra.

Scheda del documento  

Documento Istituti di credito fondiario per il Mezzogiorno

Salandra è informato di una riunione privata, svoltasi sotto la presidenza di [Alessandro] Martelli e con l'intervento di alcuni dirigenti dei principali istituti di credito italiani. La riunione avrebbe avuto luogo presso il Ministero dell'Economia nazionale e sarebbe stata finalizzata ad esaminare una questione sollevata dai due Banchi Meridionali. Nel corso della riunione infatti si fa notare come "lo Statuto del Banco di Napoli già comprende, tra le forme di credito che il Banco può esercitare, il credito fondiario ed agrario. L'autorizzazione governativa non può, pertanto, essere considerata che come una pura formalità, la questione di merito essendo stata risoluta al momento in cui fu approvato il nuovo statuto del Banco. Il credito fondiario sarebbe un naturale complemento dell'attività che il Banco di Napoli è chiamato ad esercitare nel campo creditizio. Esso gioverà alle province meridionali ed aiuterà il Banco di Napoli a smobilitare una parte del suo portafoglio". La proposta di una possibile collaborazione con l'Istituto Italiano è contrastata dalla convinzione di alcuni presenti che il Banco di Napoli possa gestire il tutto da solo, e che la cartella emessa con la firma del Banco di Napoli sia "sempre più accetta alle popolazioni del Mezzogiorno, che non la migliore cartella fondiaria emessa da altro istituto". Per non ledere gli interessi dell'Istituto Italiano di Credito Fondiario, operante prevalentemente nel Mezzogiorno e qui rappresentato in ogni provincia dalle Sedi e dalle Succursali della Banca d'Italia, si è convenuto di affidare ai due nuovi Banchi meridionali le operazioni di minore entità, riservando all'Istituto italiano quelle di entità superiori ad una determinata cifra. Non si è definito nel corso della riunione il limite delle operazioni che sarebbero state riservate ai due banchi meridionali, anche in conseguenza delle perplessità avanzate dal direttore dell'Istituto Italiano circa l'assunzione dell'impegno di occuparsi soltanto delle grosse operazioni di mutuo. Avrebbe preferito, in un'eventuale ripartizione di lavoro coi Banchi meridionali, avere riservate le minori operazioni, ossia quelle che rappresentavano minori rischi, e che richiedevano minore sforzo d'assorbimento delle cartelle. In conseguenza della riunione passata la Direzione dell'Istituto Italiano di Credito Fondiario chiede a Salandra di esporre nella prossima riunione le ragioni per le quali la proposta dei due Banchi Meridionali non possa essere accettata. Anche Stringher, il quale ha condiviso le stesse perplessità e rimostranze del direttore dell'Istituto Italiano, ritiene opportuno esporne in modo franco e chiaro le ragioni del rifiuto.

Scheda del documento  

Documento Sul movimento del Banco di Napoli

Stringher è stato informato da Salandra circa il movimento compiuto dal Direttore Generale del Banco di Napoli per il ripristino del Credito fondiario. Quello stesso giorno ha contattato il ministro delle Finanze "per stornare possibilmente il pericolo, che sarebbe pericolo per il Mezzogiorno e per il Banco di Napoli".

Scheda del documento  

Documento Sul provvedimento dei Banchi Meridionali

Nella lettera si informa Salandra che il 27 si sarebbe tenuta una riunione nella quale si sarebbe dovuta esaminare la proposta di riservare all'Istituto Italiano di Credito Fondiario "le operazioni più grosse", lasciando ai Banchi Meridionali "tutte le altre". Dopo aver sentito il parere di Stringher, Di Nola propone di fare "semmai l'inverso", lasciando, cioè, al suo Istituto le operazioni più piccole. Tuttavia, Di Nola è scettico sulla possibilità che il Ministero delle Finanze e quello dell'Economia Nazionale possano accettare tale controproposta e crede che i due enti si troveranno nell'impossibilità di trovare una soluzione che possa risultare accetta ad entrambe le parti contendenti. Ora Di Nola con la presente lettera chiede a Salandra di aggiungere la propria alle voci sue e di Stringher per dare maggior peso alla controproposta ed evitare un grave danno finanziario al Mezzogiorno. Intanto Stringher ha deciso d'incontrare direttamente Mussolini.

