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Fondo Delfico
Fascicolo Melchiorre Delfico Consigliere di Stato
Fascicolo contenente documenti vari (appunti, bozze, lettere, ritagli di articoli) di Melchiorre Delfico, Consigliere di Stato, compresi tra il 1809 e il 1812: pubblica istruzione (progetto di legge, osservazioni) - economia - fondiaria - alienazione dei
Scheda: 325 cc. nn. nr. fascicolo 205
Numero della busta: 18
Documenti presenti nel fascicolo
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Sull'istruzione pubblica
Appunti di Delfico, senza data, in cui afferma che, dovendo creare l'istruzione pubblica nelle Province del Regno, i nuovi stabilimenti devono tenere in considerazione il bisogno della generalità, che si debba provvedere all'istruzione elementare e che il più importante frutto dell'istruzione generale deve essere considerato il progresso nelle cognizioni. Per quanto riguarda l'istruzione media nelle Province, al piano della Commissione suddivisa in Ginnasio, Collegi e Licei, Delfico propone un piano di scuole secondarie di quattro classi che dagli studi di lettere umane conducano gradualmente i giovani ai primi studi di ragione e a quella parte delle scienze che servono necessariamente come preparazione all'istruzione pubblica. Per quanto riguarda il problema dei fondi per le scuole secondarie, il finanziamento da parte dei privati non deve essere trascurato allo scopo di diffondere il più possibile l'istruzione pubblica. Inoltre bisogna dare tutti gli incoraggiamenti per moltiplicare gli esempi delle istituzioni private, allo stesso tempo è necessario non illudersi sulle possibilità dei mezzi attuali. Attualmente i collegi in attività sono pochi, non ci sono i fondi per pagare i docenti e poche famiglie possono pagare le pensioni fissate, quelle che invece le potrebbero pagare, non acconsentono facilmente che i loro figli vadano in luoghi molto lontani. Anche se tutti questi problemi non ci fossero, il progetto per l'istruzione pubblica avanzato dalla Commissione non basterebbe ad istruire tutta la gioventù di un paese di cinque milioni di persone. Delfico sostiene la necessità di tenere in piedi, nonostante l'abolizione degli ordini religiosi, i seminari, che sono luoghi di istruzione ed educazione che rappresentano le più antiche istituzioni per l'istruzione da sempre governate dagli ordini religiosi e dai vescovi. È necessario inoltre conservare gli ecclesiastici che saranno ritenuti utili all'istruzione pubblica. Delfico propone l'istituzione di tre accademie a Bari, a Catanzaro e a Chieti, ravvisa inoltre la necessità di formare una Scuola di Diritto ad Altamura. Gli allievi delle scuole secondarie dei collegi potranno così continuare in queste accademie i loro studi sino al grado che si richiede per l'esercizio delle professioni. Inoltre, per la formazione del corpo docente, propone l'istituzione del pensionato normale.
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Progetto sull'istruzione pubblica
Progetto di Delfico, datato 1810, sull'istruzione pubblica costituito da sette titoli e 101 articoli nei quali si descrivono i grandi benefici di cui godranno i sudditi grazie all'istruzione pubblica. Gli articoli descrivono le disposizioni preliminari relative alla vigilanza ed alla protezione affidata al governo. Si propone la divisione dell'istruzione in tre livelli: elementare, media, sublime. Alla prima apparterranno le scuole dei comuni ordinate dal decreto e quelle altre stabilite dai privati; alla seconda, le scuole secondarie (quattro classi), i collegi reali e le tre accademie. L'istruzione sublime sarà affidata all'Università di Napoli e divisa in cinque facoltà: letteratura, filosofia, medicina, giurisprudenza, ideologia. Vengono poi descritte per ciascuna le cattedre, i limiti ed i metodi di insegnamento e si definiscono inoltre le funzioni del rettore. Infine, nel progetto si illustrano le scuole speciali per tematiche, quali lingue orientali e diplomazia.
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Sull'istruzione pubblica
Atto del Ministro dell'Interno relativo all'ordinamento della Pubblica Istruzione con il quale vengono adottati i suggerimenti del progetto di Delfico, in particolare: l'Istruzione Elementare, nella quale si insegna a leggere e a scrivere ed i primi elementi di calcolo. Per la Scuola Media, dove si insegnano la lingua propria, quella latina e greca, la storia e la geografia, si distinguono i Licei che sono destinati ad un più specifico insegnamento delle lettere, della matematica e della logica. Nell'atto si parla anche della Scuola Sublime alla quale appartengono le facoltà dell'Università di Napoli destinate agli studi delle licenze di professione e alla collazione dei grandi.
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Bozza sul progetto della Pubblica Istruzione
Bozza del progetto di Delfico sulla progetto della Pubblica Istruzione, datata 1809, accompagnato da una lettera al Re nella quale si ravvisano le necessità di procedere alla redazione di una legge che attraverso la Pubblica Istruzione possa mostrare la grandezza e la gloria della Nazione.
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Decreto organico n. 1146 del 29 novembre 1811, per l'Istruzione Pubblica
Decreto attuativo della riforma dell'Istruzione Pubblica proposta da Delfico, recante norme sull'organizzazione dei Collegi. Il Decreto stabilisce che dovranno essere convertiti in Licei tutti i Collegi precedentemente istituiti con la Legge del 30 maggio 1807; tali Licei saranno costituiti con professori di specifiche materie. Il Decreto istituisce inoltre il premio per gli studenti dei Licei o dei Collegi che saranno più meritevoli nelle materie solenni; tali studenti potranno essere premiati con piazze o mezze piazze gratuite. Per le Università di Napoli si descrivono i professori che garantiranno l'insegnamento di specifiche materie in base alla facoltà ed ai regolamenti che una volta approvati disciplineranno i requisiti, il modo di conferimento, i gradi, e le professioni. Infine, si descrivono i gradi delle facoltà: 1) l'approvazione, 2) la licenza e 3) la laurea.
