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ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI

Guida archivistica alle carte e alle corrispondenze degli economisti italiani


ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI





Paolo Balsamo nacque a Termini Imerese il 4 marzo 1764, da "parenti - scrisse Nicolò Palmeri nella Necrologia del 1818 - dediti all'agricoltura, e quindi della classe più onesta di tutti i paesi". Morì a Palermo nel 1816. Orientato fin da giovanissimo alla carriera ecclesiastica, svolse gli studi a Palermo nel seminario arcivescovile. Non si sa molto sulla sua formazione giovanile. Considerati in ogni modo gli scritti della maturità, si può supporre che egli in quegli anni non si sia interessato tanto di teologia quanto piuttosto di scienze naturali (Giarrizzo, 1966). Nell'Accademia degli studi di Palermo seguì le lezioni dell'astronomo Giuseppe Piazzi. Tra il 1780 e il 1785 lesse Locke, Hume e Adam Smith. Negli anni immediatamente successivi divenne protagonista sia delle vicende accademiche sia di quelle politiche. L'Accademia palermitana fu al centro di alcuni interventi di riforma. Furono creati i primi laboratori scientifici ed istituite nuove cattedre tra cui quella di Agricoltura, che divenne così separata da quella di Economia civile tenuta da Vincenzo Emanuele Sergio. Nel 1787 Balsamo, ventitreenne, vinse il concorso per la nuova cattedra, la quale assumeva un ruolo significativo nell'ambito del conflitto che vedeva coinvolti da un lato la politica caracciolana e dall'altro una parte dell'opposizione baronale (Giarrizzo, 1966). La politica vicereale aveva fatto proprie le tesi neomercantilistiche secondo cui l'incremento della popolazione rappresenta condizione necessaria per una maggiore produzione, per un maggiore consumo e per un aumento del gettito fiscale. Idee critiche ed alternative nei confronti di tale politica furono elaborate dall'opposizione baronale. Balsamo si aprì ben presto a queste ultime idee sviluppandole sia sul piano scientifico che su quello politico e definendo le linee di un programma economico liberista. Egli, come afferma lo Scinà, opponendosi alla corrente dominante che accettava "leggi proibitive e coattive", fu il primo per esempio, che dimostrò che i prezzi dei grani sarebbero più "dolci e costanti", se le derrate circolassero più liberamente e si vendessero in tutta la Sicilia. Già nel 1787 Balsamo fu mandato in viaggio in Italia e all'estero per osservare i nuovi metodi, i nuovi strumenti dell'agricoltura, cioè quel progresso agronomico cui si legava il progresso politico. Fu in Toscana dall'autunno del 1787 all'autunno del 1788 dove girò per le campagne scrivendo annotazioni ed osservazioni. Partecipò alle accademie dell'Orto fiorentino, lesse una memoria ai Georgofili sui difetti dell'agricoltura siciliana e frequentò i circoli liberisti. Dalla Toscana passò a Parigi dove conobbe i più illustri agronomi ed esponenti della Societé Royale d'Agriculture. Successivamente andò in Inghilterra ospite di Arthur Young. Lì incontrò alcuni proprietari terrieri e grandi affittuari collaboratori degli Annals of Agricolture, conobbe William Green, il prof. John Symonds e John Priestley. A metà del 1790 fu nei Paesi bassi e poi di nuovo in Francia da dove inviò a Young il suo più significativo contributo agli Annals, quello relativo all'agricoltura delle Fiandre. Infine, passando per il Piemonte e la Toscana, rientrò a Palermo. Riprese così le lezioni accanto a Sergio di cui criticava le tesi mercantilistiche. Ebbe pochi allievi, tra questi fu il Palmeri. A fine 1791 intraprese un viaggio di studio in Sicilia allo scopo di relazionare sulla situazione economica al viceré Caramanico, personaggio aperto ad un certo riformismo illuminista volto a limitare i privilegi feudali. Scomparso nel 1795 il Caramanico, Balsamo riconobbe nei baroni i soli interlocutori per le riforme agronomiche. Suo protettore ed amico divenne il principe di Belmonte al quale egli dedicò i corsi del 1800-1801 e del 1801-1802 ("Memorie economiche e agrarie riguardanti il Regno di Sicilia lette nella R. Accademia di Palermo", 1803). Il programma politico economico di Balsamo prevedeva la trasformazione dei baroni in proprietari moderni sul modello della grande affittanza inglese. Un ulteriore viaggio in Sicilia fu effettuato da Balsamo nel 1808. Scrivendo nel "Giornale di viaggio", egli sottolineò i molti miglioramenti riscontrati nell'economia siciliana rispetto al 1792.
Nel 1809 fu chiamato ad elaborare una nuova politica fiscale, definendo lo schema che il principe di Belmonte avrebbe fatto poi approvare dal Parlamento nel 1810. Gli anni successivi al 1810 lo videro impegnato politicamente a fianco di Belmonte e Castelnuovo, baroni costituzionali dei quali diventò ispiratore e portavoce (Giarrizzo, 1966).
Nel 1812 Balsamo elaborò il progetto di Costituzione del 1812, come pure alcuni studi sull'organizzazione della magistratura e dell'amministrazione locale.
Morì a Pelermo nel 1816.