Scheda del documento  

Documento Lettere ad Antonio Salandra

Il sottofascicolo comprende la corrispondenza di Salandra con personaggi vari: scrittori, onorevoli, senatori. Tema centrale, intorno a cui ruotano auguri ed attestazioni di stima dei sopraddetti personaggi è la nomina dell'onorevole Salandra a commissario del Consiglio dei Ministri. Il sottofascicolo, dunque, ha esclusivo interesse per il profilo biografico di Antonio Salandra.

Scheda del documento  

Documento Lettere ad Antonio Salandra

Il sottofascicolo comprende un corpo di 63 lettere, spedite all'onorevole Salandra da vari esponenti del mondo politico, economico e finanziario dell'Italia fascista. Tra i nomi dei corrispondenti figurano quelli di Giustino Fortunato, di Paolo Boselli e del professor Gangemi Raffaele.

Scheda del documento  

Documento Telegramma

Telegramma d'auguri d'inizio anno, che rende conto della stima nutrita da Giustino Fortunato nei confronti dell'onorevole Salandra. Scrive di essere costretto nel letto malato.

Scheda del documento  

Documento Recensione

Angelo Lanzillo informa l'onorevole Salandra di aver pubblicato un suo articolo sul giornale "Regime Fascista" relativo all'ultima pubblicazione di Salandra, il volume intitolato "Interventi".

Scheda del documento  

Documento Dono di un volume

Giannetto Pericolo, direttore generale della Banca Commerciale Italiana, informa Salandra di aver ricevuto in dono la sua ultima pubblicazione, il volume "Interventi".

Scheda del documento  

Documento Dono di un volume

Paolo Boselli ha ricevuto in dono il volume "Interventi" di Antonio Salandra.

Scheda del documento  

Documento Recensione sul volume "Interventi"

Il professor Gangemi Raffaele informa Salandra che sul prossimo numero della rivista "Vita italiana" sarà pubblicata la sua recensione al volume di Salandra "Interventi". Gangemi si dichiara ideologicamente vicino a Salandra.

Scheda del documento  

Documento Informazioni sulla Commerciale, sulla Ansaldo, sul giornalista Naldi e su Garroni, ambasciatore dell'Italia in Turchia

"E' attorno alla Banca Commerciale che stanno tuttora raggruppati saldamente in Italia gli interessi germanici: e questi solo dal ritorno del giolittismo possono sperare la loro salvezza. Unico gruppo finanziario autorevolmente opposto a quello della Commerciale è quello che fa capo alla ditta Ansaldo. In questi giorni si sta cercando di attirare pure questo nell'orbita della Banca Commerciale. Gira voce di una conferenza di Giolitti con il comm. Pio Perrone, dell'Ansaldo, incontro che non sembra esserci ancora stato, mentre si è svolto invece l'incontro tra Perrone e Fenoglio per tentare un accordo tra i due gruppi. Inoltre il Consorzio per l'impianto di una fabbrica di munizioni a Genova, sotto la presidenza della Camera di Commercio, sicuro presidio della Banca Commerciale, è in sostanza un abile tentativo per raggruppare su un terreno neutro sotto l'egida della commerciale, il gruppo Terni, col gruppo Ansaldo e le società di navigazione, la presidenza dell'Odero, la vicepresidenza al Perrone, ottimo mezzo di avvicinamento dei due elementi che si vogliono fondere. Tale sforzo della Commerciale nasce forse da un'esagerazione della campagna antitedesca in Italia svolta dai Perrone. Questa trae, invece, le sue forze da una ben più intima e profonda convinzione del danno che il nostro vassallaggio verso la Germania arreca alla nostra economia nazionale".