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Sull'Istruzione media
Appunti di Delfico in cui sostiene che così come le istituzioni comunali sono a carico del comune, così dovrebbe essere delle Scuole Primarie. A parte che per le Province più popolate potrebbe esserci un Liceo per ogni Provincia. Vengono poi indicate le materie da studiare fino a dodici anni: lingua italiana e latina, prime linee di storia naturale, aritmetica e geometria, geografia e storia.
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Osservazioni su alcuni articoli del progetto per la Pubblica Istruzione
Appunti di Delfico sul problema dell'Istruzione Pubblica che, per lui, si riduce ad esaminare l'utilità dei Collegi. Nello specifico ci si chiede se debbano sussistere nelle forme ed ordini attuali a carico dello Stato, oppure se debbano essere di istituzione privata o comunale. Per quanto attiene lo scopo sociale dell'educazione del cittadino, Delfico sostiene che non è necessario né opportuno che esistano i Collegi secondo l'antico stile. Allo stesso modo, neanche i Seminari Ecclesiastici e le Scuole Militari sono utili allo scopo che si prefigge l'Istruzione Pubblica: dare un'istruzione ed un'educazione liberale. Dimostrata la dubbia relatività di questi stabilimenti, Delfico vorrebbe che i mezzi assegnati ad essi dal Governo potessero essere investiti in modo migliore per la Pubblica Istruzione, ad esempio per il mantenimento dei Licei. Il fine del progetto è la realizzazione di una Istruzione Universale pubblica ed uniforme. Delfico propone l'introduzione di un grado intermedio fra la Scuola Primaria ed i Licei, e cioè una Secondaria che potrebbe essere collocata in ciascun Circondario del Giudice di Pace. Se nelle Scuole Primarie non si può apprendere altro che a leggere e a scrivere, abaco e catechismo morale, pare che vi debba essere un altro grado di cultura che renda i cittadini sufficientemente istruiti e civilizzati senza aver l'obbligo di inoltrarsi nello studio positivo delle scienze che è rivolto ad un minor numero di persone. In questo modo le materie che dovrebbero essere insegnate in questa scuola sono: la lingua italiana, quella latina e francese, i primi elementi delle belle lettere, aritmetica e geometria piana, prime linee della storia naturale, geografia, saggio di storia e principi di morale. Stabilite così le Scuole Primarie, fondate le Secondarie e completati i Licei, potranno nascere le Università.
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Nuovo piano per la ricostruzione della Pubblica Istruzione
Lettera di Delfico al Re, sul nuovo piano per la ricostruzione della Pubblica Istruzione. Delfico scrive che la commissione destinata a fornire il nuovo piano per la ricostruzione della Pubblica Istruzione ha considerato un onore la fiducia per essere stata incaricata di stabilire e presentare le pubbliche regole per le Scuole di diritto del Regno insieme al Ministro di Giustizia.
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Appunti circa le questioni da proporsi e discutersi con la commissione per l' Istruzione Pubblica
Appunti di Delfico in cui propone otto punti di analisi da sottomettere alla commissione: A) la determinazione del numero di Seminari necessari per poter stabilire il numero dei Ginnasi e delle Scuole di Istruzione Media di I grado; B) la possibilità di lasciare in libertà i comuni, ricchi di rendite patrimoniali, e la possibilità di sfruttare le Fondazioni per l'istituzione di un Ginnasio per ogni Distretto; C) se i ginnasi debbano essere gratuiti o a pagamento; D) la determinazione delle materie nei Licei; E) se nei Licei convenga ripetere un corso di grammatica superiore per fare poi in due anni quello di umanità; F) le condizioni per le piazze franche allo scopo di evitarne gli abusi, per fare economia e rendere utili questo tipo di sovrane beneficenze, si specifica inoltre che non pare accettabile l'istituto delle mezze piazze; G) se possano essere necessarie ed utili le tre scuole speciali; H) se oltre alle arti e professioni ci sia il bisogno di istituire scuole speciali per gli ecclesiastici; I) se debbano permanere i seminari vescovili; L) in quali scuole non è necessario apprendere particolari abitudini ed in quali è necessario apprendere particolari educazioni proprie dello stato.
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Sul nuovo progetto per l'Istruzione Pubblica
Lettera di Delfico al Re in cui scrive che la Sezione dell'Interno ha discusso il nuovo progetto per l'Istruzione Pubblica redatto dalla commissione. In quanto all'organizzazione delle scuole, sembrerebbe opportuno che si formassero oltre alle scuole primarie comunali due gradi sotto i Licei. Per quanto riguarda i Licei, invece Delfico sostiene che tutti debbano avere le stesse sezioni di base. Ciascuna delle quattro tipologie di Licei avrà delle lezioni specifiche alle diverse facoltà: un liceo sarà specifico per le belle lettere ed avrà un professore di antichità greca e latina ed un altro di storia e geografia; un altro sarà specifico per le scienze ed avrà un professore di matematica sublime, uno di fisica sperimentale e chimica ed uno di storia naturale; quello qualificato per la medicina avrà un professore di anatomia e fisiologia, un secondo di patologia, un terzo di chirurgia teorica e pratica, un quarto di clinica, un quinto di storia naturale e chimica. Invece, nel Liceo destinato alla giurisprudenza ci saranno un professore di diritto romano, uno del codice napoleonico ed un terzo di procedura civile e criminale. Per stimolare e favorire la gioventù allo studio saranno istituite delle piazze e mezze piazze gratuite per frequentare Collegi e Licei. Inoltre, la capitale conserverà l'Università oltre ai suoi Collegi e Licei.
