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ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI

Guida archivistica alle carte e alle corrispondenze degli economisti italiani


ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI


Dione Cassio




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Documento "Non è vero che cessino le famiglie nobili, perché i beni passano alle Chiese, e non tornan più fuori. E quali siano le vere cause di mancare ed estinguersi le famiglie nobili"

Fotocopia di manoscritto autografo di Broggia. In questo documento, il cui titolo corrisponde a quello della Lettera Seconda del prospetto datato 1752 (v. 1.3.3 c.30), Broggia tratta il tema dell'estinzione delle famiglie nobili. Tale estinzione è dovuta ad impoverimento, ma questo non si può certo imputare al trasferimento delle loro sostanze alla Chiesa, trasferimento che avviene, al contrario, quando esse, già impoveritesi per aver sperperato il loro patrimonio nel lusso e nell'ozio, sono costrette, ad esempio, a far abbracciare la vita monastica alle figlie femmine, con conseguente costituzione di dote a favore di strutture conventuali. In verità per il Broggia la causa della povertà o dell'impoverimento in genere è la vita viziosa ed oziosa (cfr. 1.3.1). A questa regola generale non si sottraggono le famiglie nobili. Egli rafforza le sue argomentazioni rifacendosi alla storia di Roma con esempi tratti da Livio e Dione, ed afferma che la nobiltà non è quella del sangue e delle ricchezze ereditate bensì quella dovuta alle virtù d'ingegno e di opere, citando a riguardo una frase di Cicerone che, rivolgendosi a persona di sangue nobile "che pieno di vizi e privo di ogni virtù gli rinfacciava la bassezza de' suoi natali", dice "è principiata in me ed è finita in te la nobiltà".

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