Opere

  • Lettera sopra le cagioni della moderna scarsità paragonata alle antiche raccolte di grano nella Sicilia, in "Magazzino Georgico", vol. V, Napoli 1787.
  • Detail de la ferme di William Green de Bradfield - Combust dans le province de Surfolk, in "Società di Parigi", 1790.
  • Some particulars relating to Flanders: husbandry, in "Annals of Agriculture", XIV, n. 83, 1790.
  • Memorie economiche e agrarie riguardanti il regno di Sicilia lette nella Real Accademia di Palermo, R. Stamperia, Palermo 1803.
  • Sopra il vajuolo delle pecore. Lettera del professore di agricoltura, abate Paolo Balsamo, al nobil uomo ing. Vincenzo La Via, barone di Ficilino, Palermo 1804.
  • Sopra la ruggine e il cattivo ricolto dei grani del corrente anno 1804 in Sicilia, R. Stamperia, Palermo 1804.
  • Catalogo della libreria di S.M. Ferdinando III, Palermo 1808.
  • Giornale di viaggio fatto in Sicilia e particolarmente nella contea di Modica, R. Stamperia, Palermo 1809.
  • Principj di agricoltura e di vegetazione per gli agricoltori di Sicilia, Li Pomi, Palermo 1816.
  • Sistema metrico per la Sicilia presentato a Sua Maestà dalla deputazione dei pesi e delle misure, con Giuseppe Piazzi e Domenico Marabbiti, R. Stamperia, Palermo 1809.
  • Notizie sulle Fiandre, in "Giornale di Scienze ed Arti", tom. III, Palermo 1823.
  • Lettere di Paolo Balsamo al Principe di Torremuzza, in "Nuove Effemeridi", vol. I, pp. 281-288.
  • Memorie inedite di pubblica economia e di agricoltura, Tip. A. Muratori, Palermo 1845.
  • Corso di agricoltura teorico-pratica, opera postuma, con note e supplimenti di georgofili siciliani, a cura di Agostino Gallo, Palermo, Biondo 1851.
  • Segrete memorie della istoria moderna del Regno di Sicilia, a cura di Gregorio Ugdulena, Palermo 1848.

Biografia a cura di Santina Cutrona



A Paolo Balsamo sono associati 2 documenti nel sito ASEE:

ISTITUTO Biblioteca Angelo Mai di Bergamo
FONDO Biblioteca Luigi Cossa
FASCICOLO Sala M2
(1 documento)

ISTITUTO Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia
FONDO Paolo Balsamo
FASCICOLO Risposta all'articolo di un giornale inglese: lettera all'editore.
(1 documento)




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Documento Risposta all'editore del Weekly Political and Literary Review

Si tratta di una lettera composta da 10 fogli facilmente leggibili ed in buono stato. Balsamo scrive all'editore della rivista inglese Weekly Political and Literary Review in merito ad un articolo da essa pubblicato, molto critico nei confronti del baronaggio siciliano, accusato di insensibilità nei riguardi della prosperità della patria, di possedere privilegi e di esercitare il dispotismo. L'articolo pone l'accento in particolare sull'ineguaglianza delle imposizioni. Balsamo adduce una serie di argomenti in difesa della classe baronale, la quale viene definita diversa da quella dei secoli precedenti. Illustra poi la riforma del sistema finanziario promossa dal principe di Belmonte e introdotta nel 1810, improntata, egli sostiene, a chiari principi di uguaglianza. Balsamo cita J. Locke.

Scheda del documento  

Documento Memorie economiche agrarie risguardanti il regno di Sicilia

Opera di Paolo Balsamo intitolata "Memorie economiche agrarie risguardanti il Regno di Sicilia" (Palermo, Reale stamperia, 1803).

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