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Sulla Pubblica Istruzione
Appunti di Delfico in cui annota di aver letto e riletto il progetto, e che tutti ammettono la divisione dell'Istruzione Pubblica in Primaria, Media e Sublime. Tutti convengono che si debba cominciare dalle parole per poter proseguire con le vicende dell'uomo ed in particolare con l'ideologia, la metafisica e l'etica. Ad ogni modo, sembra ci siano molti dubbi sull'applicabilità degli articoli 26, 37, 53, 62 e 76 sull'organizzazione dei Collegi in Seminari, Ginnasi e Licei. Inoltre, per quanto riguarda le Università e le cattedre di eloquenza, sorgono dei dubbi sulla necessità dell'insegnamento di alcune materie matematiche e fisiche ed in particolare sulle ore di insegnamento da assegnare loro.
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Sul progetto della pubblica istruzione
Appunti di Delfico in cui spiega come il progetto per l'istituzione delle cattedre e delle lezioni di diritto non susciti alcun dubbio circa la loro importanza e la loro necessità, ma che non si è giunti ancora a soluzioni definitive circa i modi di esecuzione e sulla competenza di tale iniziativa. Infatti, proprio perché i rapporti amministrativi dell'attuale Governo sono divisi sotto vari rami e limitano le attribuzioni dei vari Ministri, potrebbe sorgere il dubbio se l'Istruzione Pubblica debba essere dichiarata di pertinenza dell'Interno o possa, per qualche parte, essere rapportata ad altri Ministeri.
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Sul nuovo progetto per l'Istruzione Pubblica
Lettera di Delfico al Re in cui scrive che la Sezione dell'Interno ha discusso il nuovo progetto per l'Istruzione Pubblica redatto dalla commissione. In quanto all'organizzazione delle scuole, sembrerebbe opportuno che si formassero oltre alle scuole primarie comunali due gradi sotto i Licei. Per quanto riguarda i Licei, invece Delfico sostiene che tutti debbano avere le stesse sezioni di base. Ciascuna delle quattro tipologie di Licei avrà delle lezioni specifiche alle diverse facoltà: un liceo sarà specifico per le belle lettere ed avrà un professore di antichità greca e latina ed un altro di storia e geografia; un altro sarà specifico per le scienze ed avrà un professore di matematica sublime, uno di fisica sperimentale e chimica ed uno di storia naturale; quello qualificato per la medicina avrà un professore di anatomia e fisiologia, un secondo di patologia, un terzo di chirurgia teorica e pratica, un quarto di clinica, un quinto di storia naturale e chimica. Invece, nel Liceo destinato alla giurisprudenza ci saranno un professore di diritto romano, uno del codice napoleonico ed un terzo di procedura civile e criminale. Per stimolare e favorire la gioventù allo studio saranno istituite delle piazze e mezze piazze gratuite per frequentare Collegi e Licei. Inoltre, la capitale conserverà l'Università oltre ai suoi Collegi e Licei.
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Sull'istituzione di cattedre universitarie
Appunti di Delfico in cui scrive che avrebbero dovuto sorgere scienze nuove ma, al contrario, nelle Università il numero delle cattedre è diminuito. Delfico propone l'istituzione di una cattedra di fisiologia vegetale, di una cattedra di fisica animale, una di fisiologia morale e comparata ed un'altra di medicina morale. Inoltre si dovrebbe insegnare anche storia e filologia che dovrebbero ispirarsi alla cognizione delle origini, dei rapporti di differenza e delle somiglianze dei popoli. In questo modo, conoscendo i rapporti di dipendenza tra i popoli, si potrebbe studiare l'influenza delle lingue sulle idee e sulla filosofia degli stessi.
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Sull'istruzione pubblica
Appunti di Delfico in cui individua quattro possibili gradi di istruzione e per ciascuno descrive ed elenca le materie che dovrebbero essere studiate nei corsi. In particolare, l'Istruzione Pubblica potrebbe essere suddivisa in Scuole Comunali, Scuole di Circondario, Scuole di Provincia o Licei e Scuole di Divisione.
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Sui seminari e i collegi
Appunti di Delfico, su un foglio singolo sganciato da altri discorsi, in cui figurano quattro punti di osservazione: 1) I Seminari: Cosa sono i Seminari? Sono la vera Scuola dei direttori dei popoli, della pubblica opinione e del progresso dei lumi; 2) I Collegi: I Collegi sono in realtà poco utili ed inoltre comportano un'elevata spesa pubblica; 3) misure generali: quali riforme devono apportarsi alla Pubblica Istruzione?; 4) Storia Civile e del Diritto Pubblico. La restante parte non è leggibile.
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Sui bisogni dell'uomo
Minuta poco leggibile e senza il nome del destinatario di una lettera spedita da Delfico, in cui si accenna ai bisogni dell'uomo che dovrebbero essere valutati tenendo conto sia dei suoi rapporti con la fisica, quanto di quelli che si definiscono morali e propri dello stato civile.
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Sulla perfettibilità dell'uomo
Minuta poco leggibile e senza il nome del destinatario di una lettera spedita da Delfico, in cui si fa riferimento alla perfettibilità dell'uomo che non ha ostacoli fisici né generali, né permanenti. Inoltre si accenna alle cagioni e agli errori che ritardano i progressi dell'umano sapere.
