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ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI

Guida archivistica alle carte e alle corrispondenze degli economisti italiani


ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI


Balzarotti Ettore Federico




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Documento Pratica del prestito cambiario al Comune di Trieste

Il commendatore Balzarotti Informa Stringher d'aver conferito coi cointeressati nel prestito cambiario al Comune di Trieste, i quali avrebbero confermato la loro decisione espressa già il 2 dicembre. Sebbene il momento non consiglierebbe d'accettare la richiesta pervenuta dal "noto" intermediario, tuttavia un rinnovo parziale e forse anche totale potrebbe essere preso in seria considerazione qualora il Real Governo manifestasse il suo interessamento verso il Credito Italiano o scrivendogli in via riservatissima oppure mediante una lettera della Banca d'Italia sottoscritta da Stringher stesso.

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Documento Pratica del prestito cambiario al Comune di Trieste

Il commendatore Balzarotti informa Stringher che il Banco Commerciale ha preso contatti diretti con il podestà di Trieste, il quale ha chiesto al direttore del Credito Italiano il rinnovo del prestito per sei mesi e per due milioni e mezzo di lire. L'incaricato del Credito Italiano gli avrebbe promesso una risposta nel più breve tempo possibile. Successivamente il podestà avrebbe telegrafato pregando di estendere il prestito a 3 milioni. Balzarotti comunica a Stringher d'aver acconsentito alla richiesta. L'operazione sarebbe stata, dunque, conclusa assecondando la volontà del Regio Governo e salvaguardando l'interesse dell'istituto bancario.

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Documento Pratica del prestito cambiario al Comune di Trieste

Stringher comunica a Salandra di aver parlato al commendatore Balzarotti del Credito Italiano per la questione del Comune di Trieste. Si era riservata una risposta solo dopo aver interrogato le altre banche creditrici, dubitando non della potenzialità economica di quel Comune, ma delle possibili conseguenze della guerra.

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Documento Affare anglo-italiano

Si tratta di una breve memoria inviata da Stringher a Salandra con la lettera del 14 gennaio, per illustrargli meglio i termini del progetto bancario anglo-italiano. Il 2 febbraio 1915 sir Everard Hambro avrebbe sottoscritto il Prestito Nazionale. Convinto di dover fare della pubblicità per facilitarne la sottoscrizione da parte dei clienti della banca, ha ritenuto necessario ottenere il permesso del Governo inglese. Lo stesso Sir Everard avrebbe poi contattato Stringher per proporgli la costituzione di una Banca o meglio di "un trust anglo-italiano" sotto gli auspici del Credito Italiano. L'iniziativa sarebbe stata favorita dal Board of Trade, soprattutto grazie alle pressioni dell'ambasciatore britannico in Roma, sir Rennell Rodd. All'incontro avrebbe presenziato anche Everard Hambro, delegato dalla London County Westminster Bank. In occasione di quell'incontro si sarebbero poste le basi dell'accordo, ossia sarebbe stato fissato il capitale, pari a 800mila sterline, di cui 600mila inglesi e 200mila garantite dal Credito Italiano. Scopo principale dell'iniziativa è finanziare sotto gli auspici della Casa Westinghouse l'elettrificazione della rete ferroviaria del Nord Italia, operazione per la quale sarebbe stata prevista una spesa di 8 milioni di sterline. Le difficoltà da superare riguardano soprattutto la scelta del personale direttivo, la necessità di una sovvenzione da parte del Governo inglese, per la quale si attendono ancora le decisioni del Board of Trade, interessato all'iniziativa, ma non disposto a dare una sovvenzione a fondo perduto. Esso sembrerebbe più propenso a costituire una società, una Trade Company, a capitale molto più limitato e ripartito in parti uguali, con cui studiare prima e operare poi in base agli studi effettuati. Il 4 febbraio Stringher si sarebbe poi recato presso Hambro per avere informazioni supplementari sul progetto della nuova Banca. Per quella data ancora il Board of Trade non ha comunicato, tuttavia, alcuna decisione circa la sovvenzione governativa, ancora piuttosto problematica e senza la quale il capitale inglese sarebbe venuto in buona parte a mancare: "oggi il pubblico non si interessa che di iniziative governative". La situazione aggiornata al 14 febbraio è, dunque, di attesa. In particolare si attende a giorni l'arrivo a Londra del commendatore Balzarotti, "anima della casa e spirito dell'ambasciata britannica a Roma".

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Documento Trust anglo-italiano

Stringher invia le informazioni ricevute da Nathan a Salandra. Si tratta d'informazioni relative alle riunioni svoltesi a Londra tra i rappresentanti del Consorzio anglo-italiano alla presenza del commendatore Balzarotti, amministratore del Credito Italiano, del commendatore Bianchi, già direttore generale delle Ferrovie dello Stato. Pare siasi convenuta la costituzione di un trust di carattere esclusivamente finanziario costituito dai due gruppi: l'uno inglese (400mila sterline di capitale), l'altro italiano, con capitale di 10 milioni di lire, di cui per l'equivalenza di 200mila sterline, garantito dal Credito Italiano e il resto (200000 sterline) sottoscritto dal gruppo inglese. La direttiva generale del trust dovrebbe essere comune. Il Cancelliere McKenna su istanza del Board of Trade ha aderito alla proposta di garantire al gruppo inglese l'interesse del 5 per cento annuo per un capitale massimo di 600mila sterline. Ha ritenuto conveniente far conoscere a sir Everard Hambro che il governo italiano non era al corrente della cosa e di autorizzarlo a suggerire che il governo inglese per la buona regola informi quello italiano prima di decidere. Sembra che l'iniziativa dell'affare sia dovuta principalmente alla casa Westinghouse e che il trust abbia come primo scopo la trasformazione in trazione elettrica delle ferrovie dell'Italia settentrionale, alla quale trasformazione la Westinghouse s'interessa specialmente".

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Documento Ancora sulla costituzione del trust anglo-italiano

Stringher informa Salandra della partenza di Balzarotti e dell'ingegnere Bianchi da Londra a Roma per la fondazione del trust anglo-italiano. La costituzione era subordinata all'approvazione del governo italiano, e ciò per merito dell'intelligente mediazione di sir Everard Hambro.

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