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ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI

Guida archivistica alle carte e alle corrispondenze degli economisti italiani


ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI




Opera Il socialismo / appunti del Dr Napoleone Colajanni  

FilippoTropea Editore (1884)



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Documento Lettera di Vilfredo Pareto a Vittore Pansini

Vilfredo Pareto parla della lontananza delle sue idee da quelle di Colajanni, di Pantaleoni e di Zorli, e della politica del presidente degli Stati Uniti d'America Wilson che "opera molto diversamente da ciò che predica". Discute infine di Enrico Barone, assurto a notorietà mondiale con i suoi studi sull'economia pura (1), molto apprezzato da Pareto fin dall'inizio della sua attività di economista. Lettera di cui si conserva anche la busta indirizzata così: "Ill.mo signore Vittore Pansini Sostituto Procuratore del Re. Macerata (Italie)". Timbro postale di Céligny del 23-I-919. (1) Vedi nota bibliografica.

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Documento Sulla collezione "L'Italia meridionale"

Nitti discute con Laterza sull'opportunità d'includere nella collezione di volumi su "L'Italia meridionale" la Sicilia, ovvero di non restringere il campo d'indagine al solo Mezzogiorno continentale. Il dubbio è insorto in seguito ad un confronto con Colajanni [Napoleone]. Informa, intanto, Laterza di aver ricevuto i moduli del contratto.

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Documento Sul libro di Roosevelt

L'onorevole Colajanni informa Laterza di non aver ancora letto il libro di Theodore Roosevelt, su cui gli è stato chiesto un parere. Precisa, tuttavia, di averne letto una recensione sulla cui base potrebbe già esprimere un giudizio sommario. L'interesse della lettera riguarda il ruolo svolto da Colajanni e da altri studiosi e cultori dell'economia, tra cui lo stesso Francesco Saverio Nitti, nelle operazioni di selezione delle opere straniere degne di essere tradotte in lingua nazionale e diffuse nel circuito nazionale.

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Documento Invio di un'opera e richiesta di un giudizio

Colajanni invia a Messedaglia la prima parte dell'opera su Socialismo e sociologia criminale. Nonostante sia consapevole che Messedaglia non ne condivide le vedute socialiste, Colajanni si aspetta un "equo ed imparziale giudizio: Hanno diritto taluni sociologi a combattere il socialismo in nome di Spencer e di Darwin? Ecco la mia tesi".

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Documento Fatti e ragionamenti. Breve tragedia economica

Al di là della singolarità del genere di comunicazione scritta prescelto - una parodia tragicomica - Ricci ripropone in una sintesi d'estrema efficacia e larga risonanza popolare gli sviluppi dello spinoso problema del carovita che accompagnò la storia economica italiana nel primo dopoguerra e che avrebbe visto lo stesso Ricci nel 1923 presiedere una Commissione voluta dall'onorevole Teofilo Rossi, per contenerne gli effetti deleteri sulla vita degli italiani. Tra i personaggi si distinguono alcuni dei principali protagonisti, diretti e indiretti, del dibattito sulla questione tra la fine del 1915 e l'autunno del 1917: Maffeo Pantaloni, personaggio indicato come "Economista"; Napoleone Colajanni, indicato come "Adoratore dei fatti"; un Ministero Nazionale; un Bollettino di Statistica, indicato come "personaggio che non parla mai, ma è molto eloquente lo stesso"; S. E. Giuseppe Canepa, commissario dei consumi, indicato come "personaggio che parla (e fa decreti) anche troppo". Attraverso i loro dialoghi emerge chiaramente la collocazione di Umberto Ricci, sostenitore della posizione assunta nel dibattito da Maffeo Pantaleoni, in contrapposizione con le affermazioni, che furono poi seguite dall'azione di Governo, di Napoleone Colajanni. Il primo atto si svolge negli uffici del "Messaggero" e del "Giornale d'Italia" verso la fine del 1915. Vi si riproduce un colloquio tra Pantaleoni e Colajanni suscitato dalla pubblicazione di quest'ultimo di un articolo sul "Messaggero" del 24 dicembre 1915 in cui si affrontava il tema degli interventi statali sui prezzi delle derrate alimentari. Pantaleoni, sostenitore teorico dei danni che sull'economia nazionale erano stati provocati dai prezzi determinati dallo Stato, lanciava a Colajanni una provocazione, non sul terreno della teoria, ma dei fatti. Richiamava, pertanto, tra i tanti episodi storici, in cui la tariffazione dei prezzi ne aveva provocato il rincaro, uno in particolare, già citato in un articolo di Zolla pubblicato sulla "Revue des deux mondes" del primo dicembre 1915, relativo alle misure politiche adottate dalla Convenzione francese nel 1793. La tariffazione delle farine, la requisizione del grano, l'interdizione di negoziare fuori mercato, la caccia agli incettatori e il monopolio del commercio del grano provocarono allora un calo della produzione agricola e una maggiore dipendenza dall'estero per soddisfare il bisogno alimentare interno. Colajanni respingeva le analogie tra la situazione francese del 1793 e quella italiana del 1915-16 sostenute da Pantaleoni e Zolla e liquidava l'implicito timore di un drammatico ripetersi della riduzione della produzione agricola come "fantastica ed infantile". Il secondo atto si svolge in Piazza Montecitorio, ai principi dell'estate del 1916. Si allude alla formazione del nuovo governo, che subito emana, a partire dal 1° luglio, una serie di decreti miranti ad abbassare il prezzo della farina ed a concedere premi per i coltivatori di frumento. Il terzo atto si svolge tra i pini di villa Borghese, dove compare un grosso cartellone con la scritta: "Bollettino di Statistica dell'Istituto Internazionale di Agricoltura, agosto 1917, p.596". Sono riportati i dati relativi alla superficie coltivata a frumento in Italia, con una riduzione del 9 per cento per l'anno 1916/1917 rispetto al precedente e del 10,7 per cento rispetto al quinquennio compreso tra il 1910/11 e il 1914/15. Il quarto atto si svolge negli uffici del Corriere della Sera, il 28 agosto 1917: il commissario dei consumi Canepa annuncia che, a fronte della riduzione della produzione granaria, bisognerà ridurre del 20 per cento i consumi di farina e pane. La dichiarazione provocherà malesseri e tumulti sparsi in Italia. L'ultimo atto vede Pantaleoni impegnato a ripubblicare la sua conversazione con Colajanni e Colajanni a denunciare l'autore della tragedia in un concitato articolo. Il sipario si chiude in data 1° settembre 1917.

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