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Argomenti vari
Ritagli di biglietti ed appunti di Delfico. Tra questi si legge: "con i Seminari si devono determinare le idee".
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Sugli studi di Logica
Appunti di Delfico in cui sostiene che i nuovi studi, quelli che vanno sotto il nome di Logica, pur avendo come scopo principale l'eliminazione degli errori, l'apertura mentale e l'obiettivo di impedire la riproduzione degli errori stessi, non hanno fatto altro che occultare maggiormente la verità. Delfico scrive che l'Istruzione Pubblica deve essere considerata come un'istituzione sociale, la quale deve tener conto ed essere al livello delle idee del secolo considerate sotto vari aspetti e rapporti. In particolare, dal punto di vista del rapporto intellettuale, essa rappresenta la serie delle verità coordinate allo scopo di ottenere la felicità ed un maggiore perfezionamento. L'uniformità della ragione porta, di conseguenza, quella delle idee morali e politiche, quindi questo determina l'uniformità delle opinioni e la cessazione degli eccessi di ogni sorta.
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Sulla Pubblica Istruzione
Appunti di Delfico in cui sostiene che il disprezzo della Pubblica Istruzione deriva dal pubblico scandalo rappresentato dalla diversità degli insegnamenti che sono stati istituiti nelle Scuole e soprattutto nelle Università.
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Sui progressi naturali della società
Appunti di Delfico in cui sostiene che i progressi naturali della società comportano necessariamente la progressiva evoluzione della specie. Se per tanti secoli le facoltà e le forze umane ebbero dei limiti causati dalle specifiche circostanze, la scarsezza nei mezzi ha impedito le ulteriori evoluzioni. Di conseguenza Delfico afferma che qualunque sia il corso dell'umana natura non è detto che debba esserci necessariamente un progresso continuo e indeterminato.
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Sull'albo delle Università
Appunti di Delfico in cui esprime l'opinione che l'Università potrebbe essere vista come albero scientifico dal quale è possibile vedere facilmente come i difetti dei prodotti dipendano e siano strettamente corrispondenti a quelli della cultura.
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Sull'importanza della Pubblica Istruzione
Appunti di Delfico in cui si dichiara convinto che l'importanza della Pubblica Istruzione sia da riconoscere nella possibilità di attribuire e insegnare nuovi valori agli individui; in tal modo qualunque operazione o attività sarà più facile ed economica. La normale conseguenza di tutto questo è che la selezione e la scelta degli individui cadrà ovviamente sulle persone più abili.
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Principi generali
Appunti di Delfico in cui enuncia una serie di Principi Generali con i quali è possibile rimediare alle imperfezioni relative della specie. Secondo Delfico, nell'istruzione progressiva e nella scelta dei metodi di insegnamento si deve tener conto di una doppia indicazione: innanzitutto deve essere considerato lo sviluppo degli organi, ed in secondo luogo dei rapporti necessari delle idee. Allo scopo di realizzare un'istruzione progressiva, gli allievi devono aver imparato a leggere, a scrivere e a numerare con quel metodo che sarà stato prescelto come più opportuno. Successivamente è possibile passare alla grammatica, meglio se con un metodo analitico, cominciando poi ad imparare i primi principi e facendo conoscere le parti del discorso, ossia del parlare.
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Sui Seminari
Appunti di Delfico in cui scrive che, per quanto attiene alla disciplina, i Seminari devono dipendere dai Vescovi. Al contrario per quanto concerne l'istruzione, in particolare per un principio fondamentale di uniformità e unità, i Seminari devono essere parte integrante del sistema. Di conseguenza sarebbe opportuno che questi luoghi fossero immediatamente posti sotto l'istruzione del governo.
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Lettera al Ministro dell'Interno firmata dall'Arcivescovo di Taranto
Lettera dell'Arcivescovo di Taranto al Ministro dell'Interno, in cui s'informa che Sua Maestà il Re gli ha fatto sapere di voler discutere al più presto il progetto relativo al Consiglio Forestale. Con questa lettere vuole perciò informare preventivamente il Ministro dell'Interno in modo che possa predisporre tutto allo scopo di eseguire gli ordini del Re.
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Legge sui boschi
Lettera di Delfico in cui scrive che la legislazione sui boschi è la causa principale degli abusi che hanno determinato la progressiva distruzione dei boschi stessi. Secondo Delfico, la distruzione dei boschi dipende dal fatto che l'attuale legislazione non distingue i differenti diritti dei possessori e dei padroni. Attualmente, la proprietà dei boschi è divisa fra il Sovrano, i Comuni ed i Particolari. Di conseguenza c'è bisogno di una legge sui boschi che merita le più vigili cure e le più energiche determinazioni del Governo. Delfico suggerisce una serie di articoli che vietino di distruggere i boschi o con taglio o con fuoco. Nel caso di distruzione, la parte di bosco distrutta cadrà in beneficio del fisco. Sarà punita come mancanza d'ufficio la trascuratezza degli Amministratori comunali e dei Funzionari di Governo. Sarà permesso ai proprietari dei boschi di tagliare gli alberi che non siano stati bollati per l'uso dello Stato; il taglio permesso si intende per uso proprio e per commercio, tanto per l'uso del combustibile che per lavoro, e mai per dissodare o per mettere a coltura i boschi. Per i boschi appartenenti ai Comuni, i cittadini potranno, secondo particolari regolamenti, far uso liberamente di legna morta, ma per gli altri alberi non potranno effettuarsi tagli se non in certe proporzioni e con Licenza e responsabilità del Sindaco. Nei boschi comunali il Governo potrà far bollare tutti gli alberi che sono necessari per la marina oppure per le opere pubbliche. Le boscaglie ed i luoghi ingombri di cespugli, spine e arboscelli selvaggi potranno essere disboscati previa licenza dell'Intendente dopo un legale riconoscimento. Nei boschi dei Particolari, il Governo potrà far marcare o bollare gli alberi che potranno servire per la marina. Inoltre, se nelle vicinanze non ci sono altri boschi della Corte o dei Comuni, il Governo potrà bollare anche quegli alberi che serviranno per uso pubblico.