Scheda del documento  

Documento Sulla necessità di liberare la Banca Commerciale dalle influenze tedesche

Nella lettera Pantaleoni insiste sulla necessità di liberare la Banca Commerciale dal dominio tedesco, questione alla quale fu dedicato un articolo sul giornale "L'Idea Nazionale", pubblicato mercoledì 12 aprile 1916 in terza pagina.

Scheda del documento  

Documento Sull'andamento dei più importanti istituti di credito

In considerazione delle difficoltà prodotte dallo stato di guerra e dall'azione che il Banco d'Italia intende svolgere per fronteggiarle, con riguardo alla necessaria tutela dei suoi interessi, "importa sopra tutto di rendersi esatto conto delle reali condizioni degli istituti di credito e di risparmio e della importanza dei loro bisogni, affinché possa aversi un criterio approssimativamente esatto dei mezzi che dovranno essere prudentemente adoperati per soddisfarli". Stringher intende rivolgere un invito ai direttori affinché facciano pervenire con sollecitudine una relazione sulle condizioni presenti degli istituti di credito e di risparmio locali, sull'importanza dei ritiri dei depositi già avvenuti, sui pericoli da cui sono minacciati e sulle efficaci garanzie che essi sono in grado di offrire a fronte dei sussidi straordinari dei quali possono aver bisogno. Rivolge, inoltre, ai signori direttori anche l'invito di far conoscere l'avviso circa i provvedimenti di carattere generale o particolare, che essi reputino eventualmente opportuni per fronteggiare "la presente gravissima situazione, la quale non deve far perdere la calma né la serenità delle nostre direttive e nella nostra azione". In allegato vi è una copia della lettera circolare, datata Roma, 5 agosto 1914, diramata alle filiali delle banche per avere notizie circa l'andamento e la situazione dei più importanti istituti di credito locali e delle Casse di risparmio ordinario.

Scheda del documento  

Documento Risposta a Stringher

Salandra invia la sua risposta alla comunicazione della circolare diramata alle filiali dell'Istituto per avere notizie circa l'andamento e la situazione dei più importanti istituti di credito locali e delle Casse di Risparmio ordinarie.

Scheda del documento  

Documento Ancora sugli istituti di credito

Si tratta di una lettera confidenziale, in cui Stringher scrive a Salandra di aver riflettuto sulle indagini da lui desiderate, ma "in una forma meno compromettente, e fors'anco meno pericolosa di quella da te indicata". Questa l'analisi condotta da Stringher: "I maggiori istituti di credito avranno i loro difetti e forse qualche colpa, ma oggi sono eccessivamente aggrediti, anche da coloro che furono da essi aiutati e sostenuti. Io non ho nessun interesse e nessuna voglia di proteggerli e di difenderli, ma quando penso che in tutti gli Stati d'Europa e nell'America del Sud esiste la moratoria severa per depositi, e quando rifletto che senza di essa i più colpiti sarebbero stati i depositanti per l'inevitabile crac di tutti o quasi tutti gli istituti, grandi e piccoli, non posso associarmi a coloro i quali credono che i decreti abbiano giovato soltanto alle banche. Con la moratoria giudiziaria di un numero straordinario di istituti sovventori delle grandi industrie manifattrici che cosa avrebbero fatto gli industriali, e che cosa sarebbe avvenuto dell'insieme del lavoro nazionale? Io sono convinto che senza i decreti di moratoria, che sono poi stati attuati in forma meno ferrea per talune classi di depositanti, l'Italia sarebbe oggi in uno stato di crisi bancaria e finanziaria eccezionalmente grave, con effetti politici ancor più gravi". Prima di prendere qualunque decisione che implichi la necessità d'affrontare eccezionali responsabilità, Stringher vuole esporre il suo pensiero in una forma meno affrettata di quella che gli è stata concessa mediante questa lettera.

Scheda del documento  

Documento Richiesta dei risultati dell'inchiesta sugli istituti di credito

Salandra esprime la sua piena approvazione sull'operato di Stringher e sulle due circolari rimessegli. Da esse dovrebbe derivare "quell'inchiesta sostanziale per quanto sommaria, che io reputavo necessaria in una forma efficace comunque non compromettente". Salandra invita Stringher a comunicargliene comunque i risultati non appena ne entrerà in possesso.

