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ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI

Guida archivistica alle carte e alle corrispondenze degli economisti italiani


ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI


Cicerone Marco Tullio




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Documento "Non è vero che cessino le famiglie nobili, perché i beni passano alle Chiese, e non tornan più fuori. E quali siano le vere cause di mancare ed estinguersi le famiglie nobili"

Fotocopia di manoscritto autografo di Broggia. In questo documento, il cui titolo corrisponde a quello della Lettera Seconda del prospetto datato 1752 (v. 1.3.3 c.30), Broggia tratta il tema dell'estinzione delle famiglie nobili. Tale estinzione è dovuta ad impoverimento, ma questo non si può certo imputare al trasferimento delle loro sostanze alla Chiesa, trasferimento che avviene, al contrario, quando esse, già impoveritesi per aver sperperato il loro patrimonio nel lusso e nell'ozio, sono costrette, ad esempio, a far abbracciare la vita monastica alle figlie femmine, con conseguente costituzione di dote a favore di strutture conventuali. In verità per il Broggia la causa della povertà o dell'impoverimento in genere è la vita viziosa ed oziosa (cfr. 1.3.1). A questa regola generale non si sottraggono le famiglie nobili. Egli rafforza le sue argomentazioni rifacendosi alla storia di Roma con esempi tratti da Livio e Dione, ed afferma che la nobiltà non è quella del sangue e delle ricchezze ereditate bensì quella dovuta alle virtù d'ingegno e di opere, citando a riguardo una frase di Cicerone che, rivolgendosi a persona di sangue nobile "che pieno di vizi e privo di ogni virtù gli rinfacciava la bassezza de' suoi natali", dice "è principiata in me ed è finita in te la nobiltà".

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Documento [Appunti di lavoro - minute di Allocati]

Questo quaderno è contrassegnato da Allocati con il n. 7 e contiene la trascrizione, da lui fatta nel periodo 2 luglio 1958 - 21 agosto 1958, di passi tratti da più manoscritti di Broggia conservati nella Biblioteca Nazionale di Napoli. Dalle annotazioni di Allocati, sembra di capire che tali manoscritti trattino vari argomenti, e cioè: a) Venezia, carente militarmente, ma industriosa e ricca commercialmente, anche grazie alla sua localizzazione geografica. Le osservazioni di Broggia su Venezia come potenza militare nascono, secondo Allocati, dalla lettura di un testo di Nani, anche se il suo pensiero se ne discosta poi in parte (cfr. cc. 1 e 3v); b) il problema dei porti franchi (cc. 4-5 e 30v-35), che non giovano al commercio tanto è vero che, cita Allocati, "le più floride nazioni e specialmente gli inglesi pongono i dazi, ed anzi pesantissimi, su quelle merci idonee a sopportarli, senza pertanto pregiudicare il commercio", mentre Livorno col suo porto franco non arricchisce né l'Italia, né la Toscana (cc. 4-5); c) il commercio, che ha, così come ogni professione, delle logiche interne che dovrebbero essere conosciute e seguite da coloro che lo esercitano (c. 12); d) gli ecclesiastici (c. 29); e) il contrabbando (c. 31); f) riflessioni critiche sul pensiero di Cicerone, Aristotele, Platone, Saavedra (cc. 17v-24v); g) la Francia che, stanca di guerre, rivolge dei consigli a Ludovico XIV, suo re (cc. 25-26v); h) la controversia tra gli speziali di medicina e i droghieri sulla necessità per questi ultimi di possedere le prescritte licenze per la vendita di prodotti medicamentosi (cc. 27-30); i) Le infrastrutture necessarie al commercio (cc. 35v-38v).

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