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Quesiti sull'uso dei boschi
Appunti di Delfico in cui sono annotati una serie di quesiti ai quali sarebbe opportuno rispondere per poter disciplinare correttamente l'uso dei boschi. Tra i quesiti figurano in particolare: 1) quanti boschi ci sono nel Regno? 2) Quanto suolo occupano? 3) Quanti appartengono allo Stato, quanti ai Comuni, quanti agli ex baroni, quanti agli ecclesiastici e quanti ai privati? 4) Quale estensione rappresenta bosco e quale terreno? 5) Quale prodotto possono rendere i boschi del Regno? - quanta parte può essere adibita alla produzione del legno, quanta al pascolo e quanto a frutto? 6) Quanta parte è coltivata e quanta incolta? 7) Quali Province ne scarseggiano? 8) Quali sono i luoghi per i quali si conosce lo sboscamento? 9) Dove è necessario ripristinare i boschi? Inoltre ai primi quattro quesiti Delfico appone la seguente nota: "la risposta a questi quesiti è necessaria perché venga assicurata la tranquillità pubblica nella pubblicazione della legge".
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Sul Consiglio di Commercio, il Consiglio di Pesi e Misure ed il Consiglio di Edifici Civili
Appunti di Delfico in cui descrive i membri costituenti alcune istituzioni, tra le principali figurano: il Consiglio di Commercio, il Consiglio di Pesi e Misure ed il Consiglio di Edifici Civili. I membri del Consiglio di Commercio potrebbero essere rappresentati dai negozianti in attività di commercio che vengono nominati sulla base della presentazione di due candidati fatta da ciascuna Camera di Commercio. Il Consiglio di Pesi e Misure dovrebbe essere costituito da tre membri. Il Consiglio di Edifici Civili, che esamina i progetti ed i piani relativi alle costruzioni civili, fa parte del Ministro dell'Interno presso la III Divisione.
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Sul progetto di legge sui boschi
Appunti di Delfico in cui sono presenti altri articoli (vedi documento con segnatura II/42.28) sul progetto di "Legge sui boschi". Ai 13 articoli precedenti ne appone uno ulteriore (art. 14) che specifica che "il General Divieto del taglio debba intendersi solo per i boschi e non, in generale, per gli alberi di qualunque specie".
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Sui boschi
Minuta di Delfico in cui propone di considerare i boschi sotto due aspetti: da un lato come produttivi di frutto, e dall'altro come somministratori di legname; in generale poi, si dovrebbe distinguere tra due classi: boschi naturali e boschi artificiali. Secondo Delfico, i primi disboscamenti delle terre rappresentarono i primi passi della coltura sociale. Inoltre, non si può negare che l'elevato numero dei disboscamenti fu dovuto a calcoli sbagliati, all'ignoranza e all'interesse. Ora, scrive Delfico, i popoli ed i governi hanno riconosciuto l'eccesso a cui si è arrivati.
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Commenti agli articoli della Legge
Appunti di Delfico secondo cui l'art. 2 della "Legge sui boschi" non è sufficientemente chiaro: ci si potrebbe domandare infatti, chi è o cosa rappresenti l'amministrazione pubblica citata nell'articolo. In più nel successivo art. 5, tra le amministrazioni pubbliche non viene nominato il Governo.
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Nome, numero ed estensione territoriale delle province con boschi e selve cedue del Regno di Napoli
Appunti di Delfico sulla tabella in cui si riepiloga il nome, il numero e l'estensione territoriale delle province con boschi e selve cedue del Regno di Napoli. In particolare figurano un totale di 1819 boschi e 1.259.671 piante adibite a maggiatico. Si dà inoltre nota della Calabria Citeriore con 550 boschi e dell'assenza della Calabria Ulteriore e del Principato Citeriore, entrambe rappresentano le due Province del Regno più boscose con 500.000 per maggia. Quindi in totale il Regno dispone di una superficie di circa 2 milioni di maggia. Tabella.
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Sulla conservazione di alberi e legni
Appunti di Delfico in cui si legge che la conservazione di alberi e legni a sufficienza è una condizione necessaria per lo Stato. L'Editto del 31 gennaio 1759, con cui si proibiva il taglio delle macchie e di alcune specie di alberi, era stato costituito in base a tale principio. Il legname è infatti indispensabile alla sussistenza e all'industria comune, perciò, nel momento in cui non è stato più sufficiente, ha causato desolazione e miseria allo Stato. Da questo è poi scaturito lo scatenato e incalcolabile consumo di castagni che non furono compresi nell'Editto. Al contrario, scrive Delfico, la legna grossa da fuoco è salita di prezzo, causando uno sbilanciamento dell'economia. L'alto prezzo permetteva infatti agli stranieri di approfittare del divieto in vigore all'interno del Regno.
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Osservazioni generali
Appunti di Delfico in cui annota una serie di osservazioni generali relative al progetto di "Legge per i boschi". In particolare, Delfico si riferisce al carattere della generalità cui il progetto stesso dovrebbe ispirarsi e alle cause che la sua assenza potrebbe causare. Se infatti il Governo toglie al progetto il carattere della generalità, principio che non risulta affatto contrario a quello del bisogno, in breve tempo si solleveranno gli animi.