Scheda del documento  

Documento Richiesta dei risultati d'inchiesta

Copia dattiloscritta della lettera confidenziale precedente scritta da Salandra a Stringher per ricevere quanto prima gli esiti dell'inchiesta condotta sugli istituti di credito.

Scheda del documento  

Documento Inchiesta sugli istituti di credito

Minuta in cui Salandra ribadisce per l'ennesima volta a Stringher l'urgenza di avere tra le mani gli esiti dell'inchiesta condotta sugli istituti di credito. Scrive, infatti: "la gravissima responsabilità che vi assumeste e che assumerò m'impongono il dovere e mi danno il diritto di conoscere tutta intera la situazione del paese".

Scheda del documento  

Documento Incontro con Salandra

Il tono grave della lettera del 22, induce Stringher a chiedere un colloquio immediato con Salandra.

Scheda del documento  

Documento Relazione scritta sull'inchiesta degli istituti di credito

Salandra ribadisce ancora una volta la necessità di ricevere quanto prima una relazione per iscritto e non semplici impressioni verbali sull'inchiesta condotta da Stringher su problemi e 'desiderata' dei principali istituti di credito privati italiani.

Scheda del documento  

Documento Corrispondenza: Antonio Salandra a Alberto Bergamini (22-12-1901)

Salandra invia a Bergamini il suo scritto "Il calmiere e gli sgravi sulle farine". Chiede che venga pubblicato "testualmente" anche a nome di Sonnino.

Scheda del documento  

Documento Considerazioni sul Nitti

Scrive Salandra a Bergamini: "Il Pungolo ci tratta da nemici delle insurrezioni. (...) Se volesse proseguire la polemica mostrerebbe l'articolo sulle Lucrazioni di Napoli, pubblicato nel primo fascicolo della Lettura (dic.1900, se mal non ricordo). Il Nitti non ha mai ritenuto opportuno di citare il mio articolo nel quale era messa avanti anche l'altra idea da lui prima propugnata, dell'ingrandimento della cerchia (...)".

Scheda del documento  

Documento Invio articoli e note da pubblicare

Salandra invia a Bergamini un articolo firmato ed una notizia esatta sulle tariffe doganali, "che nessun giornale ha ancora pubblicato".

Scheda del documento  

Documento Sull'articolo di Pasquale Villari

Nella lettera Salandra commenta la pubblicazione di un articolo di Pasquale Villari, che gli appare inutile, in quanto incentrato su "cose che sono state già dette e ridette senza nulla di concreto. (...) Vogliamo adesso, perché c'è stato o c'è il colera, accorgerci che c'è pure un Mezzogiorno da redimere? E vi sono per questo delle ricette? Io rifuggo da tutte queste discussioni non determinate, vaghe, che non possono menare ad alcuna conclusione". Per questa ragione Salandra si rifiuta di partecipare al dibattito che Bergamini intende aprire.

Scheda del documento  

Documento Sulla Società di economia politica

Luzzatti comunica la disponibilità di Minghetti per la società di economia politica. Dato che altri nomi importanti, quali Simonelli e Salandra, sono ancora incerti, Luzzatti incarica Protonotari di organizzare un incontro. Si tratta probabilmente dell'ultimo incontro della Società che dopo quell'anno tacque.

Scheda del documento  

Documento A proposito di un articolo sulla finanza

Magliani invia il primo articolo di Salandra assieme alla prima parte del suo lavoro affinchè si notino le differenze delle materie trattate. Nel caso Protonotari decida di pubblicare entrambi i lavori, suggerisce di pubblicare l'articolo di Salandra con un titolo più generale. Quanto al suo lavoro, assicura l'invio della seconda parte e ne chiede la pubblicazione in due volte con un intervallo di un mese. Invia, infine, il riassunto del commento al suo articolo ad opera della Società degli economisti.

