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ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI

Guida archivistica alle carte e alle corrispondenze degli economisti italiani


ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI


Say Jean Baptiste




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Documento Lettera di Carlo Uhr a Francesco Saverio Salfi

Il documento, datato Parigi, 9 giugno 1829, è una lettera con cui il mittente chiede al Salfi di poterlo incontrare per consegnarli "una lettera dell'Avvocato, Signor Bianchini e alcune copie in istampa delle sue Riflessioni sulla pubblica economia". Il 28 marzo dello stesso anno, Bianchini aveva inviato a Salfi, sempre tramite Carlo Uhr, le copie dell'opuscolo "Dell'influenza della pubblica amministrazione sulle industrie nazionali e sulla circolazione della ricchezza", stampato a Napoli nel 1828, in cui l'autore continuava la polemica dell'economista "pratico" contro i teorici, rappresentati da J. B. Say, teorico della libertà commerciale, e in Sismondi, sostenitore della coincidenza fra interesse privato e pubblico sostenuta da Smith. Cfr. F. Di Battista, vedi nota bibliografica.

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Documento Lettera di Giuseppe Poggi a Francesco Saverio Salfi

Lettera, spedita da Stradabella all'abate Salfi, in cui Giuseppe Poggi ritorna sulla polemica, che aveva già una lunga cronistoria, tra M. Gioja e J. B. Say (1): "... hai fatto benissimo a far sapere a Gioja ch'ei deve distinguere nella Rèvue il buon grano dal loglio. Il Gioja però dirà ch'egli non prese di mira che un tale articolo, il quale non essendo tuo, non ha potuto offenderti né voluto. Tocca dunque all'autore dell'articolo a difendersi. L'aver tu citato l'opera del Serra (2), è stata ottima cosa. Questa citazione conferma ad un tempo l'assunto del Gioja e mortifica l'orgoglio dell'autore dell'articolo (il Sismondi) mentre a Gioja stesso ricorda di accontentarsi di ciò che gli appartiene". (1) La polemica risaliva ad un articolo di Melchiorre Gioja apparso sulla "Biblioteca Italiana" (1826, XLIV, pp. 200-226), in cui l'autore annotava tutti gli errori commessi da J. B. Say nei "Cenni biografici" da lui dati su alcuni economisti. In realtà questo forniva a Gioja solo il pretesto per rivendicare ancora una volta agli italiani il titolo di fondatori della economia politica. Per approfondimenti vedi P. Barucci e R. Froio, vedi nota bibliografica. Per la polemica tra Say e Gioja vedi la lettera di Say a Salfi del 19 novembre 1825, ms. XX 77.1.4. (2) Si riferisce all'Elogio di Antonio Serra scritto da Salfi nella Raccolta degli economisti, vedi nota bibliografica, con cui l'abate ebbe modo di chiarire pubblicamente la sua posizione, sostenendo, sulla scia di Gioja, l'anteriorità degli economisti italiani.

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Documento Lettera di Jean Baptiste Say Francesco Saverio Salfi

Lettera, scritta in francese, in cui il Say risponde alle critiche espresse da Nicola Porcinari nelle "Riflessioni sul Trattato di Economia politica del sig Say" (1), opera nella quale l'autore lo aveva attaccato pesantemente accusandolo di aver plagiato Smith: "Cet anonyme A est bien maladroit de faire le procès à toute l'Europe qui a traduit mon Traité dans toutes les langues et qui y a trouvé la mieux distribuée et la plus complette exposition des principies de l'economie politique. Quiconque écrit sur les sciences et se cache, a la convinction qu'il a tort. (1) Lo scontro Say-Porcinari è parte di una polemica con gli economisti italiani, Gioja in testa, che si trascinerà per anni. Una dettagliata ricostruzione della polemica è stata fatta da F. Di Battista, vedi nota bibliografica. Una traccia della polemica tra Gioja e Say è riscontrabile anche nella lettera di Poggi a Salfi del 24 aprile 1828, ms. XX 77.1.3.

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Documento Lettera di Jean Baptiste Say a Francesco Saverio Salfi