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Sulla devastazione dei boschi
Lettera di Delfico al Sovrano, in cui scrive che relativamente alla devastazione dei boschi, ogni giorno giungono continui reclami al Ministro. Tali reclami e insofferenze dipendono, secondo Delfico, dal non aver avuto accuratezza nella formulazione dell'art. 10 della Legge del 1806.
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Sulla pubblica economia e sui rapporti commerciali
Appunti di Delfico in cui sostiene che tutti gli oggetti più importanti della civile amministrazione dovrebbero essere regolati con lo stesso zelo. Il primo esempio del civilizzazione dei popoli ha, per qualità intrinseca, un'influenza particolare sulla pubblica economia e sui rapporti commerciali. Secondo Delfico è inutile commentare il grado lacrimevole in cui è stato ridotto il Regno a causa della privazione della comunicazione marittima determinata dallo stato di guerra. Un governo dovrebbe invece rallegrarsi se può agevolare in altro modo lo smaltimento all'estero dei propri prodotti e derrate.
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Sulla nuova organizzazione amministrativa dei Comuni
Appunti di Delfico in cui scrive che bisognerebbe essere contenti dell'importante operazione che sarà compiuta in breve termine. L'operazione di cui parla è relativa alla nuova organizzazione amministrativa dei Comuni. Infatti sia in Francia, che nel Regno italico, i Comuni rappresentano il ramo amministrativo più lento ad organizzarsi. Il cambiamento del sistema, la successiva suddivisione delle leggi, la molteplicità degli oggetti e la successione dei Ministri sono state le ragioni per le quali l'economia comunale non ha potuto ancora raggiungere quella regolarità che Sua Maestà ha tanto a cuore.
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Sulla comunicazione interna del Paese
Appunti di Delfico in cui annota che il Regno Italico è il paese in Europa più frastagliato da fiumi, torrenti, fossi e burroni; soprattutto per questo è necessario garantire la comunicazione interna. In particolare Delfico suggerisce che la polizia diventerà garante della giustizia.
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Sulla malaria che imperversa nel Paese
Appunti di Delfico in cui esprime preoccupazione per la malaria che imperversa nel Paese. Suggerisce che gli ospedali non dovrebbero operare che per i mali ed i disagi dovuti all'epidemia. In particolare è auspicabile la costituzione di una commissione di economia e di sanità che stabilisca le basi generali su come procedere alla liberazione dello Stato dalla malaria che produce l'inabitabilità di tanti luoghi.
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Osservazioni per i budget
Appunti di Delfico in cui sostiene che per problemi di tempo non si è potuto fare in modo che le rettifiche della Sezione avessero luogo nell'anno corrente; ritiene necessario che queste operazioni vengano rimandate all'anno successivo. Difatti, se le rettifiche venissero applicate nell'anno corrente, si causerebbero disordini di contabilità, e non si arrecherebbe nessun vantaggio ai contribuenti. La Sezione, nei suoi lavori per i budget, si rivolge al Sovrano affinché disponga che per l'economia municipale vengano fissate basi e regole stabili.
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Enregistrement. Sul registro
Appunti di Delfico in cui mette in discussione un progetto di legge che si proponeva di istituire un pubblico stabilimento per la sicurezza dei contratti, per la conservazione dei documenti, per impedire gli errori e le frodi sulle ipoteche. Delfico si oppone al fatto che lo stabilimento fonda una tassa distinta in fissa e proporzionale su quasi tutte le carte prodotte negli affari civili e giudiziari. La domanda è se questa tassa sia un mezzo di indennizzo al governo per le spese necessarie allo stabilimento o sia un'imposta o pubblico contributo. Con un'efficace argomentazione Delfico dimostra che essa non può e non deve essere una tassa, perché l'iniziativa non è stata presa dalla Finanza né tanto meno dal Sovrano. Il modo in cui la tassa è costituita ha il carattere dell'imposta: una tassa qualunque cade sui valori ed è determinata nelle sue proporzioni. Delfico passa quindi a ricordare che già in passato si era parlato dell'imposta del registramento, e che in quella sede si era preferito procedere all'aumento della carta bollata, del diritto del bollo proporzionale e delle patenti. Conclude proponendo che, se il registramento non deve comparire al momento un'imposizione, bisogna fare in modo che le spese per tale stabilimento, non dovendo essere al carico del Governo, siano versate da coloro che ne ritraggono vantaggio nell'atto medesimo in cui accade. È necessario predisporre a questo scopo un quadro dal quale risulti pressappoco la spesa preventiva per calcolare la tassa dei diritti fissi, che potranno sicuramente supplire al bisogno. Inoltre una volta aboliti i diritti proporzionali non ci sarà bisogno di mantenere un gran numero di agenti fiscali; al contrario, lo stabilimento per l'imposta del registramento, più che un'istituzione per pubblica utilità e beneficenza, sembra destinato a modificare gli agenti e gli atti inutili e superflui a danno dello Stato e dei cittadini.
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Rettifica sulla fondiaria
Appunti di Delfico in cui propone una rettifica della fondiaria che proceda nel suo ordine naturale, partendo dalla Provincia e passando poi ai Distretti, ai Comuni e ai particolari. La rettifica consiste nel dividere la tassa di industria dalla tassa diretta e farne un ramo particolare di economia; inoltre, facendo passare qualche dazio di consumo a generalità, la contribuzione diretta potrebbe essere aumentata di un quarto ed anche di più.