Scheda del documento  

Documento Biglietto di scuse

Antonio Salndra si scusa con il direttore della Regia Scuola di Commercio di Bari per non poter presenziare alla lodevole iniziativa in onore di Ferrara per grave malattia di uno dei suoi figli.

Scheda del documento  

Documento Documenti politici relativi al 1915

Il sottofascicolo comprende una raccolta di 13 documenti eterogenei (ritagli di giornale, appunti di Antonio Salandra e lettere) relativi al rapporto tra Sidney Sonnino e Stefano Tisza nell'aprile del 1915. Si tratta di una questione prettamente politica, di nessun interesse economico, di cui si discute nel 1929, anno nel quale Sonnino risulta essere defunto. In particolare nel primo documento emerge come il rapporto tra Sonnino e Tisza fosse stato indiretto e si fosse svolto per il tramite del professore Luigi Maria Bossi. Il sottofascicolo può avere qualche interesse per la ricostruzione del profilo biografico di Sidney Sonnino.

Scheda del documento  

Documento Discorso inaugurale della Banca Cooperativa di Lucera

"L'illustre presidente dell'associazione fra le banche mutue italiane, l'onorevole Luigi Luzzatti mi ha commesso di esprimervi il suo sincero rammarico della sua assenza all'inaugurazione della Banca popolare cooperativa di Lucera". Con queste parole si apre il discorso di Antonio Salandra, che si limita a leggere e a commentare il testo scritto di Luigi Luzzatti. In particolare Salandra accentra l'attenzione dei presenti su alcune affermazioni del presidente dell'associazione delle banche mutue italiane. Per esempio sul modo in cui quest'ultimo ha definito il fine della banca che "non è l'allargare le vie del credito a coloro che già le possono percorrere, [ma] é soprattutto il dischiuderle a quei moltissimi per i quali il trovar credito è una vana speranza se non a pegno della degradazione al Monte di Pietà o a pegno della rovina estrema dall'usuraio". E' li che essa interverrà con "la fiaccola rischiaratrice del prestito a giusto interesse e a rigorosa ragion di tempo". A questo punto Salandra legge testualmente le offerte bancarie di Luzzatti: 1) offre gratuitamente a nome dell'associazione fra le banche mutue italiane formulari di contabilità e simili scritture. La spesa è fatta dal fondo costituito l'anno precedente in seno a quell'associazione per impulso del congresso di Bologna 2) propone agli amministratori della banca di Lucera di adoperarsi lui affinché entrino in accordo d'idee e di affari con la Banca Popolare di Milano, nata da 18 anni su impulso dello stesso Luzzatti. La "sfiducia" e la "malavoglia" del napoletano, che avrebbero segnato la differenza rispetto al Nord, possono essere superate con la prosperità e con l'onestà che promanano dagli istituti di credito popolare. "La ragione principalissima sta tutta nelle mancanza dei capitali, in quelle mancanze che ci fa parere ignoranti e immorali, che ci fa tremare, i grossi interessi, che ci fa trascurare i miglioramenti delle nostre terre e l'impianto delle industrie, cui non manterrebbero tutti gli altri elementi d'una florida vita". Scrive, ancora, Salandra: "Si riversino i capitali del Settentrione sopra queste terre meridionali, le quali aspettano, a mostrare la loro fecondità, la pioggia che rese fecondo il seno di [...]. Concorrano alla creazione di novelle industrie" per la "trasformazione della bottega in opificio ad armare della macchina il braccio infaticabile del nostro operaio. Saranno d'immenso beneficio". Intermediari di questo provvido scambio d'utilità sono gli istituti di credito popolare. L'importanza di una banca si misura non dal capitale che ha, ma da quello che attiva. "E i nostri intelligenti amministratori - aggiunge Salandra - sapranno trarre larghi vantaggi dall'autorevole profferta. Nello stringere la mano che ci si porge dai fratelli del Settentrione nessuno di noi sconoscerà l'altissimo significato morale e patriottico di quest'accordo di idee, di sentimenti, d'interessi".

Scheda del documento