Lettera dell'economista J. B. Say a Salfi, scritta in francese e senza indicazione del luogo di partenza, in cui parla delle teorie economiche di M. Gioja (1), citando anche l'economista Ricardo: "C'est tout ce que je pouvais dire d'un livre qui n'est qu'une classification sommaire et où je n'ai trouvé rien du neuf, du moins dans les points importans". (1) Le osservazioni mosse sono nelle cc. 198-199: "Voici les observations que m'a suggerées la lecture de l'ouvrage de M. Gioja. C'est un auteur qui a lu et bien digeré tous les ouvrages d'Economie politique qui ont paru, (hors ceux qui étant écrits en Anglais n'ont pas encore été traduits en français; il parait qu'il ne sait pas l'anglais). Les idées de détail ont été bien classées dans sa tête; peut être parce qu'il a suivi la division de Say: (Production, distribution, consommation des richesses). Mais c'est un merite d'avoir fait entrer dans ce plan, tout ce qu'il a recueilli dans les divers auteurs et d'avoir coordenné les détails. Je trouve à sa méthode deux inconvéniens qui n'altèrent en rien la mérite de l'auteur. L'un, en admettant tout ce qui peut se classer, d'avoir été obligé d'admettre des faits ou des déductions qui n'ont aucune importance, comme par exemple lorsqu'il passe en revue "tous les cas" où le défaut de sécurité nuit à la production, il regarde la nécessité de mettre des barreaux aux fenêtres, pour se garantir des voleurs, comme privant la société des caisses de fleurs que sans cela on pourrait y placer. Tome 1 page 260. Le second inconvénient qui n'est qu'une suite de celui-là, est d'avoir donné trop peu d'etendue aux démonstrations essentielles, ce qui fait de tout l'ouvrage une espèce de récapitulation où les verités importantes ne jouent pas un plus grand rôle que les verités inutiles. Une justice à rendre à Gioja est qu'il a constamment cherché la vérité avec bonne foi, et travaillé à la mettre dans tout son jour. Il n'a point enveloppé ses idées dans le jargon mystique des Economistes du 18. siècle ni dans les abstractions que l'on peut reprocher à Ricardo. Il donne en général una idée assez nette de la marche et du dévelopement des richesses, c'est à dire de cette partie de l'Economie sociale qui a rapport à l'entretien des nations, à ce qui les faits [substituer]. Il est constamment net et clair, et de tous les auteurs italiens, il me parait devoir être incontestablement celui qui répandra dans la peninsule italienne le plus d'idées saines, usuelles et utiles, relativement à la Richesse des nations". Una ricostruzione del percorso intellettuale dell'economista Melchiorre Gioja, dai primi scritti d'influenza giacobina, a quelli editi sulla "Biblioteca Italiana", a quelli sugli "Annali universali di Statistica", è stata operata da P. Barucci, vedi nota bibliografica, studioso che considera centrale nella teoria di Gioja (p. 1) "il suo protezionismo, i suoi favori per una presenza attiva dello Stato nei rapporti economici, le sue preferenze per la grande coltura, per la grande città, per le attività industriali, per il nuovo ceto imprenditoriale". Per la polemica, spesso dai toni aspri, tra Gioja e Say sul problema delle auctoritates che poteva vantare l'Italia in campo economico vedi la lettera di Poggi a Salfi del 24 aprile 1828, ms. XX 77.

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Documento Lettera a Michele Amari

La lettera riguarda i rapporti di Francesco Ferrara con le Università di Firenze, Pisa e Torino. Inoltre tratta della cattedra di Emerico Amari presso l'Ateneo fiorentino e dell'attività professionale di Ferrara. Nella lettera è citato Bettino Ricasoli.

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Documento Lettera a Giuseppe Bracco Amari

Ferrara riferisce sull'insegnamento di economia politica all'Università di Pisa, sui suoi corsi, sui rapporti con l'Università di Torino, sulla cattedra di economia politica dell'Università di Firenze e sulla sua attività professionale. Nella lettera sono citati Raffaele Busacca, Bettino Ricasoli, Cosimo Ridolfi e J. B. Say.

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Documento Kautsky

Minghetti scrive di aver "letto quel Kautsky, il libro è molto bello". L'autore è socialista, e vuole una nuova organizzazione sociale, e proprietà e capitale collettivo per la prosperità di tutti. Egli critica i socialisti che bestemmiano Malthus, anche se non intende la gravità del problema "si scagli contro i delitti" e ammetta solo "quella che egli chiama complesso preventivo vale a dire l'applicazione d'un metodo pel quale le unioni matrimoniali diventino imperanti ?".Dal libro "non ho imparato nulla: senonché ho visto che vi è qualche socialista che capisce la possibilità del problema di Malthus". Informa Messedaglia che "un certo Zorli" pubblicherà a Bologna il seguito "di quel Giornale degli economisti che si stampava in Padova" e gli ha chiesto un articoletto. Pensa di scrivere due o tre pagine dal titolo "Interpretazioni inesatte di Ricardo" dove vuole dimostrare come Ricardo non abbia "escluso assolutamente il profitto dagli elementi del valore normale", come si evincerebbe dai capp. V e XXI dove tratta dell'interesse del denaro. Attribuisce a Say e alle sue note alla traduzione di Ricardo l'origine di tali interpretazioni.

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Documento Del pauperismo e delle libertà economiche

Appunti di Dragonetti su Adamo Smith fondatore della Scienza economica sulla base esclusiva della teoria dei valori: e benché innanzitutto egli si lasciasse assorbire dallo studio della ricchezza, tuttavia è stato il meno assoluto degli economisti della sua scuola. La sua vasta mente non si è limitata all'esame dei fenomeni materiali della produzione, ma si è occupata delle più elevate questioni della filosofia sociale. Ma una tale tendenza a poco a poco si dileguò per coloro che professavano le sue dottrine ed il loro materialismo andò crescendo con i commenti con cui le teorie furono svolte ed allargate. Le loro più esagerate espressioni si trovano nei volumi dell'ebreo Ricardo, il sottile metafisico della rendita territoriale. Per lui le nazioni non sono che opifici di produzione, l'uomo altro non è che una macchina che produce e consuma e la vita umana niente di meglio che un capitale. Sostiene inoltre che la teoria della ricchezze non potrà mai da sé sola costituire una scienza. Say sentiva vagamente questa verità quando nel suo corso di economia politico-pratica dava a quella disciplina il nome di sociale. Non ci si può limitare all'osservazione dei fenomeni della produzione e della ricchezza perché facendo astrazione dai valori delle popolazioni che le producono e le consumano si fa ritorno a quella povera scienza tutta fiscale ed antisociale per i suoi disastrosi effetti.

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Documento Appunti

Appunti manoscritti di Angelo Messedaglia dal titolo "Analisi del programma su L'uomo materiale e l'uomo morale". Sono citati fra gli altri J.B. Say, Saint Simon, Owen, Fourier.

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