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Critiche sulla fondiaria
Appunti di Delfico in cui critica la troppa fretta con cui è stata emanata la Fondiaria: a suo parere ciò ha causato gravi disordini, che continueranno fino a quando il sovrano non ristabilirà con la ragione e la giustizia l'ordine nel settore economico del Regno. Delfico dimostra che ci sono alcuni articoli della legge Fondiaria che sono in contraddizione con la legge medesima. Negli artt. 5 e 7 è stato stabilito che i debitori di annualità nei confronti dei proprietari di fondi trattengano la decima: ciò vuol dire che l'imposta che gravava su quella parte della rendita che si doveva ad un terzo, invece di esser pagata interamente da quelli che percepivano tal rendita, verrà pagata per metà, mentre l'altra metà sarà a carico del debitore.
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Esclusione di alcune spese dai budget
Appunti di Delfico in cui, dopo aver fissato le spese e le proporzioni relative per le classi, la Sezione allega i motivi di esclusione di alcune spese delle quali spesso i budget dei comuni si trovano gravati, non essendo stati interdetti da alcune leggi: queste spese che nel budget si trovano escluse sono i salari dei medici e degli avvocati. Spesso inoltre nei budget si trovano delle spese per feste sacre molto sproporzionate che la ragione e la convenienza devono ridurre nei giusti limiti.
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Sul metodo di esazione della Fondiaria
Appunti di Delfico in cui sostiene che sotto vari titoli e denominazioni si paga al Regno un'imposta che grava sulle case, sulle industrie e sulle persone. Da tempo i cittadini chiedevano una maggiore semplicità. Tutti gli errori e tutte le frodi che si sono originate da questo erroneo sistema sono stati riversati sugli agenti comunali, per il loro ruolo all'interno della Fondiaria e per essere stati spesso impediti ad esercitarla; qualche agente fiscale della Fondiaria è stato tradotto in giudizio e qualche altro allontanato. Aggiunge che è ingiusto dare il torto ai popoli ed in generale ancora ai loro amministratori o rappresentanti: i torti possono essere da entrambe le parti. Il problema è dovuto al fatto che il metodo di esazione della Fondiaria dava luogo alla sottrazione, da parte dei cittadini, all'arbitrio e all'esorbitanza da parte degli amministratori. In conclusione, mancano sette milioni del debito pubblico: Delfico chiede provocatoriamente se per questo ammanco bisogna gravarne le Province.
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Sulla Fondiaria
Appunti in cui Delfico sostiene che le migliori leggi se sono male eseguite perdono la loro bontà. Così è avvenuto per la Fondiaria del 1806: difatti, benché questa legge contenesse tutti i principi della giustizia costituzionale dell'imposta, gli errori, nati forse dalla troppa sollecitudine, hanno prodotto degli eccessi. Per dimostrare ciò, Delfico indica l'eccesso avvenuto nella provincia di Teramo, e lo mostra in due modi comparativi: mette a paragone Teramo con se stessa, ponendo attenzione al suo contributo rispetto all'anno precedente; confronta poi Teramo con la provincia di Chieti.
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Regolamentazione sul demanio dello Stato
Copia, presente nelle carte di Delfico, del documento del probabile Statuto con il quale si disciplina la regolamentazione sul demanio dello Stato: gli articoli da I a X stabiliscono in particolare che il pagamento del quinto nelle compravendite dello Stato è abolito, e non è permesso concorrere nelle compravendite con le cedole; i creditori dello Stato possono concorrere a meno che non vengano pagati per i loro crediti; il Ministro delle Finanze è incaricato dell'attuazione del decreto.
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Lettera al Ministro delle Finanze
Lettera di Delfico a Giovanni Agar, Ministro delle Finanze. Oggetto: "Il Consigliere di Stato Delfico a sua eccellenza il sig. conte di Mosbourg Ministro delle Finanze, ad oggetto la Cassa". La Commissione nominata alla verifica della Cassa della rendita e dell'ammortizzazione è in grado di presentare il lavoro relativo alla Cassa dell'ammortizzazione. Delfico evidenzia la presenza di un problema: il pubblico, che non conosce le operazioni ammortizzative della Cassa, ha dei dubbi sulla natura di tali operazioni, dal momento che vede che il debito, estinto con l'acquisto delle cedole, viene rivivificato nel Gran Libro. In realtà la Cassa impiega sul Gran Libro il prodotto delle sue rendite e i suoi benefici, cioè l'eccedente dell'impiego di capitali e delle negoziazioni. Questa operazione non viene interpretata dal pubblico come un atto distruttivo del debito, ma come un trasferimento effettivo del credito di particolari fatto al Governo, trasformato sotto il nome di Cassa. Così si crede che il debito diventi inestinguibile e che il Decimo in questo modo diventi eterno e passi indirettamente all'erario.
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Lettera del Ministro delle Finanze
Lettera, scritta in francese, a Melchiorre da parte del Ministero delle Finanze francesi, sul tema della divisione del debito pubblico e della banca.
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Osservazioni sul progetto di ribassare gli interessi dei creditori dello Stato inseriti nel Gran Libro
Appunti di Delfico in cui mette in luce il fatto che il progetto fiscale comprende due articoli: la possibilità per i creditori dello Stato di ribassare l'interesse al 3 per 100.
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Il consigliere di Stato Delfico a sua eccellenza il Ministro delle Finanze
Lettera di Delfico, spedita da Napoli, al Ministro delle Finanze in cui propone la stesura di due decreti invece che uno affinché l'adempimento del progetto di decreto per lo scioglimento del debito pubblico si svolga con maggiore facilità.
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Sull'abolizione della quota in contante
Appunti di Delfico in cui sostiene che la condizione della quota in contante non è stata utile ai bisogni dell'erario ed è stata a danno degli interessi dei creditori dello Stato: per questi motivi bisogna esaminare il metodo migliore per abolirla. L'alienazione dei beni dello Stato ai creditori è l'unico mezzo che si ha per far fronte all'immensa mole del debito pubblico. Il Governo, che per i suoi bisogni assorbe ora tutte le rendite dello Stato, per soddisfare le annualità ai suoi creditori potrebbe passare al Gran Libro, aumentando a dismisura le imposte e le contribuzioni e creandone nuove, mentre attualmente non è possibile sostenere le presenti. Gran Libro infatti significa imposte nuove, e senza di esse lo Stato non potrebbe soddisfare i suoi creditori. Senza dubbio però questa soluzione non può essere il desiderio dei sudditi e dei cittadini: l'unica soluzione è l'alienazione dei beni dello Stato, che presenterebbe il doppio vantaggio di mettere in maggior valore i fondi e di dismettere in gran parte il debito pubblico senza quindi aggravare la situazione del popolo.
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Rapporto per l'abolizione del Quinto in contante nella compra dei beni della corona
Rapporto di Delfico in cui sostiene che l'abolizione del Quinto in contante nella compra dei beni della corona è utile tanto allo Stato quanto alla classe dei creditori dello Stato. Il primo perché con una data quantità di fondi può liberarsi da una doppia somma di debito: difatti da un lato cessano le spese di amministrazione e di liquidazione, e cessa anche il progressivo deperimento dei fondi. Ai creditori giova perché possono assicurarsi i mezzi di sussistenza e si costituiscono in uno stato di libertà tra il negoziare le cedole, impiegarle in compra o farsi scrivere nel Gran Libro.
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Sul conto della Cassa di Amministrazione
Rapporto di Delfico della Commissione del Consiglio di Stato incaricata di ricavare e regolare il conto della Cassa di Amministrazione, ha verificato la situazione della Cassa e del Portafoglio, ricavato il bilancio e provata la concordanza dei registri con i conti aperti al Gran Libro. Dopo questa prima operazione ha esaminato le scritture ed ha proceduto alla liquidazione delle spese. Con tale lavoro si è potuta verificare l'esattezza dei pagamenti nel corso dell'anno e conoscere il totale, scrutinare i dettagli di amministrazione controllandone la situazione sotto tutti i rapporti.
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Sulla soppressione del quinto in denaro
Appunti di Delfico in cui sostiene che la soppressione del Quinto in denaro farà vendere subito a carissimo prezzo i pubblici beni. Il primo ed il più grave dei mali temuti, è che messi alla subasta diventino il patrimonio di pochi: Delfico cerca di dimostrare la possibilità che questo evento si verifichi. Dice che quando nella vendita dei fondi pubblici sarà tolto l'obbligo del quinto in contanti, le cedole diventate unico mezzo per l'acquisto di essi diventeranno oggetto di speculazione per i possessori di denaro: le cedole saranno avidamente cercate, provocando un aumento del prezzo, e tolte dalle mani di chi le possiede attualmente. I possessori infatti si affretteranno a vendere le cedole allo speculatore, perché saranno attratti dal primo rincaramento. In questo modo lo speculatore diventerà il compratore esclusivo delle proprietà nazionali.
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Sul Gran Libro
Appunti di Delfico sul "Gran Libro" che deve essere riservato alla necessità e non alla volontà libera dei creditori dello Stato: le iscrizioni dei loro nomi devono farsi in supplemento, nel caso in cui gli altri beni demaniali, posti in vendita per soddisfare i creditori, siano stati già esauriti e consumati. In realtà per la legge del quarto avviene tutto il contrario.
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Sui creditori dello Stato
Appunti di Delfico in cui sostiene che non potrà essere ammesso alla licitazione chi non sarà munito di un certificato fornito dalla Commissione di Liquidazione in cui sia dichiarato creditore dello Stato per le ragioni espresse nell'art 3, o che non abbia presenti una porzione di cedole non minore della sesta parte dell'apprezzo. Il Ministro delle Finanze non potrà vendere o negoziare per contante o in contanti di cedole dello Stato, ma potrà darle a quei creditori per i quali con precedente decreto è stato ordinato che debbano conseguire in cedole i loro pagamenti.
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Sulle controversie della politica amministrativa
Appunti di Delfico in cui sostiene che le controversie dell'alta politica amministrativa sono state riservate al sovrano, che è interprete e rischiaratore delle leggi e delle questioni che possono insorgere e specialmente per ciò che costituisce l'ordine pubblico e per le diverse attribuzioni dei Ministeri.
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Sul contenzioso amministrativo
Appunti di Delfico in cui sostiene che se si conviene che tutti gli atti dell'amministrazione riguardano l'interesse pubblico, sarà chiara la ragione per cui nel contezioso amministrativo, cioè nella contesa tra l'amministrazione e l'amministrato, sia competente il tribunale amministrativo. Si tratta infatti di decidere della validità del contratto o delle condizioni apposte o dell'integrità di esso.
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Beneficenza
Serie di sette gruppi di documenti di Delfico, relativi alla beneficenza ed in particolare circa: 1) la giustizia per le ritenzioni sui soldi; 2) mezzi per la beneficenza, 3) rapporti vari, 4) creditori di loghi pii, 5) conservatori e ritiri, 6) lettera in francese, datata Napoli 23 gennaio 1809, contenente il rapporto del Ministro dell'Interno sullo stabilimento di beneficenza e di industria pubblica nelle Calabrie.